Son sempre stata un po' lunatica ma pensavo fosse semplicemente il mio carattere. Ho avuto una relazione di due anni ed é finita da dieci mesi, e da quando é finita, in particolar modo nell'ultimo periodo continuo ad essere depressa, ma alterno fasi di felicità e euforia assurda, in qualsiasi momento della giornata che a volte durano giorni, anche quattro cinque giorni, e poi mi sento depressa. Capita anche che mi sveglio e piango, molto spesso, e poi son tutta la giornata esageratamente felice quando sono in mezzo alle persone. Son sempre stata così ma da un po' di tempo le fasi depressive Stan diventando esagerate, e anche quelle euforiche son più attive del solito. Mi son documentata e ho praticamente tutti i sintomi del bipolarismo (di tipo due, se non sbaglio). Non dormo quasi mai, mangio pochissimo ma non ho fame e il mio é un continuo essere felicissima ed essere depressa, cosa che sta disturbando anche il mio studio. Sono iscritta all'università, passo giorni a non far nulla quando dovrei studiare. Sto cercando di avere una seduta con lo psicologo dell'università ma aspetto che mi contattino. Ripeto, son sempre stata così, ma mai così esageratamente. Penso che la rottura con il mio ragazzo, che continua comunque ad essere nella mia vita e ad essere mio amico, abbia aggravato la situazione. Passo giorni a piangere e a piangere, soprattutto quando son sola, e non ho voglia di fare nulla, non vorrei neanche studiare. E poi son la persona più felice del mondo anche senza motivo. Cerco di fare mille cose e tenermi sempre impegnata perché ho il terrore che se non avessi nulla da fare starei tutto il tempo a deprimermi. Cosa dovrei fare? Prenotare semplicemente una seduta con uno psicologo e parlare di tutto ciò o c'è qualche test specifico per diagnosticare il possibile disturbo?
Buongiorno, Sonia, credo che dovrebbe parlarne con uno psicologo per inquadrare il suo disturbo evitando le diagnosi "fai da te" che non portano a nulla di concreto. La diagnosi psicodiagnostica è un processo delicato che scaturisce da un assessment accurato e osservato da un professionista esperto, si avvale di colloqui clinici, osservazione diretta e anche test specifici la cui interpretazione va condotta in maniera attenta. Tutto ciò per aiutare davvero la persona a stare meglio.
Inoltre, da ciò che scrive,sembra che la fine della relazione abbia scatenato il comportamento che ritiene anomalo, ma prima di questo dispiacere lei tutto sommato non aveva comportamenti importanti di oscillazione umorale spiccati. La fine di un amore è una perdita a tutti gli effetti e come tale va elaborata, ognuno lo fa a modo suo. Sicuramente farsi supportare da uno psicologo mi sembra la soluzione migliore. Resto a disposizione. Un caro saluto.
Padova
La Dott.ssa Daniela Benvenuti offre supporto psicologico anche online
Gentile Sonia,
molto raramente le autodiagnosi sono di aiuto, talvolta confondono le idee e funzionano come difesa dall'affrontare le radici profonde del disturbo. Penso, ma non ho elementi di riscontro, che l'intensificarsi delle variazioni di umore possa essere collegato alla fine (ma è davvero finita?) della sua relazione sentimentale. Ma questa fine ha solo reso più evidente qualcosa che esisteva già. Ottima l'idea di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che l'aiuterà ad individuare le cause remote del disagio, e, dopo un congruo periodo di tempo, le consentirà di realizzare una vita sana e soddisfacente.
Augurandole ogni bene, la saluto.
Susanna Bertini
Cara Sonia,
le rispondo un po' in ritardo ma ci tenevo a scriverle due righe. La sua mail mi ha colpito.
Ci serve davvero avere una diagnosi? A volte si, ci fa stare più comodi, ci fa sentire meno persi. Però come hanno detto già alcuni colleghi, forse può essere importante che questa venga appurata da un professionista. Mi sembra dalle sue parole che ci sia una grande tendenza a stare in movimento: quando tutto si muove si sente felice, forse perchè il movimento non la fa stare in contatto con quello che sente profondamente; quando si ferma invece sopraggiunge la tristezza. Questo credo sia un importante segnale. Può fermarsi, anche se fa paura. Vogliamo sempre sfuggire dal dolore, ma questo esiste e affrontarlo, immergercisi, ce lo fa conoscere, accettare e poi spesso superare. Ha senso per lei?
Se sente che la storia col suo compagno abbia un collegamento con quello che prova in quest'ultimo periodo, sicuramente avrà un significato importante.
Bene che abbia contattato un terapeuta, spero che nel frattempo sia riuscita a iniziare a fare qualche incontro. La psicoterapia è un percorso lungo, non si risolve di solito tutto con uno o due colloqui, anche qui c'è bisogno di tempo, ascolto e piccoli passi! Un grande in bocca al lupo, Gilda Schiavoni