Un divorzio mai avvenuto

ANTONIETTA

Salve, mi trovo in una situazione al quanto complicata, ho una relazione con un uomo sposato o meglio separato da più di 7 anni ma per "ovvi" motivi ovvero per il bambino non sono mai giunti al divorzio. Spiegarle tutto l'accaduto sarebbe troppo lungo e complicato ma cercherò un modo più sintetico per poi arrivare al mio problema.Tra lui è la moglie il rapporto era finito ancor prima che io arrivassi, lei ha sempre detto di non provare niente per lui fino a mandarlo via di casa, infatti lui è stato via per 3 anni circa, ma un giorno per un malore del figlio ritornò a casa e da quel giorno non è andato più via, gli anni passavano... ma non facevano altro che litigare litigi a tutt'oggi "pesanti" il figlio ormai grande quasi 19 anni sa della nostra storia e con tutto ciò lui non riesce a parlargli,devo dire che non è semplice visto che il ragazzo non fà altro che infiere contro il padre,ad ogni occasione gli dice cose bruttissime. Ormai è più di un mese che noi non facciamo altro che litigare.. lui dice di amarmi che non può sare senza di me e che deve trovare un modo anzi il coraggio di parlargli, ma poco dopo mi dice che non può farlo e che il figlio non accetterebbe mai questa cosa, credo che può capire come mi sento ogni volta che lui cambia idea...Cosa posso fare io avvolte provo ad allontanarmi da lui ma l'unica sua reazione e starmi vicino più del solito mi fa capire in mille modi che non vuole perdermi, non fa altro che implorarmi di aver pazienza, ormai sono quasi 2 anni che va avanti la nostra relazione lui ha 46 anni ed io 35 sinceramente penso che siamo arrivati al "capolinea" le cose si complicano ogni volta.. ogni volta che c'è anche un compleanno bisogna sempre decidere o io o il figlio... questo perchè io vivo la sua famiglia in tutto e per tutto frequento i suoi genitori ormai anziani e i suoi fratelli/sorelle tutti contenti di vedere il fratello finalmente felice o meglio tutti contenti di rivivere il fratello... forse meritiamo entrambi un pò di serenità, La serenità che io vorrei dare anche al figlio. Cosa mi consiglia? Spero di cuore in una risposta grazie anticipatamente

