Sono separato e mio figlio chiede con insistenza di recarmi a casa sua

lorenzo

Buongiorno, sono il papà separato di un bimbo di 3 anni e mezzo, da qualche tempo il bambino mi chiede con una certa insistenza di recarmi a casa sua, anche per "tanti giorni".Come posso spiegargli che ciò non è possibile e che mamma e papà non vivono assieme, senza provocare disagi o traumi al piccolo? Premetto che la nostra separazione è avvenuta quando il bimbo aveva un anno e da allora ha sempre vissuto nella casa della madre. Grazie per l'interessamento. Lorenzo

24 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno E' piccino per capire certe dinamiche di coppia. Accadrebbe lo stesso se per motivi lavorativi uno dei genitori si dovesse periodicamente assentare da casa. È il significato che l'adulto mette in più rispetto alla separazione il problema. Suggerisco di creare un calendario visivo, con le foto, in modo tale Sto arrivando! Rendere prevedibile al bambino ( che non ha ancora ben chiaro il concetto del tempo) quali son i giorni che starà con papà. Così potrà capire quanto manca e per quanto starà con papà piuttosto che con la mamma.
Gent. Lorenzo, comprendo le sue ansie. Mi chiedo se suo figlio stia andando al nido o alla materna... I bambini sono molto sensibili al confronto, e potrebbe essere che vedendo i suoi compagni con i genitori uniti si possa sentire in qualche modo "diverso". Penso che si debba, per quanto possibile, cercare di essere ancora coppia genitoriale (coppia unita esclusivamente nella funzione genitoriale), pur mantenendo un inequivocabile stato di separatezza come marito e moglie. Questo per cercare di non creare illusioni e confusioni in lui. Parallelamente occorre mostrargli, con tutte le situazioni che si possono cogliere(altri bambini con genitori separati, film idonei, etc...), che oggi molti bambini hanno genitori separati. Naturalmente una buona frequenza nel tenerlo a casa presso di lei non può che essere di grande aiuto. Un caro saluto.
Buongiorno Lorenzo, è un problema frequente quello che le capita. Un po per tutti i padri. Venga in studio e, senza impegno, approfondiamo come affrontare la questione. Proprio in un periodo in cui ci saranno le festività e sarà più difficile ancora credo sia utile per lei un piccolo aiuto. Mi trova a Casorezzo dal lunedi al mercoledi. Cordialità
Sicuramente non è facile spiegare ad un bambino così piccolo che mamma e papà non stanno più insieme ma ci deve provare, nel modo più semplice e sincero che riesce.le consiglio la lettura di questo Testo E. Maùti “Una fiaba per ogni perché. Spiegare ai bambini perché succedono le cose” Ed.Erickson. È per bimbi dai due anni... In bocca al lupo
Dott.ssa Elisa Fedriga

