Ho sempre avuto un rapporto problematico con il cibo

Stefania

Salve, ho sempre avuto un rapporto problematico con il cibo. Sin da piccola sono stata "cicciottella" e all'età di 15 anni ho iniziato la prima dieta dopo la quale, circa 7/8 mesi dopo, è sfociata nella prima abbuffata. Da 15 anni ho la tipica reazione a yo-yo di cui l'ultima risale a pochi mesi fa. Inoltre penso che si sia instaurata una vera e propria dipendenza psico-fisica alle abbuffate. Sono consapevole di essere affetta da un disturbo alimentare grazie all'auto-informazione, ma non so proprio a chi rivolgermi. La mia domanda è: è possibile guarire da tale situazione e quale è la terapia più indicata?

17 risposte degli esperti per questa domanda

Cara Stefania, il tuo rientra nei disturbi del comportamento alimentare. A parte il tuo rapporto conflittuale con il tuo corpo, vi è una difficoltà nel controllo della impulsività che sfocia nell'assunzione di cibo per poter riempire il vuoto interiore. Prova a rivolgerti in un centro dei DCA oppure presso uno psicoterapeuta per iniziare un percorso psicologico ai fini poter equilibrare il rapporto con il cibo e soprattutto con te stessa.
Dott.ssa Maria Mirabelli

Dott.ssa Maria Mirabelli

Catanzaro

La Dott.ssa Maria Mirabelli offre supporto psicologico anche online

Buongiorno Stefania, come lei stessa ha intuito si trova in questo momento in un circolo vizioso in cui è difficile uscirne da soli proprio per la difficoltà che esiste nel disinnescare i cicli che si ripetono di diete e abbuffate. L'aiuto di un terapeuta esperto al riguardo è molto importante perché permette di reintrodurre una corretta e sana alimentazione da una parte, dall'altra la possibilità di imparare a gestire diversamente le emozioni che di solito ci portano alle abbuffate. Il percorso più indicato dal punto di vista psicologico è la terapia cognitivo comportamentale, riconosciuta scientificamente come terapia elettiva e particolarmente efficace per i disturbi alimentari e per molti altri disturbi: può informarsi approfonditamente su internet su questo tipo di terapia breve ma sommariamente le dico che è un tipo di percorso in cui si lavora sugli obiettivi prefissati insieme al paziente e tende in primo luogo alla riduzione dei sintomi che creano maggior disagio per poi andare a lavorare sui fattori di mantenimento che tenevano in atto il disturbo e sul rafforzamento delle proprie capacità per evitare possibili ricadute. Lavorando quotidianamente con questo tipo di disturbi posso aggiungerle che il modo migliore per superarli è aggiungere alla terapia cognitivo comportamentale un percorso integrato con una nutrizionista qualificata che lavori con i disturbi alimentari per ottenere un percorso multidisciplinare che le permetterà di introdurre un piano alimentare equilibrato che è di grande aiuto nel gestire tali problematiche. Se le interessa un approfondimento o una consulenza più dettagliata può contattarmi telefonicamente. Sperando di esserle stata utile la saluto cordialmente,
Dott.ssa Amina Di Marco

Dott.ssa Amina Di Marco

Latina

La Dott.ssa Amina Di Marco offre supporto psicologico anche online

Buongiorno Stefania, certo che si guarisce, si impara a colmare il vuoto che ora colma con il cibo in un altro modo. Non si tratta di togliere nulla alla sua vita ma di aggiungere qualcosa, direi. Le terapie possono essere tutte indicate, a patto che lei desideri guarire e che la relazione con il terapeuta sia sufficientemente buona. Io le indicherei una terapia integrata, che la aiuti a cambiare certi comportamenti ma che nello stesso tempo vada a fondo del problema. Perché un disturbo alimentare affonda le radici nella storia della persona che ne soffre. La invito a contattare uno psicoterapeuta, anche solo per un colloquio. Cari saluti,
Dott.ssa Marina Belleggia

