Attacchi di Panico: cosa posso fare se dovesse ricapitare e cosa x prevenirli

lucrezia

buonasera,mi chiamo LUCREZIA,e vi scrivo x chiedervi un parere professionale su attacchi di panico. L'episodio riguarda mio marito. In mattinata eravamo in giro con l'auto,quando a un certo punto ha accusato un annebbiamento della vista,prolungatosi x circa 10 min.(vedeva avanti ma lateralmente annebbiato ),poi ,dopo un po' ha cominciato a balbettare..poi sempre dipiu'..poi un formicolio al braccio destro...poi a balbettare sempre di piu',non riusciva piu' a parlare...poi ha cominciato a piangere ( forse x la paura di cio' che stava succedendo )cosi siamo andati al prontosocc. dove ci hanno detto che poteva trattarsi di attacco di panico.gli anno sommin. delle goccie (diazepam) e dopo qualche ora ha cominciato a star meglio. Mio marito ha 36 anni e non ha mai sofferto di questo..e vorrei un vostro parere : dato che i suoi sintomi non sembrano molto comunu negli att. di panico..posso comunque classificarlo come tale. o meglio approfondire? cosa posso fare x aiutarlo se dovesse ricapitare...e cosa x prevenirli..grazie.

36 risposte degli esperti per questa domanda

Buona sera, Poichè la diagnosi di attacco di panico si fa escludendo la presenza di cause di ordine medico sarebbe opportuno un approfondimento diagnostico (il suo medico di base potrà consigliarla). Fatto questo, è importante capire che un attacco di panico non è altro che una forte attivazione del sistema nervoso simpatico, che reagisce a stimoli potenzialmente interpretati dal soggetto come dannosi. Il problema sorge quando si manifesta ansia anticipatoria, cioè quando la persona comincia ad ave paura di poter manifestare un altro attacco. L'utilizzo di Tecniche di rilassamento può aiutare a controllare tale paura, ma suggerisco un incontro con uno psicoterapeuta che potrà approfondire il caso.
gentile signora Lucrezia l'attacco di panico fa riferimento a varie psicopatologie causanti il problema. Ogni psicopatologia viene trattata di solito in modaluità specifica e diversa dalle altre. Quindi si tratta di fare una valutazione, anche con test se necessario, per capire quali sano le cause per poi intervenire miratamente e con successo con una psicoterapia adatta al disturbo diagnosticato
Accompagni suo marito da uno psicoterapeuta in zona, deve assolutamente seguire una terapia. Gli attacchi di panico sono un segnale di allarme.
Buongiorno Lucrezia, da quello che racconta, sia per i sintomi che che per la durata, credo proprio si possa trattare di un attacco di panico. Io suggerisco comunque di fare una serie di indagini cliniche al fine di escludere eventuali cause organiche (per esempio parlandone con il suo medico di base può valutare la funzionalità tiroidea ecc..). Escluse patologie organiche dovrebbe innanzi tutto stare vicina a suo marito ma eviando d accompagnarlo in ogni posto e su sua richiesta. Infatti la paura che l'evento si riproponga porterà suo marito a temere situazioni simili a quelle che hanno scatenato l'attacco di panico la prima volta. Per questo ogni tentativo fatto per aiutarlo a superare la paura - accompagnarlo, tranquillizzarlo.. - non farà altro che rafforzare la sua necessità di essere aiutato perchè non in grado da solo di far fronte alla situazione. Si innesca in questo modo un circolo vizioso per il quale ciò che farà suo marito per evitare l'attacco di panico, e ciò che farà lei per aiutarlo, in realtà produrranno l'effetto opposto a quello desiderato. Credo che se dovessero ripetersi episodi simili sarebbe opportuno rivolgersi ad uno psicologo che possa aiutarvi a superare il problema sul nascere. Buona serata.
Cara signora, prevenire un evento imprevedibile come un attacco di panico risulta difficile, essendo appunto imprevedibile. Se dovesse trattarsi davvero di attacchi di panico, consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia, sempre che se ne presentino altri (non è detto). Consiglio un consulto dal medico di base che saprà consigliarvi che esami o accertamenti eseguire per escludere qualcosa di organico. La prossima volta che dovessero accadere, consiglio di mantenere la calma e rassicurare suo marito, poi non far altro che aspettare: così come è arrivato, il panico se ne va. Ma in caso si ripresentasse l'attacco, dica a suo marito di consultare uno psicoterapeuta, sempre dopo aver escluso altro. Cordiali saluti.
Dott.ssa Annalisa Sammaciccio