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Brescia

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Provando a sdrammatizzare. Io credo sia importante riuscire a trasmettere al bambino una sensazione di "casa" anche stando altrove, questo è possibile con un atteggiamento positivo, rassicurandolo spesso sul fatto che poi papà torna a prenderlo. Bisogna essere sinceri con i bambini, ma usando un linguaggio adeguato all'età. Le consiglio di coinvolgere anche la madre in questo "gioco", più il bambino sente che non vi sono conflitti, che non è "strano" che lei vada via, più vivrà la cosa nella giusta ottica. Tanti auguri!
Gentile Lorenzo, credo che possa con calma e tranquillità spiegare a suo figlio che la mamma e il papà non vivono nella stessa casa, che il papà abita in un'altra casa e che è difficile per lui stare così tanti giorni insieme a lui. Potrebbe dirgli che, anche se lei non è tutti i giorni con lui, lo pensa sempre e gli vuole tanto bene e che verrà sempre da lui. Non so come stanno le cose tra lei e la sua ex moglie, ma, se non ci sono vincoli giuridici e questioni legali che lo impediscono, potrebbe anche proporre a sua moglie di tenerlo un pò con sè, laddove lo ritenesse possibile, magari per un week-end. A volte si fa tra coppie separate. I bambini accolgono bene tutti i messaggi, quando si sentono all'interno di una relazione sicura e affettiva, quindi non abbia timore. Forse la sua domanda è anche un pò espressione di un suo disagio nel gestire tutto questo? Spero di esserle stata utile e mi ricontatti se lo ritiene utile.
Caro Lorenzo, separarsi quando ci sono bimbi così piccoli è molto difficile, perché loro, per definizione, sono bambini e non accedono ai livelli mentali degli adulti, per questo spiegargli la separazione tra mamma e papà è tanto complicato. Tuo figlio sta facendo il figlio, perciò vuole accanto a se il papà oltre alla mamma, è assolutamente naturale. Non c’è un modo standard per spiegare al bimbo quello che fanno i grandi, cerca parole semplici, non nasconderti dietro discorsi lunghi o complessi, lo disorienteresti e basta, non ha bisogno di sentirsi confuso, ma di sapere che suo padre per lui c’è. Digli a parole quanto lo ami e testimonialo con i fatti pensando al suo benessere, giocando con lui, andandolo a trovare il più spesso possibile e cercando di collaborare pacificamente con sua madre. Tutto questo non ti garantirà con certezza che il bambino non subirà traumi, ma questa sicurezza non la possiede nessun genitore al mondo. Distinti saluti.
Buongiorno, capisco la sua difficoltà perchè si teme sempre di ferire i figli con parole inappropriate. Tuttavia, un principio che non bisogna mai disattendere è che ai bambini bisogna sempre dire la verità, anche se è una verità spiacevole. Non bisogna mai illuderli che la realtà sia diversa dai loro desideri, anche se bisogna farlo con tatto. Evidentemente suo figlio ha voglia di "famiglia", forse perchè vede altri bimbi avere una famiglia completa; quindi, plausibilmente, le chiede di essere a casa con lui e la mamma. Il fatto che siate separati da quando lui era molto piccolo è un punto a favore perchè ha sempre vissuto questa realtà; ciò non toglie che abbia desideri, purtroppo irrealizzabili. Questo gli va detto, rassicurandolo molto nel contempo sul fatto che il papaà per lui c'è sempre e sull'amore che nutre per lui (di cui credo il bimbo non stia dubitando, ma che va sottolineato in questo momento delicato). Magari cerchi di capire meglio il perchè di questa richiesta. Spero di essere stata esauriente e le faccio molti auguri.
Dott.ssa Gloria Monti

