Dott.ssa Anna Antinoro

Dott.ssa Anna Antinoro

psicologo, psicoterapeuta, analista transazionale

Mia figlia di 14 anni non riesce a fare amicizie

Buon giorno, sono una mamma di 41 anni che cresce da sola con difficoltà economiche e tanto amore una figlia di 14 anni. E' felicissima di essere uscita dalla brutta esperienza delle scuole medie, sempre messa da parte e presa in giro perché non era magrissima, perché non si comportava come gli altri, che disturbano, ridono di tutto e di tutti. Non si è mai inserita, ha subìto anche molti atti di bullismo. Non rendeva molto a scuola, stava perdendo la fiducia in se stessa. Ora finalmente al liceo, un ambiente a lei più congeniale, tutti interessati allo studio, tutti corretti e gradevoli. Ma lei ancora non riesce a farsi amicizie da frequentare fuori dall'aula. Si sentiva la ragazza più felice del mondo all'idea di poter uscire con degli amici, e invece niente. Comincia a frequentare qualcuno e poi viene sistematicamente allontanata. Lei ne soffre tantissimo, ed io per lei. Alla fine sta sempre con bambini più piccoli (sua sorella, i bambini della parrocchia a cui fa catechismo, i bambini in palestra, ecc) o con adulti. Io non esco nel tempo libero, e non frequento più con loro il mio vecchio gruppo di amici, per ragioni e economiche e per divergenze di opinione. Non so come darle una mano a farla venir fuori, è così bello sentirla ridere felice, ormai accade sempre più raramente. Io alle volte penso che lei risulti noiosa ai coetanei, perché non entra in sintonia con la massa. Cosa posso fare per lei? Cerco di rincuorarla e di consigliarle di approcciare delicatamente una conoscenza, senza sembrare un tornado invadente, perché per l'emozione lei tende ad assolutizzare le persone, e parlo molto con lei. Ma tutto quello che faccio è nullo. Come posso aiutarla?

Buonasera Concetta,

il fatto che lei le stia accanto e la supporti, non è qualcosa di nullo ma di fondamentale importanza. Probabilmente sua figlia ha delle resistenze più forti che le impediscono di fidarsi dell'altro o dal mostrarsi desiderosa di relazione.

Ho usato la parola "fiducia" perchè tendenzialmente quando si fanno scelte di questo tipo, sopratutto in piena adolescenza come sua figlia, spesso la sensazione che ho è che non ci si fidi molto dell'altro e che si abbia paura di qualcosa. Inoltre, dalla storia scolastica che racconta, sembra che non abbia avuto buone esperienze di socializzazione e quindi rifugiarsi in un posto con più piccoli o più grandi, potrebbe sembrarle più sicuro.

Mi colpisce molto il parallelismo che fa con lei, che sceglie per divergenze di opinioni di non frequentare altre persone e non uscire molto. I figli spesso usano i genitori come modelli ed è possibile che si creino delle idee di se e del mondo in base a quelle che hanno vissuto in casa. Magari avendo anche lei avuto esperienze di spiacevoli socializzazioni, questo rinforza il suo isolamento. 

Le consiglio eventualmente di parlare con un terapeuta che possa eventualmente seguire sua figlia per aiutarla a prendere fiducia nell'altra, ma anche in se stessa. Dall'altra parte se posso darle uno stimolo, se le fosse possibile avere delle relazioni e degli spazi di fiducia con l'altro, potrebbe dare a sua figlia degli spunti interessanti di incontro con l'altro. Ovviamente non è un compito e non le chiedo di sforzarsi, ci mancherebbe, ma penso sia importante che il nostro pensiero rimanga coerente con il nostro stile di vita, altrimenti si rischia di non essere creduti.

Ad ogni modo voglio rinforzarle di nuovo il fatto che i suoi tentativi non saranno e non sono nulli, soprattuto se fatti con il cuore e per il bene di sua figlia. Anche se ora non sembra attecchire, sua figlia non lo dimenticherà.

Per qualsiasi cosa resto a disposizione