Come tutelare un bimbo piccolo, dopo che il padre è tornato all'estero

Carla

Buongiorno, sono una ragazza di 28 anni, mamma di un bambino di 2 anni che si chiede come sia meglio agire per il bene del figlio, dopo che, suo padre, mio marito, ha preso la decisione di tornare nel suo paese ( fuori Italia) per varie motivazione. Vorrei spiegare nel modo più breve ma è impossibile ..i piani nostri, anche prima che rimanessi incinta, sono sempre stati quelli di andare a vivere in un paese nella quale ci sono maggiori opportunità lavorative e per un futuro stabile e normale ..e non nel paese del padre di mio figlio ( serbia) ..rimango incinta e i nostri progetti devono realizzarsi il prima possibile. I miei genitori ci danno l' opportunità di vivere con loro qui in Italia ( dove io ho sempre vissuto) finché il padre di mio figlio non impara un po' la lingua, ottiene i documenti e un lavoretto iniziale . Nostro figlio nasce nel 2018, ci sposiamo qui in Italia nel 2019 e ottiene i documenti necessari per poter rimanere qui e poter lavorare in regola. La convivenza è stata molto dura, perché il padre di mio figlio non accettava nemmeno un consiglio da parte nostra e vedeva tutto come una provocazione o un immischiarsi nella nostra vita di coppia ..i consigli erano inerenti alla lingua per lui nuova da imparare. Mai una volta si è seduto con me per imparare la lingua, sostenendo impossibile per lui ..impossibile abituarsi in un altro stato, impossibile stare con i miei genitori e motivazioni varie a mio parere superficiali dal momento in cui ha un figlio a cui pensare. Finalmente mio padre (periodo novembre /dicembre 2019) riesce a farlo lavorare nella ditta in cui lavora per un paio di mesi, nonostante non sapesse l italiano, parlava inglese con colleghi stranieri. arrivano le ferie di Natale e lui decide di andare nel suo paese a farle da suo padre. Al lavoro gli era stato detto che avevano l intenzione di assumerlo a gennaio, cambiando loro magazzino, il tutto salta per quel periodo per motivazione di mal organizzazione a lavoro. dopo di che più volte mi sn proposta di trovare io un lavoro full time per andare a vivere da soli, lui avrebbe tenuto nostro figlio a casa e magari sarebbe stato più a suo agio e si sarebbe finalmente dedicato alla lingua, della quale non puoi fare a meno se vuoi vivere qui. Mai accettò nemmeno ciò, usando sempre le stesse motivazioni ...del tipo: il non riuscire ad abituarsi, il blocco della lingua, il non avere nessun altro qui, sostenendo che lui una casa la in Serbia ce l' ha e che non sarebbe stata vita per lui qui ...premetto che in Serbia uno stipendio medio si aggira sui 250/300 al massimo 400€ al mese ...se ti va bene ..perciò ho sempre escluso di andare a vivere la, perché a mio figlio voglio garantire un futuro migliore ...la situazione in casa non mi piace, quasi ogni giorno si svegliava tardi, non stava intorno a nostro figlio quanto un padre farebbe avendo tutto il tempo a disposizione ..sta spesso chiuso in camera, spessissimo se non quasi sempre ho portato fuori a passeggio nostro figlio da solo ...insomma a parer mio non stava facendo il suo dovere e si focalizzava di cose assurde ..passavano più tempo i miei genitori col bambino che lui ( nonostante lavorassero tutto il giorno). I miei hanno sempre teso una mano verso di lui, con consigli che un nonno, un genitore e come persone che si occupano di tutto al momento hanno diritto a dare. Lui ha sempre visto tutto come provocazione o odio ..non si è mai messo nella posizione dei miei genitori che spesso vedevano che non mi parlava in casa, che stava chiuso in camera e non stava intorno al bambino come doveva ..nonostante lui dicessi di voler un bene immenso a questo piccolo. Ciò non lo metto in dubbio ..ma le azioni dove sono? I sacrifici? Tutti abbiamo fatto qualcosa tranne che lui ..io ho iniziato a lavorare il fine settimana la sera e alcuni giorni durante settimana in un ristorante da dicembre 2019..a febbraio circa fa le valigie e esce di casa senza dire nulla nemmeno ai miei genitori, mia madre era presente e quando lo vide con le valigie che usciva gli chiede che sta facendo: la risposta è stata che qui non c è vita per lui ...dopo nemmeno un ora torna e viene riaccolto, senza che nemmeno venisse affrontato l argomento tra loro.( Mio padre non sapeva nulla) arriva il lockdown e la situazione in casa peggiora e una sera il padre di mio figlio se la prende con mio padre ...preferisco non raccontare la dinamica ...sostenendo poi lui che non sopportava più nulla .. la mia rabbia è che la situazione poteva cambiare se solo lui avesse fatto qualcosa per cambiarla ...il padre di mio figlio, dopo svariati mesi che diceva che gli mancava casa sua e che non si trovava qui decide che come riaprono le frontiere sarebbe tornato al suo paese ..paese in cui non aveva nemmeno un lavoro ad aspettarlo. Mio padre passa sopra al litigio, nonostante fosse stato un litigio bello pesante. Io non ho più stima nei suoi confronti dopo tutto ciò e tante parole dette offensive nei riguardi di tutti noi, ma penso nuovamente che per mio figlio devo dargli un altra chance ..che magari avrebbe capito che stava sbagliando e che gli serviva più tempo per abituarsi, e che si sarebbe impegnato ..lo lascio fare ciò che crede e il biglietto viene prenotato per il suo ritorno la ..prima che partisse, la ditta citata prima, nella quale lavora mio padre e che lo aveva fatto lavorare un paio di mesi chiede di lui a mio padre ..i capi sapendo che stava per tornare al suo paese dicono che se sa con certezza che tornerà tra qualche mese sono disposti ad assumere una persona nel frattempo e poi assumere lui. gliene parlo e mai ha detto che avrebbe accettato al momento ..rimane un discorso in sospeso ...arriva il giorno che parte e vai via. . Spero sempre in cuor mio che la situazione non poteva peggiorare, ma che la distanza lo avrebbe fatto riflettere. Inizialmente ci si sente quasi normalmente, con un po' di frecciatine da parte sua nei nostri riguardi. Poi inizia il periodo nero, con offese pesanti nei miei confronti e della mia famiglia ..sostiene che l abbiamo allontanato da suo figlio, che è colpa nostra ..ma lui ha deciso ciò e questo non gli entra in testa ..sostiene di voler il bambino la per un periodo ( in piena pandemia eravamo ancora) ..io ovviamente mi rifiuto di far andare un bimbo di 2 anni senza madre, di fargli affrontare un viaggio in pullman e soprattutto in questo periodo ..lui diventa più arrabbiato, continua a farsi paranoie mentali sostenendo cose assurde ..si aggiunge il fatto che le frontiere vengono chiuse per chi arriva dalla Serbia. Cosa che a mio parere non cambia, dato che non aveva intenzione di venire a trovare il figlio qui in Italia, lo voleva la... Io non ho mai vietato di fargli vedere il figlio tramite telefono ecc , a mio figlio non parlo male del padre e non voglio fare nessuna guerra...credetemi che tante altre persone al mio posto si sarebbero comportate in altro modo e avrebbero chiuso ogni contattato. La mia domanda dopo questo papiro, è come mi devo comportare ? Cosa fare per tutelare questo bimbo...dopo la bellezza di mesi siamo arrivati a un punto in cui lui ha capito che magari certe cose le ha sbagliate e ora accetterebbe di stare a casa col bimbo finché non impara la lingua e la sottoscritta a lavoro . Ovviamente tutto ciò non a casa dei miei genitori ...io non ho accettato perché la delusione è stata grande, le offese indicibili...e le scuse a mio avviso sono ingiustificabili ...non ho più credibilità in lui e chi mi dice che di nuovo non si porrebbe il suo problema del non abituarsi in un altro paese ecc ..perciò la mia affermazione è stata , tu puoi venire tranquillamente qui a fare il padre anche se non vivi con me ..hai i documenti, impara la lingua e trovi un lavoro, come hanno fatto tanti altri . Poi per il futuro di coppia si vedrà e non è importante per me, intanto fai il padre ... La sua risposta è stata che sarebbe stato più facile in due ...e che da solo non ha modo...perciò è come se si rifiutasse di compiere ciò ..ma i sacrifici dove sono?! Nostro figlio non è una valigia che dovrà fare avanti e indietro per vedere il padre .. io sono contraria a ciò che vada li soprattutto così piccolo....secondo voi come dovrei comportarmi? Il bambino è abituato fin da quando è nato a me ovviamente e ha sempre vissuto qui ..ha un rapporto fantastico coi i miei genitori, l altra nonna ( la madre del mio compagno) è venuta a trovarlo una settimana a settembre ..lei vive in Germania ed è separata dal padre di mio marito . . Io non vieto nulla a nessuno, loro non centrano nulla, tantomeno mio figlio che merita di vivere tutti i nonni e i genitori ...ma se il padre è la ?! Non ho ancora avviato la separazione ma credo che mi converrebbe farlo ...la cosa mi spaventa dal momento in cui mi sembra di aver capito che lui il bambino lo vuole vedere la ...e so che non accetterà le condizioni che verranno stilate ..non so più come tutelare mio figlio e come rendergli il rapporto con suo padre più sereno possibile