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Forlì-Cesena

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Buongiorno, sarebbe importante sapere com’è il rapporto con la mamma; se c’è un positivo dialogo diventa importante concordare insieme le risposte da dare al bimbo, risposte che non devono essere in contraddizione tra loro. Il bambino va rassicurato rispetto al bene che mamma e papà gli vogliono. Se c’è questo come “base certa” sarà possibile, senza drammatizzare, e senza evitare di dirgli la verità, rappresentargli la realtà. Cordiali saluti.
Gentile Lorenzo, ciò che mi viene da suggerirle in questa situazione è semplicemente di cercare, per quanto possibile in accordo con la sua ex moglie, di spiegare con onestà che la mamma e il papà non sono più sotto lo stesso tetto ma che ogni volta che vorrà potrà chiamare il papà e/o, a seconda della situazione, anche vederlo. Il bimbo è piccolo, ma se lei e sua moglie sarete insieme quando gli parlerete, sarà molto più semplice per lui capire e affrontare la situazione e probabilmente sarà più sereno nel gestire la temporanea separazione dal papà e viceversa (anche lei si "distacca" da suo figlio, non va dimenticato). Potreste anche pensare di introdurre un rituale, magari "la telefonata della buonanotte". Spero di esserle stata utile e di averle dato degli spunti di riflessione sull'argomento.
Egregio sig. Lorenzo, come sono i rapporti tra Lei e la Sua ex moglie? Questo é il punto da cui partire! Se tra Lei e la Sua ex c'é armonia e serenità potreste mettervi d'accordo ed insieme spiegare al bimbo le motivazioni per cui avete scelto di vivere separatamente e perché lui é bene che viva a casa con la mamma (problemi pratici, di lavoro o altro). La separazione dei genitori per i figli rappresenta sempre un'esperienza dolorosa e crea in loro dei disagi soprattutto emotivo/affettivi ma, se i genitori non hanno rapporti molto conflittuali i figli - all'inizio - possono sentirsi un po' disorientati anche dai cambiamenti della vita quotidiana ma sicuramente - con il tempo ed il perdurare dell'amore genitoriale - riusciranno con tranquillità ad adattarsi al nuovo menage. Pertanto sig. Lorenzo non abbia timore di procurare 'traumi' al piccolo e gli spieghi tutta la situazione. Magari, se può, tenga con se il piccolo per un po' di giorni. Ma se Lei ha problematiche altamente conflittuali con la Sua ex moglie allora é bene che fornisca più dettagli relativi all'atto separativo (come é avvenuto - la motivazione principale - l'attuale contesto etc.)in tal modo si può fornire un consiglio più adeguato alla circostanza. A disposizione per ulteriori chiarimento La saluto cordialmente.
Buon giorno Lorenzo, non ha pensato che forse suo figlio ha bisogno di trascorrere un po' di tempo con lei e che semplicemente gli manca il padre? A tre anni un bimbo ha bisogno di un rapporto intenso con i propri genitori anche se separati. Se suo figlio chiede, dovete rassicurarlo con spiegazioni semplici ma "vere",senza inutili sotterfugi e al tempo stesso dargli la possibilità di passare del tempo insieme. Un consiglio che mi sento di darle è di cercare, con la mamma del piccolo, di fare periodicamente degli incontri a 3 affinchè il b.o senta che la sua famiglia c'è, gli è vicino anche se la coppia genitoriale non vive sotto lo stesso tetto. Auguri
Purtroppo non esiste un modo indolore di far capire al tuo piccolo tutto ciò. Con il tempo elaborerà la vostra separazione, ma ci vuole tempo e tanta sensibilità. Parlare con lui è il primo passo necessario per aiutarlo a comprendere la situazione e accettarla. L'importante è fargli capire che il tuo amore non verrà mai a mancargli e nemmeno l'amore di sua madre. I bambini hanno tante risorse e riescono ad adattarsi a situazioni anche molto difficili.sicuramente non sarà indolore, ma lui saprà che potrà contare sempre su di voi e sul vostro amore
Salve Lorenzo, penso che ai bambini vada detta la verità, in modo semplice e affettuoso. Se ha mantenuto un buon rapporto con la sua ex moglie, potrebbe chiederle di aiutarla a comunicare con delicatezza a chiarezza queste cose a vostro figlio. Se non fosse possibile, chieda l'aiuto di una persona competente che possa indirizzarla nel miglior modo possibile, così da poter tutelare il benessere di suo figlio. Cordilai saluti,
Caro Lorenzo, dalla mia esperienza di mediatrice familiare mi sento di apprezzare molto il suo sforzo di avvicinarsi a suo figlio con attenzione e dolcezza, in una situazione evidentemente delicata. Certamente la separazione è un evento doloroso e lo è per tutti i membri della famiglia. Inolte non sempre è facile parlare ai piccoli di cose così particolari come le scelte di vita di genitori adulti che necessariamente li coinvolgono su più piani: da quello economico, all’accudimento, alle scelte di vicinanza fisica ed emotiva. Non esiste un modo “giusto” nè tantomeno “perfetto” di immaginarsi e viversi come genitore separato: va ricercato, piuttosto, un modo “sostenibile”. Personalmente reputo che ci sia molto "terrorismo" intorno al tema della separazione, soprattutto per possibili traumi che potrebbero essere arrecati ai piccoli. Purtroppo ancora oggi si tende a pensare alla separazione come ad un evento limitante per la crescita equilibrata dei figli. Numerosi studi a riguardo dimostrano che non è affatto così, anzi! Una separazione che tiene pacati i toni, che mantiene una lucidità adulta e una certa disponibilità, indispensabile a rivedere il proprio ruolo genitoriale è sicuramente molto meglio di scegliere di far vivere i piccoli in uno stato di costante litigio, incomprensione, quando non vera e propria violenza. La invito pertanto a non lasciarsi scoraggiare. La separazione non è una malattia e lei, da padre, può essere perettamente in grado di gestire la sua relazione con il piccolo, anche in questa circostanza. Poi, alcuni spunti di riflessione rispetto alla sua richiesta. 