Crisi di ansia dovuta allo studio

giovanna

Buongiorno Dott..re Sono preoccupata per mia figlia che ha 23 anni,e che da più di 1 anno le vengono vere e proprie crisi di ansia dovuta allo studio.Dopo la maturità mia figlia ha voluto prendersi un periodo di stop dagli studi,perchè voleva trovare subito un lavoro che la rendesse indipendente,ma dopo più di 1 anno che è stata a casa senza far nulla,ha deciso di iscriversi alla facolta di scienze dell'educazione.In quasi 2 anni ha fatto solo 5 esami con una media del 28.Io e suo padre siamo sempre stati soddisfatti di lei,ma ad un certo punto è capitato che mentre studiava le venivano delle crisi di pianto,paura,tachicardia,e tremori,tanto che le ho consigliato di non studiare per qualche tempo.Dopo qualche mese mia figlia ha deciso di lasciare glia studi e noi a malincuore abbiamo accettato.Ora ci ha ripensato dopo 8 mesi che non prende un libro in mano e si è iscritta al 3 anno,ma vedo di nuovo nei suoi occhi quell'ansia. Vi chiedo come mi devo comportare,quali aiuti posso dare.Lei è molto insicura,e anche se è brava non ne è consapevole Grazie

12 risposte degli esperti per questa domanda

Cara Signora,

da quello che dice si denota una profonda insicurezza di sua figlia. Molto probabilmente quell'ansia la blocca su tutti i fronti e non riesce a prendere delle decisioni. Credo che la decisione migliore sia quella di parlare con sua figlia dell'ipotesi di contattare uno psicologo che si occupi di ansia che sicuramente saprà aiutarla a liberarsi di quelle spiacevoli sensazioni aiutandola anche a fare la scelta giusta. Resto a sua disposizione.

Buona fortuna!

Gentile signora,

credo che al momento la cosa migliore da fare sia quella di condividere con sua figlia queste sue preoccupazione e rendersi conto se anche sua figlia le vive allo stesso modo. A quel punto, se sua figlia vive le stesse preoccupazioni, potrebbe consigliarle di rivolgersi ad uno specialista per capire cosa sta succedendo.

Cordialmente

Dott. Pasquale Saviano

Dott. Pasquale Saviano

Napoli

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Gent.le Sig.ra, anche se letta attentamenta la sua richiesta, non è possibile dare un cosiglio fattivo sulla problematica da lei esposta. Se cosi fosse si potrebbero risolvere nel immediato tante problematiche esistenziali ma, come lei saprà di certo l'esistenza, il vissuto, opera sulla nostra personalità in modo tenace e determina in noi tutti problematiche più o meno importanti e spesso non facilmente superabili se non con un aiuto professionale. Pertanto il consiglio spassionato è quello di far parlare la sua figliola con un professionista che valuterà in una serie di incontri quale intervento operare per determinare un percorso personalizzato. Mi raccomando, stia attenta alle sue tacite richieste di aiuto. Buona giornata.

Gentile Giovanna,

sono la dott.ssa Nappo. Mi occupo da anni di ansia e attacchi di panico e, mi creda, purtroppo non passano spontaneamente, nè esistono ricette o "consigli" su come farli sparire.

La crisi è solo la punta dell'iceberg di un disagio più profondo e strutturato e solo comprendendone le vere origini si può arrivare ad una soluzione. L'intervento più indicato in questi casi è la psicoterapia, la sola che può sostenere sua figlia nel percorso di crescita e aiutarla a fare della componente ansiosa della sua personalità una risorsa, non un limite.

Sperando di esserle stata utile, la saluto cordialmente

Dott.ssa Valentina Nappo

Dott.ssa Valentina Nappo

Napoli

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Salve Signora Giovanna è molto frequente la preoccupazione rispetto agli studi, immagino che sua figlia sia una ragazza che aspira al massimo e molto spesso quando gli obiettivi che ci prefissiamo sono elevati la tensione aumenta cosi come aumenta la paura di  un fallimento. Sento che lei debba parlare con sua figlia per capire cosa le sta accadendo, cosa la preoccupa e cercare in qualche modo di rassicurarla. Inoltre se le difficoltà persistono consiglierei a sua figlia di rivolgersi ad un professionista cosi da schiarirsi le idee.

