Dott.ssa Anna Antinoro

Dott.ssa Anna Antinoro

psicologo, psicoterapeuta, analista transazionale

Frequento un ragazzo che in passato ha sofferto di disturbo bipolare

Gent.mi, ho 38 anni e da circa due mesi frequento un ragazzo che ne ha 39 e che, fino ad ora anche se è un periodo breve, si è comportato con me in maniera ineccepibile!!!! L'altra sera mi ha detto che gli sembrava corretto dirmi una cosa su di lui molto personale: mi ha raccontato che da adolescente era una persona egoista ed era convinto che lui fosse perfetto, poi a 23 anni si era innamorato e, dopo che la ragazza l'ha lasciato, ha avuto un esaurimento nervoso. I suoi genitori spaventati l'hanno portato da un psichiatra che gli ha diagnosticato un disturbo bipolare (stando a lui perchè poco dopo si era comprato una macchina... una golf) con prescrizione di terapia farmacologica che prosegue tutt'ora. Lui mi ha confessato che i farmaci continua a prenderli soprattutto per far star tranquilli i suoi genitori ma non con regolarità perché dice di non percepire differenze fra quando le prende e quando no. Ho apprezzato molto il suo gesto di sincerità nei miei confronti, siamo stati a parlarne per tutta la serata, ma io mi sono sentita male.... Le mie domande sorgono spontanee: la diagnosi era corretta? Perché lo psichiatra che l'ha in cura non gli propone di provare a diminuire i dosaggi per vedere cosa succede ? Potrebbe avere un senso fare altri consulti? Io lavoro in ospedale e conosco i vari approcci dei medici.... C'è chi prima di darti un farmaco passano mesi e chi invece li prescrive con troppa facilità.... ma capisco anche che non dev'essere facile gestire una situazione del genere! Non esiste un esame diagnostico, qualche tipo di rmn, in grado di valutare se il problema esiste a livello cerebrale? Vi ringrazio in anticipo per il valido supporto che darete, ho letto alte domande e risposte e le ho veramente apprezzate! Viviana

Gentilissima Viviana,

è difficile sapere se la risposta dello psichiatra fosse o meno corretta non avendo possibilità di vedere direttamente il ragazzo. Da ciò che racconta è possibile che lui abbia passato un momento della sua vita molto difficile che ha portato a delle evidenti difficoltà in quel momento. 

Come però accade nella vita, nulla si crea, tutto si distrugge e tutto si trasforma, quindi è possibile che lui attualmente avendo trovato equilibrio in altre situazioni, stia compensando questo "disturbo" che è stato diagnosticato un pò di anni fa tirando fuori un sacco di risorse. Per capire com'è la situazione (anche a livello farmacologico) è opportuno fare una nuova visita (magari con un parere psichiatrico diverso) per fare un aggiornamento.

Al di là di questo però mi chiedo quale sia il suo vissuto in relazione a questa "diagnosi" detta dal suo ragazzo che, come giustamente ha notato, ha tirato fuori una vulnerabilità passata importante (e questo sembra un segno di grande intimità tra voi e di fiducia). Ora che ha saputo questo pensa che la conoscenza tra voi possa cambiare? come è stata a saperlo? dalle sue parole sembra che ci sia della paura (ed è anche legittimo conoscendovi da poco). Se riesce a focalizzare su cosa verte questa sensazione, penso che sia importante darsi la possibilità di parlarne con lui, per conoscere anche quali sono state le sue sensazioni. COme lui è stato onesto con lei penso che lei possa darsi il permesso di fare altrettanto per magari cominciare ad affrontare il tutto insieme in un'ottica di crescita. Siete all'inizio della vostra conoscenza e se ha il piacere di continuare questa storia, la base dell'autenticità mi sembra ottima.

Resto a disposizione