Dott.ssa Marina Belleggia

Roma

La Dott.ssa Marina Belleggia offre supporto psicologico anche online

Cara Stefania, sicuramente “è possibile guarire da tale situazione”, come tu hai domandato. Il disturbo di cui soffri è il sintomo di un disagio personale legato a fattori per niente alimentari ma piuttosto emotivi: ansia, insoddisfazione, insicurezza… Emozioni che probabilmente ti sono familiari… E che si possono affrontare e trasformare attraverso un percorso personale insieme a uno specialista che ti aiuti a guardare, elaborare e risolvere le tue paure e i tuoi conflitti, per ritrovare te stessa e ricominciare a ‘volerti bene’. Il fatto che tu ti sia informata sul tuo disagio e attivata con questa tua richiesta è sicuramente un segno di come tu abbia la ‘competenza’ e la voglia di ricominciare a stare bene, e te ne riconosca il diritto. Prosegui quindi il tuo percorso con nuova energia, trovando un professionista che ti supporti in questa tua ricerca di te.
Gentile Stefania,dovremmo andare a capire cosa rappresenta per lei quell'abbuffata e cosa la spinge a farlo.Inoltre in quali momenti avviene? Dopo l'abbuffata come si sente? Mette in atto dei comportamenti compensatori subito dopo (vomito autoindotto, uso di lassativi...restrizioni alimentari nel pasto successivo...). In ogni caso è necessaria una visita specialistica che possa portare ad una diagnosi e quindi ad una presa in carico per la gestione del suo disagio. Potrebbe rivolgersi alla sua ASL di zona e richiedere una visita psichiatrica che intanto la porti ad avere una diagnosi. Solo dopo potrà pensare di chiedere un aiuto psicoterapeutico (per i disturbi alimentari uno degli approcci psicoterapeutici più indicati è la psicoterapia COGNITIVO COMPORTAMENTALE, pur non essendo comunque l'unico.) Per ulteriori domande sono a sua disposizione
Cara Stefania, ho affrontato e superato spesso tali problematiche. Il cibo è e sarà sempre veicolo di emozioni, pertanto è necessario lavorare sulle emozioni. Consiglierei di vederci e strutturare con lei una psicoterapia. Cordialmente
Salve Stefania, da ciò che lei scrive, mi sembra di aver capito che sino ad ora si è documentata ma non ha mai provato a uscire dal suo disagio, con l'aiuto di qualcuno. Ora sembra aver raggiunto la consapevolezza che sia necessario chiedere aiuto prima per poterne uscire. esistono diversi apporcci efficaci per questo tipo, quello sistemico relazionale e quello cognitivo comportamentale amio avviso sono i più efficaci. tuttavia ritengo che una buona riuscita di una psicoterapia dipenda dalla relazione terapautica che si instaura e dalla motivazione a uscire dal disagio, le auguro di trovare la giusta soluzione ai suoi problemi. Buon tutto,
Salve Stefania, la consapevolezza del proprio problema è già un passo avanti rispetto alla disponibilità a farsi aiutare. A questo proposito ci sono diversi orientamenti terapeutici per affrontare il disturbo definito alimentare e anche centri specifici dedicati. Ti consiglio di fare una ricerca sulla tua zona e affidarti ad uno psicoterapeuta coinvolgendo anche la propria famiglia, visto che il problema è iniziato in età adolescenziale. Buon lavoro!
Si può rivolgere ad uno psicologo-psicoterapeuta, nonchè ad un medico, purchè esperti in disturbi alimentari.
Cara Stefania il tuo disturbo alimentare va affrontato presso i Centri Specializzati e qui di seguito te ne indico due: 1) l'A.B.A. (Associazione Bulimia Anoressia) che é uno dei centri più conosciuto e che da più tempo affronta tali problematiche con successo; a Roma si trova in Via Giambullari 8 tel.800165616; 2)A Roma presso l'ASL RMD Via Giovagnoli 29 non ho il numero telefonico ma ritengo non ti sia difficile rintracciarlo; Visto che ti trovi a Pomezia ti consiglio anche di rivolgerti alla tua ASL territoriale, magari facendoti prescrivere una visita dal tuo medico curante. Alla tua domanda: "é possibile guarire da tale situazione?" ti rispondo SICURAMENTE SI'!! ma molto dipenderà da quanto tu vorrai confrontarti con i tuoi disagi e problemi personali, familiari ed esistenziali. Per quanto riguarda il tipo di terapia sarà quella che ti verrà indicata dai Professionisti a cui ti affiderai per la psicoterapia (Centro o ASL). Stefania non perdere altro tempo ed impegnati nella cura. Auguri e un saluto.
Buonasera Stefania, il rapporto con il cibo può nettamente migliorare sfrondando tutti gli effetti secondari del disturbo alimentare. La terapia più indicata a mio parere è quella cognitivo-comportamentale e quella sistemico-relazionale. La saluto
Dott.ssa Stefania Martina

Dott.ssa Stefania Martina

Roma

La Dott.ssa Stefania Martina offre supporto psicologico anche online

Buon giorno Stefania, si lei ha un problema con il cibo e potrebbe farsi aiutare da uno psicoterapeuta per capirne il senso più profondo ed intimo. Il problema con il cibo non è che un grido di aiuto che mi permetto di consigliarle di ascoltare.
Ciao Stefania, è possibile risolvere questo tuo problema con il cibo. Io ti consiglio una psicoterapia di tipo cognitivo-comportmentale, utilizza tecniche mirate ed inoltre richiede tempi meno lunghi rispetto ad altri approcci. Spero che seguirai il mio consiglio. Buona fortuna.
Buon dì! Certo che è possibile guarire! Si può rivolgere a qualche psicoterapeuta della sua zona oppure esistono dei centri che curano nello specifico i disturbi dell'alimentazione. Io purtroppo abito in tutt'altra parte d'Italia, ma se chiede magari anche al suo medico di base potrà ricevere tutte le info utili al caso suo. Non perda tempo e in bocca al lupo!
Gentile ragazza, stia tranquilla:il disturbo del comportamento alimentare si può curare, ma non da soli. E' neccessaria la sua collaborazione e l'aiuto di uno psicoterapeuta, preferibilmente ad indirizzo cognitivo-comportamentale
Cara Stefania, È del tutto possibile uscire dal problema che hai illustrato. Cerca uno/una psicoterapeuta cognitivo comportamentale che abbia esperienza nei disturbi alimentari, e vedrai e che con l’impegno ed il lavoro, il tuo problema si risolve. Fatti seguire anche dal medico/dietologo, e la squadra sarà al completo. Non sarà semplice: cambiare le abitudini alimentari è impegnativo per tutti, ma da come scrivi, si capisce bene che sei molto motivata. Bene, sei sulla strada giusta. Vedrai che ce la farai.
Penso di sì, Stefania, è possibile guarire, ma dovrebbe incominciare a descrivere se stessa in termini più di come si sente o cosa prova, in generale, di cosa vuole da sè e quali sono i suoi obiettivi piuttosto che parlare in termini prettamente clinici... Brava nel chiedere aiuto, lo ha fatto molto bene, incominci a pensare a se stessa come persona e non solo come "immagine sociale" di cicciotella...