Assolutamente, ecco il tuo testo corretto per la forma, mantenendo inalterato il contenuto e il tuo stile espressivo:
Salve a tutti. Mi chiamo Giulio, ho 36 anni e da cinque sono fidanzato con una coetanea. Per circa un anno, fino a quattro mesi prima di conoscere lei, sono stato con una ragazza più giovane, che pur portando dietro di sé un bagaglio personale fatto di due figlie piccole con padre piuttosto assente, mi ha colpito e coinvolto al punto da stare molto male per diverso tempo, nonostante la nuova relazione fosse tutta rose e fiori. Sentimento che via via è scemato, complice anche una sua nuova relazione (della quale sono venuto a conoscenza tramite amicizie in comune). Da circa 7 mesi io e la mia compagna attuale stiamo curando l'acquisto di una casa. Economicamente, finché non aggiungiamo altro, siamo a posto. Se ne parlava da un anno, insieme, felici e convinti di costruire qualcosa di importante pur non convolando a nozze. Eppure, a 3 mesi dal rogito che avverrà presumibilmente a metà Novembre, dunque in Agosto, incontro in maniera del tutto casuale la donna di cui sopra. Dall'istante in cui ci siamo guardati nel supermercato dove lavora a pochi km da casa mia (nel quale non immaginavo minimamente ci potesse lavorare proprio lei) ad oggi, non siamo riusciti a staccarci l'uno dall'altra in nessun modo. Prima le solite chiacchiere per aggiornarci via chat. Poi il classico "caffè" da vecchi amici... poi purtroppo, incontri regolari. Incontri fatti di vita di coppia, come se la storia non fosse mai finita 5 anni e mezzo fa. Ne parliamo, ovviamente, del fatto che dovrei prendere una decisione sull'annullamento dell'acquisto casa e del rogito, risarcendo eventualmente l'altra metà per i soldi persi per questo motivo (caparra e mediazione divisi in parti uguali), ma non riesco. È come se mi assalisse il rimorso in anticipo, di aver causato un dolore immenso alla mia compagna. Eppure, con l'altra donna è come se non ci fossimo mai lasciati. Viviamo una "relazione" fatta di confidenze, intimità esplosiva, coccole, momenti introspettivi molto seri. Parliamo addirittura di convivenza, quando avrò "risolto" la mia attuale e delicata situazione. Siamo presi come se lei si fosse accorta dell'errore e fosse perdutamente pentita. Dall'altra parte non mancano momenti di tristezza in cui mi confessa di sentirsi malissimo per quello che stiamo facendo all'altra persona. Sono veramente combattuto dal dover deludere la mia fidanzata. Soprattutto ora che siamo quasi alla fine del processo. Analizzando la cosa, sono consapevole del fatto che tradendo ho già deluso, e che sarebbe opportuno che prendessi quest'altra strada (anche se non dovesse poi funzionare, assumendomene le responsabilità) perché di vita ne abbiamo una soltanto e la serenità personale sappiamo solo noi come costruirla. Dall'altro lato, penso che la mia fidanzata resti una persona d'oro, che in qualche modo mi ha fatto aprire gli occhi su tanti aspetti della vita, portandomi comunque a essere a suo tempo convinto di dire "sì, costruiamo qualcosa insieme!". La domanda che mi attanaglia di notte insonne in notte insonne è: è possibile che la storia di circa 6 anni fa con l'altra donna fosse così irrisolta da riportarci al punto in cui stavamo benissimo (i primi 8 mesi), e farci pensare che forse dovremmo continuare insieme questa vita? Dire che sono crucciato e disperato è un eufemismo. Vi ringrazio per l'attenzione.