9 risposte degli esperti per questa domanda

Gent. Sig.ra ciò che mi ha colpito nella Sua richiesta è l'età del ragazzo, 19 anni, con cui il padre è incapace di comunicare. Forse entrambi i genitori non hanno mai fatto chiarezza con il figlio che appare molto arrabbiato proprio per il fatto che, con molta probabilità,la separazione non è stata gestita bene. Infatti i genitori restano insieme fino a che la moglie manda via di casa il marito (non si sa perché e dove va in quei tre anni)malgrado, immagino, di comune accordo, avessero deciso di convivere da separati. Ora lui non riesce a comunicare con il figlio e a prendere una decisione sul vostro rapporto. Lei ha conosciuto il figlio? In che senso la famiglia "rivive" il figlio-fratello? Ipotizzo che il problema non sia tanto del ragazzo quanto del suo compagno che non riesce a gestire la situazione e a prendere delle decisioni. Sarebbe necessario approfondire le conoscenze sulla sua personalità. La saluto
Il Suo Lui(46 aa.)con il suo comportamento vuole accontentare un po' tutti (l'ex moglie,Lei, il figlio, i genitori, i fratelli/sorelle ...)ma in realtà non soddisfa e non sta' 'VERAMENTE' con nessuno!! neanche con sé stesso per 'ASCOLTARSI' seriamente e profondamente!! Dice che il figlio 'non capirebbe' ma un diciannovenne capisce benissimo tutto, forse non ce la fa ad accettare l' AFFETTO DIVISO dei genitori (per lui) perché gli stessi genitori non riescono a fargli percepire che il loro affetto - verso di lui - è sincero e completo. Il padre deve riuscire a trovare le parole e gli argomenti giusti facendogli capire quanto suo figlio é importante per lui!!! E' chiaro (quasi da manuale) che il ragazzo potrebbe non accettare subito l'ufficializzazione della vostra storia/unione e del definitivo divorzio ma con il tempo - e se entrambi i genitori opereranno in questo senso - capirà, accetterà e si potrà creare una nuova armonia! Il rischio che il 19enne si allontani - per un periodo - dal padre esiste ma ogni importante scelta di vita comporta un certo rischio da correre!! ma le scelte vanno - prima o poi - fatte ed ora mi sembra che per voi sia giunto il momento!! Anche da parte Sua Antonietta dovrà fare delle scelte e Lei già sa quali sono: la vostra storia si trova ad un bivio non fate perpetrare più a lungo questa relazione fatta un po' troppo di 'mutuo soccorso', e di continui rinvii che da troppo tempo si ripetono. Lui 'la implora di avere pazienza' ma cosa significa?? quali sono i presupposti per avviare una nuova vita insieme? oppure cosa manca? Verificate insieme se l'ostilità del figlio é diventato un alibi per non fare una scelta definitiva. Certe situazioni possono cronicizzarsi e durare nell'immobilità per molti anni. Non fate che ciò accada. Spero di essere stata utile e rimango a disposizione per ulteriori ed eventuali chiarimenti. L.T. atesa
Comprendo il suo bisogno di serenità, da estendere anche al suo uomo e al figlio e, magari, anche alla ex-moglie, anche se questo credo che non la riguardi. Ciò che la riguarda, e molto, mi pare che sia la sua serenità, alla quale potrebbe iniziare a pensare, ascoltando, innanzitutto, i suoi bisogni. Quelli del suo uomo e del figlio, mi sembra che vadano in secondo piano, non le pare? Non ho ricette né consigli preziosi, solo il buon senso di dirle di iniziare a pensare a sé, alla sua vita, a ciò che vorrebbe farne e a come potrebbe migliorarla qualitativamente. Personalmente, credo che un ragazzo di 19 anni, possa anche essere arrabbiato con il padre. Il problema, mi sembra, è che un uomo di 48 anni non trovi il coraggio di parlarci e creare una relazione con lui all’interno della quale possa essere inserita anche lei. Mi sembra che inserirla tra genitori anziani, fratelli e sorelle felici del ritrovato fratello, sia stato più semplice, no? Ma, mi domando e le domando, chi si occupa di lei, Antonietta, chi pensa a lei? Mi sa che l’unica che può fare qualcosa è solo ed esclusivamente lei.
Dott.ssa Giulia Checcucci

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Firenze

La Dott.ssa Giulia Checcucci offre supporto psicologico anche online

Gentile Antonietta, la situazione che descrive appare complicata ed è comprensibile il suo sentire di essere arrivati al "capolinea". E' difficile, per non dire impossibile, darle in questa forma alcun tipo di "suggerimento", anche perchè non esiste una "strada" giusta e una sbagliata. Occorre che lei capisca, ascoltandosi profondamente, quanto il continuare a tenere in piedi questa storia sia comunque qualcosa che continua a nutrirla affettivamente, o quanto, davvero, non riesca ad intravedere la possibilità di un cambiamento e quindi del raggiungimento di un equilibrio che per ora non c'è mai stato. Per riuscire in questo è possibile che senta il bisogno di farsi aiutare professionalmte e consideri questa un'opportunità di crescita e di scoperta di nuove consapevolezze su di lei. La saluto augurandole di trovare la sua "strada".
Dott.ssa Irina Boscagli