Cordiali saluti

Gentile utente,

come regola generale, è bene non forzare i figli nelle loro scelte lavorative e di studio, soprattutto quando  sono adulti, poichè scelte non convinte e forzate sono foriere di insuccessi e spesso di gravi e gravissimi problemi. Potrebbe non essere questo il problema di sua figlia che tuttavia stenta a prendere delle decisioni con serenità e a perseguirle. Per dire qualcosa di più occorrerebbe una valutazione della ragazza e della situazione generale, compresi probabilmente i rapporti familiari e sociali, nello studio di uno psicologo che pertanto vi consiglio di consultare. Il disorientamento negli studi e nelle scelte dopo il diploma infatti è spesso un grave fattore di squilibrio che condizionerà in negativo tutta la vita successiva e pertanto non è assolutamente da sottovalutare.

Uno psicologo o uno psicologo psicoterapeuta dovrebbe poter ridare le giuste motivazioni e correggere eventuali fattori di disturbo che favoriscono le insicurezze e gli errori. Cordiali saluti

Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

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Cara Giovanna,

come lei ben definisce, quelli che sua figlia manifesta sono sintomi ansiosi. Non conosciamo però (o almeno non si evince dalla sua mail) l’origine precisa del sintomo. Né conosciamo da cosa sono scaturite le decisioni di lasciare e riprendere gli studi…potrebbero essere stati lasciati, seppur momentaneamente, per evitare situazioni spiacevoli?

Ciò che lei immediatamente può fare è innanzitutto rassicurare sua figlia. Spiegarle che tutti abbiamo l’ansia e che ci serve per affrontare le situazioni di stress. Aggiunga però, che essa non può superare una certa intensità e durata, altrimenti disturba le nostre attività quotidiane, il nostro corpo e la nostra mente. Può dirle che se a lei è accaduto, c’è modo di tornare a stare bene, essendo un problema risolvibile, specie ora che è circoscritto.

Se sua figlia volesse, potreste decidere di rivolgervi ad un professionista che possa aiutarvi a fare chiarezza e ad affrontare la situazione.

Sperando di averle lasciato qualche informazione in più, non posso che augurarle un grande in bocca al lupo.

Gentile Giovanna,

è comprensibile che sia preoccupata per sua figlia. Crisi d'ansia sono molto frequenti a questa età, e oltre a starle vicina, non penso possa fare molto, da sola. Sarebbe utile consultare un professionista, quinid quello che può fare è parlare con sua figlia e chiederle se vuole rivolgersi a qualcuno per superare un momento di difficoltà, che nella vita può succedere a tutti, e non bisogna ostinarsi a non chiedere aiuto. Tutti nella vita hanno bisogno di una mano, di tanto in tanto. Saluti,

Gentile Signora,

scusi il ritardo nella risposta.

Spesso le persone che mostrano un disturbo d'ansia posso ritrovare l'energia per intraprendere un progetto ( iscrizione all'università..sostenere esami ecc..) a differenza magari di individui depressi o demotivati, ma vengono bloccati da una "controcarica" ovvero una stessa "energia" contraria, che automaticamente si oppone o offre resistenza ai loro voleri, che si può manifestare anche in un'inibizione attiva dell'azione e dell'attività mentale efficace per raggiungere gli obiettivi progettati. Insomma due forze opposte.

Dalla sua descrizione sua figlia sembrerebbe attivamente spaventata dall'insuccesso e dalle sue conseguenze, ma vede l'evento come ancora nel futuro, per cui interrompere lo studio vuol dire mantenere questa sofferenza distante.

Sua figlia appare concentrata su aspetti di sè vulnerabili, che considera vitali, tali rimuginazioni e pensieri automatici, possono essere spiegati e controllati attraverso un percorso psicologico.

Non esitate a contattare uno psicologo psicoterapeuta della vostara città, l'ansia può essere gestita efficacemente.

Cordiali saluti.

