Dott.ssa Anna Antinoro

Dott.ssa Anna Antinoro

psicologo, psicoterapeuta, analista transazionale

Da tempo covo un malessere che mi trattiene dal vivere

Salve a tutti. Sono Elettra, ho 18 anni. Ho deciso di scrivervi perché da tempo covo un malessere che mi trattiene dal vivere. Sono sempre stata una bambina taciturna e solitaria, a detta degli altri molto intelligente, anche se ho sempre faticato a crederlo. A scuola ho conseguito risultati eccellenti, ma gli standard richiesti erano bassi e i miei risultati sono dipesi per lo piú da uno scarso interesse dei docenti nello svolgimento della loro professione o peggio di una loro scarsa preparazione. Ho pertanto costruito una preparazione culturale parallelamente a quella scolastica e forse é stata questa a essere premiata. La mia curiositá mi spinge ad approfondire le discipline piú disparate, ma a distanza di tempo non riesco a richiamarle alla mente in quanto mi sembra di immagazzinarle sottoforma di ammassi globulari, “immagini mentali“, che non si prestano a essere tradotti in un flusso di parole. Ogni volta che esprimo qualcosa, oserei dire che ció che ne viene fuori costituisce un decimo del concetto originario. Premetto che oltre che dai miei coetanei mi sono sempre trovata isolata dai miei familiari, a causa di un disprezzo da parte loro della mia “diversitá“, che ritengo sia, invece che un fattore negativo, una visione molto piú lucida della realtá. Mi sembra chiaro ricondurre le mie difficoltá comunicative e mnemoniche alla scarsa tendenza alla socializzazione, ma adesso che mi approccio agli studi universitari non mi sento all'altezza della situazione. So di essere potenzialmente capace di comprendere anche concetti complessi, ma nel momento in cui cerco di dialogare anche solo con me stessa riguardoo a essi é come se mi paralizzassi. Molto spesso, anche nelle uscite con gli amici, mi isolo, ma non sono tanto immersa nei miei pensieri quanto in un vuoto, e non solo quando sono con gli altri, come se i miei processi mentali fossero oscurati alla mia coscienza, inconsci. Chiedo scusa per la narrazione un po' discontinua, é solo che non so bene come porre il problema. Forse sarebbe opportuno aggiungere che sono solita avere pensieri negativi e istinti suicidi da quando avevo circa 13 anni.

Buongiorno Elettra,

sembra molto faticoso quello ciò che vivi e racconti. Se da quando aveva 13 anni ti porti dietro questi vissuti è perchè probabilmente da quel momento qualcosa ha cominciato a prendere consapevolezza e ad emergere. 

Il bisogno di conoscere e sapere un pò di più spesso si lega ad un'insicurezza personale in cui c'è l'idea che se non raggiungi un determinato risultato non vali. Il vuoto mnemonico nel parlare, spiegare e raccontare invece parte da un'elevata ansia prestazionale che, poco prima della prestazione porta a "rimuovere" ciò che si sa e che viene saputo. Da quello che dici sembra che questa sia legata alla socialità e alla relazione con gli altri.

Ti definisci "diversa" dagli altri e lo etichetti come motivo di esclusione da parte della tua famiglia. E' importante che in questo tu possa essere rassicurata prendendo atto che tutti siamo diversi nella nostra unicità. Non lasciarti da sola e inizia a parlare con qualcuno di esterno (così lo puoi prendere come stimolo per allenarti alla socialità) che possa darti informazioni o stimoli per ciò che chiedi.

Se sei cresciuta tra i libri, nella cultura e nella ricerca di sapere è perchè hai bisogno di capire qualcosa in più.

Resto a disposizione.