Dott.ssa Irina Boscagli

Firenze

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Salve Antonietta. In quello che lei ha cercato di sintetizzare, trovo ci sia qualcosa qua e là che stona al mio orecchio: una moglie, o forse è meglio dire una ex moglie (nelle intenzioni per lo meno ma ahimè non nella realtà dei fatti) che non ha mai amato il marito, che l'ha cacciato di casa ma che l'ha prontamente riaccolto dopo il malore del figlio; un marito che a quanto pare subisce passivamente le decisioni della moglie e i comportamenti del figlio col quale non ha un buon rapporto ma che invece agisce attivamente sulla relazione che da due anni ha intrapreso con lei; un uomo che dice di amarla, che non può vivere senza di lei, che non la vuole perdere ma che non fa nulla di concreto per dimostrarlo se non chiedendole pazienza; ed infine una donna che merita serenità che cerca però in una relazione con un uomo sposato. Diverse contraddizioni sulle quali forse è necessario fare più chiarezza, contraddizioni che probabilmente l'hanno messa in confusione (senza che se ne rendesse conto) più dei repentini cambiamenti d'idea di quest'uomo sul portare “alla luce” la vostra relazione. E ora si chiede: “Cosa posso fare io?”... mentre io “provocatoriamente” le chiedo: “Cos'ha fatto lei fino ad oggi per migliorare la situazione?”. Ha provato ad allontanarsi ma non ci è riuscita e attualmente si trova intrappolata in un gioco di forze che vede come contendenti lei e il figlio dell'uomo che frequenta. Lei ha detto: “Vivo la sua famiglia”, affermazione che mi ha particolarmente colpita e che trovo azzeccatissima. Non solo vive la famiglia d'origine di quest'uomo ma anche la famiglia che ha formato col suo matrimonio. Vive i genitori e i fratelli di lui ma ne vive anche la moglie e il figlio! Vive gli altri o forse è il caso di dire che si lascia vivere dagli altri ma vive poco se stessa. Viva innanzitutto per se stessa, cerchi la sua felicità, la sua serenità e solo dopo averle trovate potrà eventualmente colmare quelle altrui, che si tratti dell'uomo che ama o del figlio al quale non vuole rinunciare.
Cara Antpnietta la situazione descritta è simile a tante altre dove l'uomo non decide mai sia per la sua insicurezza sia per la classica sindrome del peter pan. Rispondere ad una così complicata situazione via mail non è semplice poichè molti sono i fattori da esaminare. Quindi consiglio che vi consultiate con uno psicoterapeuta familliare che può aiutarvi in una cosi complicata situazione relazionale. Auguri
Cara Antonietta, la sua situazione problematica accomuna tante donne che amano il proprio uomo più di se stesse. Si ritrova in una situazione critica in cui il suo compagno le dice di amarla e teme che lei possa lasciarlo, ma allo stesso tempo non sembra intenzionato a fare nulla affinchè la vostra relazione possa crescere e diventare più soddisfacente per entrambi( mi riferisco a comportamenti che possano dimostrarle la sua volontà di costruire qualcosa con lei). Il "bambino" ormai è cresciuto e capirebbe se il padre riuscisse ad avere le idee più chiare circa la vostra relazione. Molte persone hanno difficoltà a separarsi e preferiscono lasciare immutata la propria vita piuttosto di prendere decisioni "impegnative" ed evolutive. Lei si concentri sui suoi bisogni, lui ha la possibilità di scegliere lei ed iniziare a crescere insieme in una relazione che non può sempre vederla in panchina o accettare che lei faccia la sua strada, scegliendo una forma di amore più maturo e più sano che di sicuro merita. Se non ha le energie per affrontare da sola queste scelte può farsi aiutare da qualcuno, ma non demorda! Cari auguri!
Gentile Antonietta, la sua storia è dolorosa come tutte le storie in cui ci si sente non riconosciute. Io credo che lei abbia bisogno anzitutto di credere in se stessa. Forse la sua difficoltà a separarsi da questo uomo ha a che fare vissuti di abbandono non elaborati nel suo passato che rendono ora difficile percepirsi come persona che meriti amore. Credo che sia necessario un periodo di consulenza con un terapeuta nella sua città che sappia accompagnarla in questo percorso. La saluto con simpatia
Salve Antonietta, intanto complimenti per la chiarezza con cui ha espresso il suo problema. La soluzione si capisce dalle sue parole. Il problema tra lei è il suo compagno è il mancato svincolo dalla situazione precedente, per cui se lui non si separa dalla precedente relazione, è molto difficile che riesca a crearne uan nuova. La presenza del figlio, è probabilmente legata ai conflitti presenti nel rapporto con la moglie, lui si è assunto probabilmente il compito di tenere i genitori uniti, ma questo non ha dato grossi giovamenti a nessuno, vista l'alta conflittualità presente. Lei potrebbe aiutare il suo compagno a cercare un aiuto per uscire da questa situazione confusa, e allo stesso tempo capire perchè si è messa in una situazione così complicata. Chieda aiuto ad un professionista che abita nella sua zona, potrebbe aiuitarla a fare maggiore chiarezza su quanto le sta succedendo. La saluto e le auguro di star meglio