Dott.ssa Annalisa Sammaciccio

Padova

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Buonasera Lucrezia. I sintomi che Lei descrive -una volta esclusa la componente organica- sono completamente compatibili con la diagnosi di Attacchi di Panico o di crisi d'ansia. Si tratta di disturbi che indicano che c'e' qualcosa da rivedere nella vita della persona o, meglio, nel suo modo di vivere gli eventi, le richieste dell'ambiente e/o quelle che rivolge a se stessa. Sono una sorta di semaforo rosso, di "stop" che indica che e' necessario fermarsi, prendere consapevolezza e modificare determinati aspetti della propria vita o del proprio approccio ad essa. Il consiglio e' quello di farsi aiutare da un terapeuta affinché si intervenga prima del cronicizzarsi di un disturbo che mina la qualità della vita.
Salve Lucrezia, l’evento che descrive potrebbe in effetti essere riconducibile ad un attacco di panico. Chiaramente sarebbe opportuno approfondire. Gli attacchi di panico si presentano in maniera improvvisa ed in genere lasciano una forte sensazione di impotenza, sia a chi li subisce che alle persone che gli sono vicine. Si tratta di disturbi molto diffusi, per i quali purtroppo non esiste una cura preventiva. Tuttavia, capire l’origine dell’ansia che si cela dietro questi episodi potrebbe essere d’aiuto a comprendere meglio la situazione e a cercare di affrontarla. Cordiali saluti.
Solitamente gli attacchi di panico si curano con antidepressivi, benzodiazepine e psicoterapia. Probabilmente suo marito sta passando un periodo stressante a cui reagisce con gli attacchi di panico che possono essere efficacemente curati. Nel frattempo mi recherei dal medico di base e gli chiederei di prescrivere il diazepan, visto che è stato efficace. Però il mio consiglio se dovessero capitare nuovi episodi è quello di racarsi da uno psicoterapeuta o da uno psichiatra, per stabilire un percorso curativo efficace.
Cara Lucrezia, il disagio psicologico può manifestarsi, a volte, attraverso sintomi che compaiono in modo totalmente inaspettato, come ha descritto bene nell'esperienza che ha riportato, e tra i segnali più comuni di questo malessere vi è proprio l’attacco di panico, un’intensa e imprevedibile reazione di paura, limitata nel tempo, caratterizzata da sintomi fisici quali palpitazioni, sudorazione, dolore al petto, brividi, nausea o sensazioni di soffocamento e sintomi psichici come il timore di morire e di perdere il controllo, la sensazione di irrealtà e di distacco da sé. Questi sintomi tendono a comparire improvvisamente e senza un’apparente spiegazione in situazioni relativamente comuni, come appunto alla guida di un’auto, o al ristorante, al supermercato, determinando così la “paura della paura”, vale a dire il timore di rivivere l’esperienza terrificante senza poterne avere il minimo controllo. Il più delle volte i sintomi compaiono in coincidenza con periodi di transizione del ciclo vitale, come l’adolescenza, il matrimonio, la nascita di un figlio, una separazione, un cambiamento di lavoro, e così via, vale a dire in situazioni di normale passaggio da una fase all’altra della propria esistenza. In questa condizione evolutiva, di modificazione, è possibile che una persona, apparentemente funzionale ed efficiente, manifesti attraverso il sintomo la sua difficoltà a gestire il cambiamento o la sua insicurezza, convertendo tale disagio nella paura di perdere il controllo di una situazione “ordinaria”, di morire, di impazzire, o nella più invalidante “paura della paura”. Il sintomo, pertanto, funge da spia di un malessere più profondo e lontano, le cui radici andrebbero ricercate all’interno di un percorso terapeutico che non miri esclusivamente all’eliminazione del disturbo ma alla sua più intima comprensione.In questa prospettiva è ovvio che la soluzione farmacologica è scarsamente indicata nella misura in cui interviene sul sintomo e non su ciò che lo determina. Pertanto, dopo aver accertato che non vi siano cause organiche alla base del malessere manifestato (consultando un medico e facendo ogni esame necessario ad escludere problemi di salute) le consiglio di approfondire la cosa consultando uno psicoterapeuta che aiuterà suo marito a ricostruire eventuali legami tra la storia personale e familiare e i sintomi manifestati.
Salve Lucerzia, sono il dott. Caso. Dalle poche informazioni non sembrerebbe un attacco di panico. Per prima cosa dovrebbe provare a fare dei controlli medici, perchè i sintomi danno spazio a diverse interpretazioni. L'ansia può prendere diverse strade tra cui l'annebbiamento della vista, il balbettio... dice che il diazepam ha fatto effetto, su cosa? per qualche ora ha manifestato quali sintomi? Per capire se l'evento ha a che fare con un aspetto psicologico dovrebbe innanzitutto sapere da suo marito se il pianto era di preoccupazione per ciò che stava accadendo, una tristezza che non capiva, unsenso di impotenza... Come mai non è riuscito a saperlo? e fra parentesi si trova ascrivere(forse x la paura...)? . Riesce a ricordare quel "a un certo punto" se è riferito a un qualcosa che stava accadendo durante il giro in macchina o meno? Sono delle domande per poter iniziare a "meglio approfondire", domande che può porre a suo marito, in modo da poter dare degli elementi a noi per capire se è un ambito che ci appartiene. Cordiali saluti.