1) Sarebbe auspicabile cercare sempre un accordo con la mamma. La separazione è un momento nel quale, con coraggio, i genitori dovrebbero ripensare a come continuare ad essere mamma e papà, anche se la coppia coniugale è sciolta. Una negoziazione sui tempi e sui modi delle visite non può che giovare al piccolo. Tenga presente che lei e la mamma dovrete confrontarvi in merito al figlio che avete in comune almeno per i prossimi 20 anni. La decisione di fondo è far diventare questo tempo, un tempo di crescita e di trasformazione per la famiglia tutta o un tempo di lotta, nella quale qualcuno si farà male o, alla meglio, ci si stancherà molto. 2) E’ necessario tenere conto degli spazi di relazione con il bimbo. La soluzione ideale sarebbe che lei, Lorenzo, avesse a disposizione l’accesso alla casa abituale del piccolo, poichè in quel luogo lui ha tutto il suo mondo di giochi, che data l’età , è il suo mondo “relazionale”. Questo significa essenzialmente, per i bimbi, utilizzare con l’adulto di riferimento il gioco simbolico, ovvero “comunicare giocando”. E’ plausibile però che, visto che la sua separazione risale a molto tempo fa, la mamma divida la casa con altre persone (un nuovo compagno, la propria madre ecc..), perciò l’accesso alla casa materna va negoziato con tatto. 3) Ne parli con la mamma e cercate di scoprire insieme qual’è la reale esigenza del piccolo. E’ possibile che il bimbo stia chiedendo semplicemente degli spazi esclusivi con il padre e che, per quel che può comprendere un bambino, questi spazi corrispondono a pochissimi luoghi (come il nido o la casa dei nonni, ad esempio) e naturalmente casa propria. Dedichi dunque a suo figlio maggiori “spazi di relazione”: è possibile anche in un fast food, mi creda. Se ha una casa propria, o di un amico, o dei nonni, può chiedere di attrezzare per le visite uno spazio, anche piccolo, con coperta e giochi per “colloquiare” con suo figlio sul pavimento, alla sua altezza e con il suo linguaggio, che è quello del gioco. 4) Si ricordi che non è tenuto, nè ora nè mai, a fornire al piccolo spiegazioni circa la sua separazione dalla mamma, neppure se le viene richiesto. Lo farà se e/o appena si sentirà pronto ed in equilibrio per dire a suo figlio delle cose in merito. Le suggerisco di concentrare il suo racconto sul suo personale “stare bene” o “male” in una determinata situazione: non è necessario raccontare il dettaglio dei fatti, soprattutto, a mio avviso, se si provano ancora forti emozioni al riguardo. Questo è un cruccio di tutti genitori separati che si risolverà quando per voi sarà più chiaro in quale modo desiderate ancora accompagnare vostro figlio, anche in questa circostanza. 5) Il racconto, che invece non va negato, dovrebbe orientarsi verso una normalizzazione della storia della vostra famiglia, che non è una famiglia “sfasciata”, “rovinata” o altri aggettivi denigratori tristemente in uso ancora in Italia.Voi siete semplicemente una “famiglia” vera, ma fatta così: con i genitori che vivono distanti - magari non amandosi, ma rispettandosi - e forse con altri compagni e magari altri figli. Non c’è nulla di male in tutto ciò: ci sono famiglie, anche in Italia e anche da tempi non recentissimi, che vivono in modi molto diversi dagli standard tradizionali, dove il papà parte per il lavoro lunedì mattina e torna venerdì sera o che sta fuori interi mesi. 6) E’ il modo di narrare la storia al piccolo che deve essere curato: non parli (e se è possibile non pensi neppure) in modo offensivo dell’altro genitore. I bambini percepiscono le sfumature e spesso sono in collegamento con parti più profonde dell’essere umano. Che un bambino sia costretto a scegliere tra un genitore è l’altro - questa si - è una delle violenze più feroci che possa essere inferta ad un figlio nelle separazioni. 7) Ricordi che queste richieste saranno poste, in modalità diverse, nei diversi periodi di crescita. A seconda del suo atteggiamento personale rispetto alla situazione (senso di colpa, rabbia, frustrazione ecc...) le verrà domandato di ri-narrare le risposte che ha già fornito a suo tempo. Inoltre, soprattutto in età adolescenziale, le idee che il bimbo si è fatto circa ciò che è successo saranno oggetto degli scontri fisiologici tra genitore e figlio. 8) Prendete seriamente in considerazione l’ipotesi di un aiuto psicopedagogico, relazionale o anche una consulenza genitoriale. Oggi molti professionisti e molti centri per le famiglie offrono questi servizi a prezzi ragionevoli, quando non gratuitamente. Sono possibili inoltre consulenze on-line e via mail con specialisti in tutte le discipline. Nella sua zona in particolare, nella quale ho vissuto fino a pochi mesi fa, ho molti colleghi adeguatamente preparati da una scuola di Mediazione Familiare tra le più attive in italia (Centro Studi per la Mediazione Scolastica e Familiare ad orientamento sistemico, di Legnano. Sperando di esserle stata di qualche conforto, Le auguro buona vita, con vicinanza.
Buongiorno Lorenzo, tutti i bambini hanno l'esigenza di avere i genitori vicini e probabilmente il suo, avendo vissuto questa situazione di lontananza da quando ne ha ricordo, ne ha un desiderio ancora più forte. Purtroppo non può fare altro che spiegare al suo bambino che quella è casa sua e della mamma e che mamma e papà hanno deciso di non vivere insieme, non certo per colpa sua (del bimbo). Può eventualmente aggiungere, se questo è fattivamente e legalmente possibile, che nonappena sarà più grandicello, potrà lui passare qualche giorno a casa del papà. Cerchi anche di normalizzare la situazine dicendo che ci sono molti altri bambini come lui che non hanno i genitori conviventi sotto lo stesso tetto. Se gestite bene la situazione non arrecherete nessun trauma al piccolo. Le consiglierei se possibile di dialogare con la madre ed eventualmente di cercare l'aiuto di uno psicologo esperto in mediazione per affrontare al meglio le questioni non risolte e trovare il supporto per la fatica che anche gli adulti fanno nel gestire una situazione così delicata, in cui si ha paura di poter nuocere al proprio figlio. Molti auguri
Dott.ssa Francesca Fontana