Buongiorno, signora, e grazie per averci contattato. La sua preoccupazione per sua figlia, manifesta senso di impotenza nell'aiutare una persona di 23 anni a gestire la propria vita e a compiere delle scelte essenziali per il suo futuro. La sua domanda è come può aiutarla, e in questo senso trasferisce la sua impotenza sull'esperto, sullo psicologo. E' chiaro infatti che sua figlia dovrà trovare la sua strada, ed è ora di fare un passo indietro.

Possono esserci ragioni disparate per il malessere di sua figlia, ma dato che uno degli effetti che esso provoca è quello di farla preoccupare, farei una riflessione sul rapporto con lei. Sarebbe utile esplorare con lei il vostro rapporto, comprendere se nel malessere di sua figlia si possano esprimere anche motivi di rabbia nei suoi confronti, che infatti la tengono inchiodata e preoccupata. E' necessario aiutare sua figlia e lei in questa delicata fase, la fase di uno svincolo difficile e desiderato, che se avviene nel modo giusto potrà portare ad un rafforzamento del vostro legame, e ad una maggiore felicità di entrambe.

Non vi sono ricette prescritte. Sicuramente sua figlia ha una difficoltà a svincolarsi dalla sua famiglia,  luogo sicuro, e diventare indipendente rispondendo ai difficili compiti che la vita richiede; tale compito è richiesto a tutti. Tale difficoltà nei "compiti di svilupppo" può essere motivo di paura e timore per il futuro che si traduce nei sintomi di cui lei ha scritto. Tutto questo è anche fisiologico, nel senso proprio la percezione di ostacoli attiva le persone a creare strategie risolutive tali da andare oltre l'ostacolo; altra cosa da dire è  che i sintomi non sono necessariamnete segnali negativi; vanno etti e capiti e intendo dire che a questi deve seguire un lavoro per capirne il senso.

Altra questione riguarda le scelte: magari vostra figlia sente di non aver fatto la scelta giusta e non riesce a dirselo; voi, genitori, avete fatto anche bene a darle altro tempo, a non forzarla. A volte le pause sono il segnale di una futura e più decisa partenza; altre volte le pause possono durare a lungo e creare altro disagio. Io direi che potrebbe essere utile consultarsi di persona da uno specialista se sua figlia ne avverte la necessità. I sintomi che una persona esprime sono segnali non omologabili a sintomi simili espressi da un'altra persona, quindi vanno "letti" tenendo conto della complessità che la persona può esprimere attraverso la sua storia evolutiva, la sua famiglia, le sue esperienze, gli amici, i suoi sogni, le sue paure ecc...

Gentile signora,

i sintomi di sua figlia fanno ipotizzare un problema d’ansia.

Al di là dell’aspetto scolastico, che lei mette bene in luce, come vede sua figlia? Negli altri ambiti di vita come le appare? Ha amici? Ha una vita sociale? Come stava quando è rimasta a casa dall’Università?

Si possono fare parecchie ipotesi, quelle più semplici sono che sua figlia soffra di ansia da prestazione, che pensi di non essere all’altezza, di non potercela fare, che tema di sbagliare, che abbia paura del giudizio, che abbia bassa autostima; purtroppo gli elementi che riferisce sono troppo pochi e soprattutto per sapere come sta sua figlia, bisognerebbe parlare direttamente con lei, chiederglielo; offrirle ascolto, accettazione e supporto incondizionati, mettere in luce le sue risorse, i suoi punti di forza, i risultati raggiunti; sostenerla nelle sue scelte sia che siano scolastiche sia che siano professionali, incoraggiarla, permetterle di sbagliare, trasmetterle l’idea che lei vale ed è importante ed amata al di là dei suoi risultati all’università. Ammesso che se la senta di farlo, nel caso in cui ciò non fosse sufficiente, la inviterei a dare a sua figlia la possibilità di andare a parlarne con uno psicoterapeuta in modo che insieme possano approfondire la questione e formulare ipotesi più precise riguardo al malessere percepito e di conseguenza identificare strategie efficaci che permettano a sua figlia di sbloccarsi. Nel frattempo cerchi di trasmettere a sua figlia la maggior serenità possibile: chi soffre d’ansia beneficia di un ambiente sereno. Spero di esserle stata utile, cordialmente,