Cara Lucrezia, l'attacco di panico può presentare molti sintomi, il principale è un forte e improvvisio stato di ansia accompagnato da vari segnali di attivazione corporea. la percezione spesso è quella di stare per morire, di non farcela. A volte l'ansia può essere la conseguenza di un iperattenzione su sintomi corporei, quindi magari suo marito ha cominciato a vederci male, a sentire formicolio al braccio ed è andato in ansia, come lei stessa ha ipotizzato. Le consiglio di approfondire la diagnosi che è stata fatta in prontosoccorso perchè rischiamo che attribuendo quello che è successo a una sindrome puramente psichica si trascurino eventuali problemi fisici. Se questi ultimi venissero esclusi e un episodio simile si ripetesse, vi consiglio di sentire anche uno psicologo.Cordiali saluti.
Signora Lucrezia, è bene sempre fare tutti gli accertamenti del caso, quindi una visita dal medico di base (e magari un approfondimento cardiologico) per suo marito è il primo passo per sgombrare il campo da eventuali dubbi. Se i controlli medici non rilevassero alcun problema fisico e/o fisiologico, l'episodio capitato a suo marito e che in Pronto Soccorso hanno probabilmente diagnosticato come attacco di panico, ha una base psicologica. Ognuno di noi è diverso e qualcuno, in particolare, esprime con sintomi fisici alcune difficoltà che invece riguardano lo stato affettivo e mentale. Prima però di ogni congettura, è bene avere informazioni certe sullo stato di salute generale di suo marito e quando vorrà, mi faccia sapere come è andata.
Dopo aver escluso delle cause organiche è bene approfondire la questione da uno psicologo. Non è detto che se suo marito non ha mai sofferto di attacchi da panico non possa, oggi, manifestare una sofferenza di questo tipo. Le consiglio un approfondimento diagnostico di circa quattro incontri, per poi scegliere, eventualmente, la psicoterapia più adatta a lui. Gli psicofarmaci possono essere utili, specie in fase acuta(dell'attacco di panico se di questo si tratta), ma in considerazione anche della giovane età, è utile accompagnarli ad un percorso psicoterapeutico. Cordiali saluti,
Gentile Lucrezia, da quello che scrive è molto probabile che suo marito abbia avuto un attacco di panico. Normalmente questi attacchi arrivano in periodi di grande stress, dopo lutti o cambiamenti importanti; anche l'assunzione eccessiva di caffeina può causare un attacco in piena regola. Essendo un ansiolitico, il Diazepam ha l'effetto di togliere l'ansia, ma non è lo strumento più adatto per affrontare il problema. E' di importanza centrale che suo marito non smetta di andare in macchina e che non cominci a limitare le proprie attività per evitare di avere nuovi attacchi. Un singolo attacco di panico può venire a chiunque, e non conduce necessariamente ad un disturbo psicologico, soprattutto quando la persona non interrompe o cambia le proprie abitudini per causa dell'attacco. Le consiglio di cercare un terapeuta ad a orientamento cognitivo comportamentale (è l'approccio che ha mostrato la maggiore efficacia nel trattare il disturbo di panico): vi potrà dare informazioni molto utili su come gestire la situazione, nel caso suo marito soffra ancora di attacchi o abbia cominciato ad evitare situazioni collegate al primo attacco. Nel caso non ci siano stati altri attacchi e suo marito stia proseguendo con le sue normali abitudini, allora fare più attività fisica e mantenere uno stile di vita più regolare, dovrebbe già diminuire molto la probabilità di comparsa di nuovi attacchi. In ogni caso, il contatto diretto con un terapeuta è insostituibile nel caso si abbia bisogno di intervenire sul problema. Inoltre il medico di base potrà escludere eventuali cause organiche che potrebbero essere state alla base di quel primo attacco. Sperando di esserle stato utile, le porgo i miei saluti.
Gentile Lucrezia, quello che descrive potrebbe essere un attacco di panico. Provi a chiedere a suo marito quali erano le sue sensazioni in quei momenti, se le dice che si sentiva malissimo, come se dovesse morire, allora lo è; diversamente potrebbe essere una crisi d'ansia acuta. Anche se suo marito non ne ha mai sofferto, potrebbero esserci delle circostanze più o meno attuali che lo hanno predisposto per questo sintomo. Nella mia esperienza l'intervento è sia farmacologico (antidepressivo per bloccare ulteriori attacchi) sia psicoterapeutico (più che l'orientamento è importante che si crei una buona relazione terapeutica) per capirne l'origine e per imparare a prevenirli, per poi un po' per volta farli cessare. Cordiali saluti ed i miei migliori auguri per entrambi.
Dott.ssa NADIA BERGAMIN

