Dott.ssa Anna Antinoro

Dott.ssa Anna Antinoro

psicologo, psicoterapeuta, analista transazionale

Ho paura che mia figlia grande mi veda come un mostro

Buonasera, sono mamma di due bambine. Una di 3 e una di 2. Ho paura che mia figlia grande mi veda come un mostro. Quando tratta male la sorella, o quando piange disperatamente per la televisione, quando vuole per forza stare in braccio io mi arrabbio e inizio ad urlare, non faccio altro ma urlo addosso a lei. Subito dopo sto male, piango, non dormo la notte e mi metto nel letto con lei e l'abbraccio forte. Ho paura che possa pensare che sono un mostro che la tratto male, che non le voglio bene, che le possa fare del male (cosa che non ho mai fatto e mai farò ). Purtroppo quando perdo la pazienza urlo e sfogo la mia rabbia urlando. Ho paura che non mi senta abbastanza madre

Buonasera, dalle sue parole si evince una preoccupazione forte per la sua bambina in relazione a quella che lei riconosce essere una situazione fortemente stressante per lei. Lo stress è un fattore da non sottovalutare e da prendere attentamente in considerazione.

Essere mamma è porta un'importante cambiamento nella vita di una donna e in particolar modo, essere mamma di due bambini piccoli richiede un'attenzione maggiore poiché aumentano le richieste.

Lavoro nel settore dell'infanzia e con i genitori da molto diverso tempo e mi preme sottolineare l'importanza delle emozioni e il loro modo di manifestarsi, sia dei bambini che dei genitori. I bambini quando fanno i "capricci" stanno chiedendo nel modo in cui conoscono, la soddisfazione di qualche bisogno che per loro è importante ma non viene sentito. Lei non dà informazioni riguardo a questo ma, in base all'età delle sue bambine, immagino che entrambe siano bisognose del loro spazio. La bambina più grande avendo solo un anno di differenza dall'altra è possibile che abbia sentito in qualche modo uno spazio che le è stato "rubato" da qualcun'altro in un momento in cui ancora ne aveva necessità.  Ovviamente non se ne faccia una colpa ma lo esamini come dato di realtà. Questo porta in chi patisce l'arrivo del fratellino uno stress in più. 

Dall'altra parte lei, affaticata da questo è possibile che si trovi combattuta tra il bisogno di riposo, il bisogno di stare con le bambine e il bisogno di un pò di tempo per lei. Urlare e arrabbiarsi in un momento di fatica è normale ma è importante che venga colto come un segnale chiaro di "attenzione" per il proprio stato interno. E' bene in questo senso che la rabbia non diventi uno sfogo, ma che porti ad un'occasione di crescita.

L'ambivalenza emotiva (dalla rabbia, al pianto di dispiacere , all'abbraccio per riparare alla rabbia) crea confusione. La prima confusione sembra legata al suo essere mamma "se mi arrabbio non sono una buona mamma. Mi sento in colpa ... Mi pento e l'abbraccio" ... Non ascoltare e riconoscere le proprie emozioni porta a vivere uno stato di confusione, in chi li vive e in chi c'è attorno. Tutto questo genera caos.

Ci sono modi per imparare ad ascoltare quello che succede quando ci si arrabbia e quando si sente che sta per arrivare un momento di forte angoscia e stanchezza. Se si impara questo sarà possibile anche dare un modello in cui l'emozione non è censurata ma autorizzata. Arrabbiarsi è sano, essere tristi anche. Ogni emozione ci comunica qualcosa e in questo senso, è bene ascoltarla. (la invito a vedere "Inside Out" se non l'ha già fatto. Insegna molto sulle emozioni).

Il fatto che lei si fermi ad ascoltare queste paure, fa già di lei una buona madre in ascolto. Chiedere aiuto è un ottimo punto di partenza per un lavoro con se stessi. Ci pensi, sono a disposizione nel caso.