La mia compagna mi offende, alzandomi le mani addosso con la speranza che anche io faccia lo stesso e offende la mia famiglia

Angelo

Gent.mi psicologi, vi contatto per trovare una soluzione al mio problema. Io e la mia compagna ( entrambi ventiseienni) stiamo insieme da due anni, lei è separata da un uomo che la picchiava sempre per ogni minima sciocchezza, ed ha una bambina di 6 anni, dopo circa 8 mesi che ci conoscevamo abbiamo deciso di prendere casa insieme, anche perché lei aveva un rapporto terribile con la madre, la quale tutti i giorni la malmenava e ingiuriava contro di lei, e anche di me la madre nn pensava bene, tanto da chiamarmi pezzente e morto di fame senza neanche conoscermi, tengo a precisare che lavoro con contratto regolare e guadagno una paga regolare da impiegato. Tornando a quando siamo andati a convivere, le cose inizialmente erano fantastiche, sentivamo di amarci alla follia, lei era tutto quello che cercavo da tempo, lei adorava la mia famiglia, mia madre le mie sorelle e mio padre, mentre entrambi decidemmo di nn aver più nessun rapporto con la madre e il padre di lei dopo quello che era successo. Nei mesi successivi la mia compagna rimase incinta e un mese prima del parto, decisi di ricucire i rapporti con mia suocera e così anche la mia compagna. Dopo la nascita di nostro figlio, le cose però sono un po' cambiate, la mia compagna ha iniziato a non prendere più iniziativa nei rapporti sessuali, prima conducevamo una vita sessuale tranquillissima, e l iniziativa era presa da entrambi, adesso invece ero solo io, e poi qualsiasi cosa era una buona scusa per litigare alla grande, offendendomi su ogni fronte, chiamandomi pezzente, accusandomi di far mancare tutto a mio figlio (cosa nn vera), alzandomi le mani addosso, con la speranza che anche io faccia lo stesso ( parole dette da lei), mettendomi a paragone con il suo ex marito e offendendo la mia famiglia, senza che ci fosse stato qualche litigio con loro, accusandomi di riportare ogni litigio fatto tra me e lei a mia madre e sparlare di lei, addirittura confidandomi di non aver nessuna fiducia in me, ed essere convinta che io abbia un altra relazione. Non so se questi comportamenti strani, siano stati dettati da qualche trauma post parto, o qualcosa si è spento e nn c'è ne siamo accorti, ho provato a chiedergli di contattare uno psicologo,a la sua risposta e stata negativa, voglio giocarmi tutte le carte prima di ricorrere a qualche avvocato per quanto riguarda il bambino, anche perché nn mi va di crescere mio figlio da lontano e poi perché vorrei che tornasse la persona che ho conosciuto due anni fa. Spero mi siate di aiuto, grazie in anticipo.

10 risposte degli esperti per questa domanda

La sua compagna evidentemente mette in atto gli unici meccanismi che conosce e che le sono stati tarsmessi sin dall'infanzia. Come mai non è accaduto prima con lei? Forse perchè non era in una situazione cosiddetta di stress, quindi riusciva a sostenere modalità di relazione adeguate alle situazioni; nel momento in cui si sarà ritrovata ad affrontare periodi critici quali una nuova maternità, un cambiamento forte nella vostra relazione precedente, una rottura degli equilibri (situazione più somigliante a quella col precedente compagno anche solo perchè ora siete anche voi entrambi genitori)le modalità relazionali sane e salutari sono crollate perchè sostituite da quelle solite (e paradossalmente rassicuranti proprio perchè note) di aggressività, sfiducia, screditamentoo e violenza. Posso solo dirle che potrebbe tentare di persuadere questa donna che ama ed è così sofferente a riconoscere quanto dolore antico si porta dentro e quanto, a causa di questo, sta condannando anche la sua vita, presente e futura, e quella dei bambini, a non incontrare mai la felicità per l'incapacità di costruirla e di goderne. Spero questa leva possa servire a convincerla di farsi aiutare. Molti auguri,
Buongiorno Angelo, purtroppo la situazione che lei racconta sembra essere molto complessa dal punto di vista relazionale. Se la sua compagna non ha intenzione di chiedere un aiuto psicologico, cosa che forse sarebbe anche opportuna, non può di certo farlo lei al suo posto! Mi spiego meglio: lei può solo chiedere un aiuto per se stesso, cercando magari uno spazio di riflessione sulla situazione che si è venuta a creare, il che potrebbe esserle di supporto per prendere una qualche decisione. Potrebbe pensare dunque di fare qualche colloquio psicologico per fermarsi a pensare quale potrebbe essere la soluzione migliore per lei e la sua famiglia. Se vuole può contattarmi, visto che è di Napoli.
Caro Angelo, è evidente che la tua compagna ha un trascorso di vita difficile e pesante ed è probabilmente a causa di quel trascorso che ora si comporta così. Può essere intervenuta sicuramente una depressione post partum a riacutizzare i sintomi di una patologia familiare che è rimasta silente per molto tempo. Ti consiglio di insistere nel provare a intraprendere una terapia psicologica, potreste farlo come coppia, oppure per iniziare potresti andare tu e cercare di capire come poter gestire la cosa per il bene del bambino. Sicuro che la famiglia di origine di lei è meglio tenerla lontana dalle vostre faccende, è la causa delle sue difficoltà e non è possibile risolverle in un sistema relazionale tanto difficile. Spero di averti dato delle utili indicazioni.
Dott.ssa Gloria Baisini