Dott.ssa NADIA BERGAMIN

Torino

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Lucrezia da quanto Lei descrive circa i disturbi di Suo marito, non ho capito se al Pronto Soccorso hanno effettuato delle analisi oppure lo hanno solo visitato e somministratogli il farmaco (diazepam). In effetti Le dico che i sintomi evidenziati da Suo marito sono un po' anomali e non soddisfano in pieno la classificazione di attacchi di panico ma non si può escludere completamente. Le consiglio di procedere ad effettuare accertamenti clinici più approfonditi ed adeguati ad escludere eventuali patologie fisiche. Se non risultasse nulla a carico del fisiologico dovrà aspettare che si riprentino i disturbi ed in quel caso consultare uno psicologo. Tenga presente che alcune volte i disturbi di cui stiamo parlando (eventuali attacchi di panico) posso capitare una volta e non ripresentarsi in futuro. La saluto cordialmente.
Buonasera Lucrezia, la sintomatologia degli attacchi di panico è piuttosto vasta per cui può succedere che avvenga con annebbiamento della vista e che vi sia una balbuzie. Inoltre è verissimo ciò che ha detto: la paura di ciò che stava accadendo potrebbe aver aumentato l'intensità dell'attacco oppure se si fosse trattato di altro, potrebbe esserci stato comunque un attacco di panico conseguente. Questo perchè l'attacco di panico è una reazione del nostro corpo ad una situaizone identificata come pericolosa! Io le consiglio due cose. Innanzittutto di vedere con il vostro medico di base gli esami clinici che sono stati fatti in PS ed eventualmente farvi consigliare degli approfondimenti. Allo stesso tempo mi rivolgerei ad uno psicoterapeuta ad orientamento cognitivo comportamentale per affrontare l'eventuale gestione di un attacco di panico. Spero di esserle stata d'aiuto.
Gentile Lucrezia, dai sintomi che ha riferito probabilmente si tratta di attacco di panico, sicuramente una psicodiagnosi effettuata da uno psicologo o psichiatra potrà fugare ogni dubbio. Se dovesse trattarsi di A.P. è necessario affrontare il problema attraverso una psicoterapia e se dovesse occorrere con il supporto farmacologico. La psicoterapia a seconda dell'orientamento scelto (le più accreditate a livello scientifico per l'A.P. sono la terapia cognitivo-comportamentale, la terapia EMDR e recentemente la sistemico relazionale)ha la funzione di insegnare a gestire i sintomi, a comprendere e contestualizzare i nuclei che ne sono alla base,a capire la funzione della sintomatologia nell' economia del sistema psichico e relazionale, a ridure e/o risolvere la sintomatologia. La terapia farmacologica ha la sola funzione di contenere la sintomatologia. Secondo la valutazione clinica fatta dall'esperto sarà consigliato il percorso di cura più opportuno. L'AP si potrebbe manifestare anche una sola volta, ma comunque è sempre l'espressione di un disagio che andrebbe compreso. Qualora si dovesse riverificare, anche se a distanza di tempo, diventa necessario intervenire per evitare la cronicizzazione (secondo il principio "prima si interviene prima si risolve")e l'instaurarsi del tipico circolo vizioso della paura della paura tipico degli AP. Cordialmente