1 risposta degli esperti per questa domanda

Gentile Carla,

comprendo le Sue preoccupazioni, non deve essere semplice trovarsi di fatto senza il proprio marito e con un figlio da crescere. In questo i Suoi genitori La stanno aiutando e sono una grande risorsa. Lei ha sposato quell'uomo per costruire insieme un futuro ed il bambino piccolo ha bisogno della base solida ed unita di entrambe i genitori. Da quello che racconta, il padre di Suo figlio non appare attualmente in grado di essere né padre, né marito, né tantomeno di provvedere a se stesso ed abbia una certa difficoltà a sottostare a regole. Esistono leggi nazionali ed internazionali che tutelano i minori e, tenendo conto di quanto ha scritto, comprendo la sua esitazione nel far uscire Suo figlio dall'Italia per inviarlo dal padre in Serbia. Lui attualmente ha lasciato il tetto coniugale, anche se legalmente non c'è una separazione.

Per la tutela giuridica del bambino potrebbe contattare un legale che si occupi di minori.

Per quanto riguarda lei, invece, posso immaginare che il tradimento del patto affettivo concordato con Lei attraverso la relazione ed il Matrimonio, l'abbandono, tra l'altro di lei con un figlio, gli insulti nei confronti Suoi e della Sua famiglia siano per Lei un brutto colpo, una ferita che ha bisogno di ascolto. Per quello, se lo ritiene, la inviterei a rivolgersi ad uno psicologo per un supporto.

Ogni bene, di cuore.

drssa Chiara Lecca