Dott.ssa Francesca Fontana

Monza e della Brianza

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Sig. Lorenzo, probabilm suo figlio vuole trascorrere + tempo con il suo papà, ha un'età che gli permette di dormire fuori casa, ha pensato di trattenerlo presso la sua attuale abitazione anche per la notte? Che cosa dirgli o come spiegare? Non grandi discorsi, usi un linguaggio comprensibile per un bimbo di quell'età:" Il papà e la mamma non vivono + insieme, ognuno ha una casa, se vuoi restare di più con il papà, mi metto d'accordo con la mamma perchè tu possa restare più tempo con me, ti va bene?" auspicando che non troviate difficoltà nel venire incontro ad una richiesta di vs figlio.
Dott.ssa M. Piera Nicoletti

Dott.ssa M. Piera Nicoletti

Pordenone

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Buongiorno, Suo figlio ha 3 anni e mezzo e quindi suppongo vada alla scuola materna. È assolutamente normale che ponga queste domande, soprattutto se sta vivendo le prime relazioni sociali che gli impongono un confronto con gli altri. È assolutamente necessario anche che Lei risponda, magari insieme alla sua ex moglie, adottando una linea comune nell'affrontare questo delicato argomento, rimandando comunque la Sua disponibilità e presenza. Per ogni età della vita di suo figlio ci saranno domande in proposito, come ci sono anche per i figli di coppie non separate. Si cerca una risposta nelle figure di riferimento, non evitate l'argomento. Saluti,
Caro Lorenzo, è importante che lei veda con continuità suo figlio, non tanto il luogo ove accadono gli incontri. E' pienamente comprensibile che il bambino desideri vederla negli unici spazi a lui familiari. Se c'è assenso della madre (e questo mi sembra il punto centrale) non sarà difficile per lei trovare altri contesti in cui trascorrere serenamente del tempo con suo figlio. Se potranno iniziare anche dei pernottamenti vedrà che avrà modo di manifestare a suo figlio la sua presenza concreta. Auguri
Dott. Alberto Vito

