Problemi a relazionarmi con i miei genitori

Fabio

Salve, mi chiamo Fabio e ho 21 anni. Circa da quando avevo 8 anni mia madre ha iniziato a soffrire di depressione eg altri disturbi che l'hanno portata ad abusare di alcool, in seguito di psicofarmaci (all'inizio erano previsti in una terapia prescritta dalla psichiatra) di cui ancora oggi non riesce a fare a meno. Lei non è mai stata in grado di occuparsi di me o di mio fratello minore ed i litigi in casa con mio padre sono all'ordine del giorno, anche per motivi molto futili.

Praticamente viviamo in un ambiente poco sereno dove anche mio padre mi ha addossato responsabilità che un bambino non dovrebbe avere come controllare che la madre non esca a bere o cose simili, tutte queste cose fin da quando ero piccolo mi causavano molta ansia perché mi faceva sentire in colpa se lei beveva. Abbiamo assistito anche a molte scene di violenza (fisica e non).
Io sto cercando di uscire da questa casa il problema è che economicamente non me lo posso permettere e non me la sento nemmeno di "abbandonare" mio fratello ancora minorenne in una situazione che diventa ogni giorno sempre più ingestibile e difficile.

3 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Fabio, 

in base alla sua descrizione, è un ragazzo che è dovuto crescere troppo presto ed è stato addossato di un peso familiare non indifferente. È normale che senta l'esigenza di uscire da casa ma è bloccato per una serie di motivi familiari ed economici. Essendo un suo obiettivo da raggiungere, mi viene da suggerirle di procedere a piccoli step:come per esempio, trovare un lavoro (se al momento non sta lavorando) che potrebbe servire per iniziare a mettersi dei soldi da parte. 

Salve Fabio

mi dispiace moltissimo, credo che se lei riesce ad uscire di casa sarà un esempio ottimo e positivo anche per suo fratello che potrà averla come punto di riferimento e come modello.

Ha provato a chiedere aiuto ai Servizi sociali del Comune per questa situazione familiare difficile?

Non è opportuno che voi figli adolescenti dobbiate sobbarcarvi in toto dei problemi dei vostri genitori. Loro stanno facendo delle terapie oppure una psicoterapia di coppia?

Provo a farsi aiutare da altri adulti. Auguri di cuore

Caro Fabio, 

da ciò che scrive e da come lo scrive si capisce che lei è un ragazzo estremamente in gamba, responsabile e sensibile. Il suo desiderio di andar via da casa è anche una prova del fatto che è riuscito a mantenere una certa lucidità in tutta questa storia e a non perdere il focus sul proprio benessere e la propria vita. Ci sono genitori così problematici da assorbire totalmente i figli (loro malgrado) impedendo loro anche solo di immaginare una concreta possibilità di svincolarsi e iniziare una vita più autonoma fuori dalla famiglia.

Il suo proposito è molto sano e molto giusto: la sua, infatti, è proprio l'età in cui è sano iniziare uno svincolo dalla famiglia d'origine e avviarsi verso una maggiore autonomia.

Il modo principale per farlo, come le ha consigliato la collega, è innanzi tutto quello di cercarsi un lavoro che le permetta di avere del denaro da parte per sostenere un affitto e una prima esperienza di autonomia abitativa. Ha l'età giusta per entrare nel mondo del lavoro, e può trovare anche dei lavori part-time che le permettano al contempo di portare avanti altre attività importanti per lei, come potrebbe essere lo studio, ad esempio.

Come anche lei riconosce, allontanarsi dalla pesantezza di certe dinamiche familiari è un importante obiettivo da raggiungere per il suo benessere psicologico. Al tempo stesso, dovrà stare molto vicino a suo fratello, alimentando una complicità che aiuterà sia lei, Fabio, che lui a non soccombere ai continui stati di allerta messi in moto involontariamente dai vostri genitori. Stargli vicino è un compito possibile anche se lei sarà fisicamente più lontano da casa. Anzi, essere un po' più esterno alle vicende quotidiane e un po' più impegnato nella costruzione della sua autonomia, può dare a suo fratello un modello positivo da seguire e le potrà permettere di infondergli maggiore forza e speranza, dimostrandogli che uscire da quella pesantezza è possibile. 

Questo non vorrà mai dire, naturalmente, raffreddare i rapporti con i vostri genitori. Sarebbe importante comunicare loro con sincerità e chiarezza le vostre esigenze e i pesi da cui vorreste alleggerirvi, che certamente potranno capire. Qualora questo risultasse difficile, qualche seduta di terapia familiare può sicuramente aiutarvi e dare una svolta determinante.

I vostri genitori, che possono a volte risultare inaccessibili, hanno evidentemente molte difficoltà nel gestire la patologia di vostra madre, e questo causa problemi nella loro coppia che però non vi devono riguardare. Ciò che deve importare a voi è comunicare meglio con loro (e in questo lei Fabio, che è più adulto, avrà un ruolo decisivo) confermando il vostro affetto, e parallelamente prendere la vostra strada nel mondo, fuori da casa.

Le auguro buona fortuna in questa delicata fase e resto a sua disposizione nel caso di futuri dubbi o momenti di stallo.

Forza Fabio!

Dott.ssa Alessia Mancini