Dott.ssa Gloria Baisini

Brescia

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Caro Angelo, se la sua compagna ha vissuto un ambiente violento (mi racconta che la madre la malmenava e ingiuriava) è comprensibile anche la sua precedente scelta di stare con un uomo violento. In qualche modo lei ha appreso questo tipo di relazione affettiva e cerca di impostare le sue relazioni sulla base di quello che conosce. Non dà notizie circa il rapporto della sua compagna con il padre che potrebbe darci indicazioni circa i motivi che la hanno spinta a modificare il vostro rapporto in seguito al suo diventare padre. Oppure potrebbe essere che il riavvicinamento con la sua famiglia di origine l'abbia riportata a rivivere le sua difficoltà relazionali all'interno della sua famiglia e questo si trasferisce inevitabilmente sulla vostra di famiglia. Mi piacerebbe sapere inoltre se l'altra figlia della sua compagna vive con voi. L'unica che in qualche modo può dirci o far capire i motivi dei suoi comportamenti è la sua compagna, quindi la cosa migliore sarebbe una consulenza di coppia che possa poi indicare la strada per un eventuale psicoterapia di coppia o individuale. Nel caso in cui la sua compagna non sia disposta a mettersi in gioco e consultare un professionista, come tra l'altro già dichiara, potrebbe iniziare lei qualche colloquio allo scopo di considerare meglio tutti gli aspetti della vostra relazione e eventualmente modificare alcuni suoi comportamenti, cosa che creerebbe inevitabilmente "un movimento" nella vostra relazione. Resto a disposizione per eventuali chiarimenti, cordiali saluti
Gentile utente, la situazione è difficile e certamente la presenza di 2 bambini rende tutto più complesso...vorrei poterla aiutare ma attraverso un pc non è possibile fare più di tanto. Quello che mi sento di suggerire è un approccio più partecipativo, che tenga conto del fatto che se il vostro rapporto è arrivato a questo punto è perchè insieme lo avete portato fino a qui, e insieme potreste e dovreste lavorarci. Provi a riproporre alla sua compagna di andare da uno psicologo insieme, tutti e due, non perchè è la sua compagna ad avere bisogno di un aiuto personale, ma perchè è la vostra relazione che ha bisogno di un po' di cure, e che lei per primo è disposto a impegnarsi perchè le cose cambino. Saluti
Buongiorno Angelo. Le consiglio di provare a rivolgersi lei stesso ad uno psicologo, per meglio capire la sua complessa situazione. Il professionista potrà aiutarla a comprendere meglio i cambiamenti della sua compagna, ed a capire cosa fare. Cordialmente
Carissimo Angelo, sicuramente nella tua compagna qualcosa è accaduto, non so però dirti se si tratta di una ‘depressione post partum’ o di altra patologia poiché non ho sufficienti elementi per poterlo valutare. Comunque l’attuale situazione merita una sostanziale attenzione soprattutto per tutelare i minori (tuo figlio e l’altra bimba) e preservarli da ulteriori disagi emotivi-affettivi. Ritengo che tu abbia bisogno di essere guidato e sostenuto da persone qualificate a farlo, pertanto ti consiglio vivamente di consultare tu stesso uno psicologo/a per avere dettagliate spiegazioni e validi suggerimenti circa i comportamenti da adottare. Prova a rivolgerti all’ASL o ad un consultorio familiare. Ti faccio i miei auguri e ti saluto cordialmente.
credo sia necessario che la sua compagna riconosca che i suoi atteggiam e compo sono cambiati dopo la nascita di vs figlio; è altresì necessario che come tutte le vittime di violenza, fisica e psichica, si faccia a iutare in una fase della sua vita in cui sta assumendo gli stessi comportamenti dei suoi "persecutori" e sopratutto per evitare che il bambino possa diventare a sua volta, vittima di situazioni conflittuali e violente a cui è destinato ad assistere se la sua compagna non è in grado di controllare le sue esplosiaonio. E' fondamentale chiedere aiuto ad un esperto/a da solo non è in grado di aiutare chi, ha già difficoltà ad ammettere i propri problemi.
Dott.ssa M. Piera Nicoletti

Dott.ssa M. Piera Nicoletti

Pordenone

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Buon giorno Angelo, forse anzichè proporre uno psicologo alla sua compagna, potrebbe essere meglio accettato un percorso per la coppia. Da quello che scrive sembra che la sua compagna cerchi proprio qualcuno che la maltratti: di fatto per lei è sempre stato così, picchiata e umiliata dalla madre e dall'ex marito. Probabilmente per la sua compagna i rapporti affettivi sono sempre stati caratterizzati da violenza e ora stare con un uomo che preferisce parlare con lei anziché alzare le mani non rientra nel suo modello mentale. fatevi aiutare insieme. Poi la gravidanza, il bambino, la stanchezza e le responsabilità che un figlio porta, possono allontanare un po' la coppia o comunque modificare la relazione.
Caro Angelo, generalmente il post-parto per una donna può causare depressione, stanchezza, nervosismo e mancanza di desiderio sessuale. Invece, ritengo che l’aggressività della sua compagna, dipenda da un vissuto violento personale subito ed agito: una modalità comportamentale ed espressiva acquisite dall’ambiente di provenienza. Le consiglio di parlare con lei tranquillamente per supportarla a cambiare i suoi modi di “essere” con l’aiuto di un psicoterapeuta. Cordiali saluti
Dott.ssa Maria Zampiron

Dott.ssa Maria Zampiron

Padova

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