Buonasera Lucrezia, l'attacco di panico arriva in modo improvviso come è capitato a suo marito. L'attacco di panico si presenta con alcuni dei seguenti sintomi quali respiro corto, sudorazioni alle mani, tachicardia, vertigini, senso di vomito, problemi alla vista e altri,accompagnati da sensazioni di paura intensa. Ora occorre notare come si comporta suo marito dopo quell'episodio. Con l'attacco di panico si scatena il circolo vizioso PAURA della PAURA, se suo marito comincia ad evitare la paura, quest'ultima aumenterà. Per approfondire l'argomento può consultare uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale o leggere un testo di auto aiuto sugli attacchi di panico e terapia cognitivo comportamentale. un saluto
Cara Lucrezia, molte persone oggi hanno nella loro vita un attacco di panico, quasi tutte queste persone poi continuano la loro vita come prima, alcune invece cominciano a preoccuparsi e controllarsi, ed é proprio questo che spesso favorisce il ripetersi di altri episodi. Come prevenzione direi che meno se ne parla, tra di voi, e meglio é. Se dovessero invece ripetersi, e se lei é presente in quel momento, chieda a suo marito di raccontare in diretta, come una telecronaca, ció che gli sta succedendo in dettaglio: la situazione si normalizzerà velocemente. Saluti
gentilissima Lucrezia, apprendere delle tecniche di rilassamento potrebbe essere utile sia per suo marito che per lei al fine di avre mezzi per affrontare situazioni ansiogene del genere e di prevenirle soprattutto! prima di ricorrere ai farmaci c'è molto da poter fare e contattare un professionista psicologo nella vostra zona esperto in tecniche di rilassamento (training autogeno, contrazione-distensione di jacobson, respirazione bioenergetica, imaging) potrebbe aiutarvi! buona vita
Gentile signora Lucrezia, i sintomi da Lei descritti a mio avviso sono ascrivibili ad un episodio di emicrania con l'aura. Sarebbe opportuna una visita neurologica. Rimango a Sua disposizione per eventuali approfondimenti Cordiali saluti
Gentile signora, io farei degli accertamenti per escludere cause fisiologiche.
gentile lucrezia credo che sia opportuno andare dal vostro medico di base e riportargli quanto accaduto, inoltre credo che il suo medico una volta escluso dopo una eventuale visita oculistica ed altro se il problema è di origine organica la invierà ad uno specialista, cordialmente
Gentile Lucrezia, in riferimento a ciò che è accaduto a suo marito potrebbe trattarsi di attacco di panico, ma chiaramente è necessario escludere qualunque altra causa di natura medica. Pertanto sarebbe opportuno prima di tutto recarsi dal medico di base, raccontare l’accaduto e quindi sottoporsi agli accertamenti che il medico ritiene utili. Una volta escluse le cause di natura medica si potrebbe parlare di attacco di panico. Il fatto che suo marito abbia avuto un attacco di panico comunque non significa che ne avrà senz’altro un altro. Ad ogni buon conto è molto importante capire come suo marito abbia interpretato tale sintomatologia. Cordialmente
Dott.ssa Debora Magnani