Dott. Alberto Vito

Napoli

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Salve papà Lorenzo. La situazione che si sta verificando credo sia la consapevolezza da parte del suo bambino della separazione della sua mamma e del suo papà. E' vero che siete separati da quando aveva 1 anno, ma è anche vero che ora, andando all'asilo, sta pian piano acquisendo il senso della famiglia e probabilmente inizai a fare dei confronti con gli amichetti. Io ritengo che sia molto utile spiegare, senza quindi far passare il messaggio che la sua famiglia sia diversa, che mamma e papà non vivono nella stessa casa, ma gli vogliono cmq molto bene e che lui può stare con lei Lorenzo ogni volta ne sentirà la voglia, anche per qualche giorno. Ciò che deve arrivare al bambino è che lei ci sarà sempre. Dovrà farsi aiutare anche dalla sua ex moglie in questo compito, è importante che il bambino senta che anche se non siete più una coppia, continuate ad essere dei genitori per lui. Spero di averle dato degli spunti.
Buon giorno Lorenzo, è naturale che il suo bambino le chieda di trascorrere del tempo, anche "Tanti giorni" con lui a casa. mi sembra il segno di un buon legame tra di voi. immagino anche che la sua ex moglie abbia collaborato alla buona relazione con suo figlio. il mio consiglio è di parlarecon la sua ex moglie e cercae il modo migliore per comunicare a vostro figlio la vostra separazione. Se ne aveste bisogno ci sono ottimi mediatori familiari che possono aiutari.
Buon dì! I bimbi desiderano avere i genitori vicini: dopo tutto voi siete i suoi riferimenti affettivi, per cui è difficile per lui comprendere i motivi per cui mamma e papà non stanno insieme. Il messaggio che va trasmesso al bimbo è che mamma e papà gli vogliono bene, anche se non vivono nella stessa casa. Sarebbe utile e importante che insieme lei e la mamma glielo spiegate, oppure che facciate delle cose insieme a lui, tipo dei pranzi insieme o delle uscite insieme, dei giochi... (ovviamente se questo non comporta troppo stress e tensione per voi adulti, perchè il bimbo lo percepisce e allora sarebbe controproducente).
Buongiorno Lorenzo, come sta? Ho visto le numerose risposte che ha ricevuto dai miei colleghi, ma ci tengo a darle anche la mia. Io credo che suo figlio, quando vi siete separati, ha “accettato” a suo modo la vostra separazione, ma che ora cominci a fare domande, in quanto ormai a 3 anni e mezzo è un essere sociale, che magari frequenta l’asilo o altri amichetti, che hanno mamma e papà che vivono insieme. Per lui invece è diverso: perché i suoi genitori non sono sempre insieme come quelli dei suoi amici? Io parto dal presupposto che ai bimbi è sempre bene dire la verità, dove per verità non intendo il dire loro tutto senza filtri, ma scegliere con cura sia i contenuti, sia le parole da trasmettere loro, magari scegliendo anche di non dire qualcosa che secondo noi loro non sarebbero in grado di capire, ma ripeto: quello che si sceglie di dire deve essere la verità. In terapia con bambini più grandi del suo, spesso emerge il tema della bugia detta dai genitori. Credo fermamente quindi che la verità fa meno male di una bugia, seppur detta a fin di bene. Altro tema che vorrei toccare sono i sentimenti che credo lei, Lorenzo, potrebbe provare in questa situazione: senso di colpa, piuttosto che paura e preoccupazione nell’affrontare un tema tanto delicato che potrebbe far soffrire il suo piccolo. Quello che le consiglio di fare è di incontrarsi con la sua ex moglie, tornare ad essere una coppia genitoriale per l’occasione, per poter insieme discutere sulle modalità con cui affrontare l’argomento con vostro figlio. Per stemperare un po’ la tensione, le posso dire che spesso i bambini ci aiutano in queste occasioni difficili. Si fidi di lei stesso Lorenzo, e soprattutto si fidi delle capacità di suo figlio! Ne rimarrà sorpreso! Spero di essere stata utile! Buona vita!
Salve, anche se piccolo il bambino può capire ciò che gli viene spiegato con parole semplici. Si soffermi sugli aspetti emozionali più che quelli pratici, infatti nel mondo dei bambini ancora non esiste uno schema di ciò che è possibile fare o meno. Ma capiscono benissimo il mondo emozionale. Gli spieghi che gli vuol bene e che anche se non è insieme a lui questo non diminuisce l'importanza che lui ha nella sua vita. Finora il bambini ha conosciuto solo l'esperienza di vivere con uno solo dei genitori e l'abbia ritenuta normale. E' possibile che crescendo il bambino si stia comprendendo la diversità della sua situazione rispetto agli altri. Tuttavia cerchi di capire anche se ci sono situazioni di disagio, a volte durante la crescita si vivono cose (non si allarmi anche cose che a noi possono sembrare banali, piccole paure) che a quell'età non si riesce a focalizzare bene e a spigare a parole. Il cambiamento improvviso del comportamento dei bambini aiuta a comprende quando qualcosa potrebbe non andare. A presto