Dott.ssa Debora Magnani

Cagliari

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Gentile Lucrezia, leggendo la sua lettera mi sono interrogata da subito se in effetti si potesse trattare di un attacco di panico vero e proprio, i sintomi fanno pensare ad altro ma sono fiduciosa del fatto che i colleghi del pronto soccorso abbiano svolto nella maniera corretta il loro lavoro. Quello che mi sento di consigliarle è di approfondire la vicenda facendo svolgere a suo marito, degli incontri individuali con uno psicoterapeuta e allo stesso tempo fareuno screaning a livello clinico per escludere problematiche fisiologiche. Il partner, ovvero lei, può entrare fino ad un certo punto dentro queste problematiche, il principale attore della vicenda deve essere l'interessato per poterne trarre beneficio. Il farmaco agisce sul sintomo e non sulla causa lo ricordi. Una volta che il suo effetto andrà via, il fenomeno potrebbe ripresentarsi. Spero di aver risposto alle sue domande. Cordialmente
Gentile Lucrezia, gli attacchi di panico solitamente sono caratterizzati da un improvviso senso di panico e di ansia inaspettato che dura qualche minuto accompagnato da vari sintomi fisici tra cui tachicardia, vertigini, sudorazione, dolori al petto, senso di svenimento e paura di morire. Può essere confuso di un attacco cardiaco e un qualcosa di fisico. Da come l'ha descritto potrebbe trattarsi di un attacco di panico, ma consiglio vivamente a suo marito, prima di pensare a questo, di fare dei controlli medici per escludere problematiche di altro tipo, anche un semplice elettrocardiogramma e visita da medico di base. Non conosco in modo approfondito la vostra situazione, ma sicuramente è meglio fare degli accertamenti medici prima. Nel caso si tratti di attacchi di panico, l'indicazione è di recarsi da uno psichiatra di fiducia e da uno psicologo. Se ha altre dubbi, chieda pure.
Gent.ma Sig.ra Lucrezia, i sintomi della " crisi" accorsa a suo marito Non sono assolutamente rari in un attacco di Panico. Se al Pronto Soccorso dopo aver sottoposto suo marito agli accertamenti, hanno diagnosticato l'ansia, lei deve stare tranquilla che a livello organico non vi è nulla. Di attacchi di Panico non si muore. Il consiglio che le posso dare e' di intraprendere una psicoterapia ad indirizzo cognitivo comportamentale, considerando che è la più efficace per risolvere tale disturbo. Al momento non mi sembra impellente alcuna terapia farmacologica. La saluto cordialmente.
Salve Signora Lucrezia, sono Daniela Bafunno, psicoterapeuta di Andria. In riferimento al problema esposto le posso assicurare che in alcuni casi l’ansia può portare anche ad effetti sulla vista (vedere in modo annebbiato, cefalea, senso di stordimento, fastidio per le luci troppo forti, sentirsi “tirare” una parte dell'occhio). Il mio consiglio, ed è quello che dico sempre ai miei pazienti, è di escludere prima la presenza di problemi fisici attraverso un accurato esame oculistico ed neurologico. Nel caso da questi non emergesse nulla di clinicamente rilevante allora potrebbe optare per una psicoterapia breve. In ogni caso è auspicabile attivarsi il prima possibile. Per info ho scritto un articolo nella rubrica d’autore del sito oggibat.it. Cordialmente
Gentile Lucrezia, al di là dell'emergenza gestita dal personale del Pronto Soccorso, Le consiglio di approfondire con una visita specialistica l'episodio accaduto a Suo marito, per comprendere di cosa si sia trattato e fare diagnosi differenziale corretta riguardo i sintomi da lui manifestati. Il disturbo da attacchi di panico, così come il singolo episodio di panico, compaiono improvvisamente nella vita di una persona, comportano una'ansia anticipatoria che l'episodio si manifesti nuovamente (una sorta di paura di avere un nuovo attacco) e apparentemente non sono collegabili consapevolmente a situazioni o eventi vissuti dalla persona che li manifesta. L'attacco di panico è caratterizzato da sintomi fisiologici di attivazione neurovegetativa quali palpitazioni, sudorazione, tremori, giramenti di testa, annebbiamento della vista, nausea, vomito, sentirsi venir meno, mancanza di respiro o respiro affannoso, oppressione al petto e paura di morire e/o di impazzire(perdere il controllo di sè). Non tutte le persone manifestano gli stessi sintomi. I sintomi manifestati da Suo marito sono contemplabili in un quadro di panico, anche se per una diagnosi corretta occorre che siano soddisfatti alcuni criteri sia per quel che riguarda il numero dei sintomi che la durata di questi. Il consulto psicologico. psicoterapeutico potrà permettere di fare diagnosi e di intraprendere un percorso per la risoluzione dei sintomi. Attualmente gli approcci scientificamente più efficaci sono quelli cognitivo-comportamentali e strategici e l'emergente EMDR (desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari), un approccio su base fisiologica che, integrato ai precedenti, aumenta l'efficacia di questi. Sperando di averLe risposto esaustivamente, Le porgo cordiali saluti.
Buongiorno, Io Le consiglierei di effettuare altri controlli medici perché i sintomi riportati da suo marito sembrano un po' atipici. In ogni caso può recarsi da uno psicologo/psicoterapeuta, anche presso il sistema sanitario, con la richiesta di una valutazione psicologica: si tratta di un ciclo di incontri dedicati alla formulazione di una diagnosi. In questo modo avrete il parere di più professionisti. Cordialmente,
Salve Lucrezia, è opportuno per poter definire la diagnosi, che sua marito faccia approfondite indagini cliniche e strumentali per poter iniziare a pensare ad un disturbo d natura psicologica. Eseguite TUTTE le indagini si potrà decidere che i sintomi descrivano una situazione esperenziale tipica degli attacchi di panico: la percezione della morte che arriva, proprio in quel momento. L'annebbiamento della vista è poco comune, ma si puo' verificare: un mio pz. ha perso del tutto la funzione visiva, seppure per pochi secondi. Un percorso di psicoterapia è indispensable per aiutare a capire a suo marito cosa gli sta succedendo, cosa cè che muore nella sua psiche, e dove si trova e in quale direzione, la via del cambiamento.
Dott.ssa Mirella Caruso

Dott.ssa Mirella Caruso

Roma

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salve, per fare diagnosi di attacchi di panico ci vuole la compresenza di un insieme di sintomi e quelli che lei elenca sono solo parziali. Comunque, credo che lei possa solo dargli sostegno e vicinanza, lasciando il resto ad un percorso professionale di tipo psicoterapeutico. Auguri
Cara Lucrezia, i sintomi che ha provato tuo marito, da come ce li hai descritti, fanno effettivamente pensare ad un attacco di panico. L’esperienza di vivere un attacco di panico è piuttosto forte e mette moltissima paura, soprattutto per il fatto di non comprendere ciò che accade. Il panico può essere letto come un messaggio in codice, che il nostro corpo invia al cervello di fronte a emozioni o situazioni difficili da tollerare e di cui non abbiamo piena consapevolezza. Non si muore di attacco di panico, tuttavia la sensazione che si vive è proprio quella di essere in pericolo di vita. La terapia consiste nel fare un ciclo di sedute di psicoterapia. Qualora l’ansia generata dal timore di rivivere gli attacchi di panico sia talmente forte e invalidante da rendere difficoltoso il lavoro psicoterapeutico, allora sarà utile associare anche una terapia farmacologica ben dosata.
Gentile sig. Lucrezia Cosa può fare per per aiutarlo? Essere un punto di riferimento in quel momento, stare vicino a suo marito e rassicurandolo. Si tratta di attacchi di panico, per prevenirli se suo marito riesce a sentire il primo disagio, fermarsi e fare fare la respirazione addominale come fanno i neonati, evitare cibi ricchi di zuccheri,sostanze eccitanti come caffè ecc. Comunque si i sintomi perdurano è necessario fare una terapia ad orientamento cognitivo-comportamentale e vada su internet e scelga tra i terapeuti dell'assoiazione AIAMC della sua regione d'appartenenza. Tanti auguri Un caro saluto
Gent.ma Lucrezia sicuramente la diagnosi "attacco di Panico " è importante, ma non fornisce indicazioni precise sulla terapia. Sarebbe molto importante sapere se suo marito ha avuto negli ultimi tempi delle questioni lavorative o personali importanti, situazioni che lo hanno scosso in modo significativo o se lei ha affrontato qualche evento particolare nel quale lui si è sentito particolarmente coinvolto. Avendo un approccio olistico ai sintomi, le consiglio di informarsi sulla lettura dei sintomi della Dott.ssa Mereu (La terapia verbale) e di approfondire la tecnica dell'EFT. (Tecniche di equilibrio emozionale ) . Rimango a disposizione per qualsiasi approfondimento. Grazie