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Dott.ssa Maria Greco

Psicologa, Psicoterapeuta

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Dott.ssa Maria Greco

Psicologa, Psicoterapeuta

  • Lecce

Finalmente il mio malessere ha un nome: disturbo di Borderline

Salve,

vorrei raccontarvi la mia storia, così da avere qualche parere in più.

Ho quasi 28 anni e ogni giorno lotto contro questo male invisibile, che molte volte mi paralizza. La mia adolescenza è stata travagliata, i fenomeni di bullismo sono subentrati presto nella mia vita, sin dai tempi delle scuole elementari. La cosa peggiore però erano i litigi in casa, costanti, tra mamma e papà. Mi sentivo come se fossi tra due fuochi ed impotente di fronte alla gravità della situazione.

Ricordo che durante l'adolescenza ero una ragazza molto taciturna, con poche amiche, ma una di esse è stata importante perché mi ha indirizzato verso una psicologa. Quindi a 19 anni ho iniziato un percorso terapeutico che è durato sette anni, al termine dei quali la mia psicologa mi ha indirizzato al CPS della mia prpvincia. Lì mi hanno diagnosticato una psicosi che però si è dimostrata incorretta.

Infatti il mio psicologo attuale, molto competente, mi ha detto chiaramente che il mio è un disturbo borderline con sintomi psicotici. Quindi con lui dovrò prima eliminare questi sintomi e poi lavorare sul mio disturbo vero e proprio. Il fatto è che io sto prendendo un farmaco antipsicotico per i sintomi sopra citati, ma non sto prendendo nulla per il disturbo borderline. È il caso di rivedere la terapia o vado avanti senza prendere nient'altro finché non sarà arrivato il momento di affrontare il problema grosso? Inoltre ho molta paura di metterci tanto tempo a guarire, lo psicologo mi ha detto che ci vorranno degli anni, ma intanto la mia vita scorre e io cosa faccio? Non sono utile per nessuno, non riesco neanche ad alzarmi dal letto quando sono giù e andare a correre o visitare città come mi ha consigliato il mio psicologo. Non ha senso andare avanti con il solo scopo di lottare contro questo male e non riuscire a godersi la vita. Non ho mai tentato il suicidio però capisco bene chi lo fa e i trova nelle mie condizioni. Ho sempre bisogno di un punto di riferimento senza del quale mi sento persa. Non riesco a trovarmi un lavoro per paura di non essere continuativa e di mollare subito come ho fatto in moltri altri ambiti della mia vita. Sono alla ricerca continua della conferma che sono una nullità e una brutta persona. Vi chiedo di darmi il vostro parere, se la mia situazione è così grave, se posso diventare una persona come le altre tranquilla e serena. Grazie

Buongiorno Stefania,

il collega che la segue, a differenza di noi, ha gli elementi e il giusto contesto per esserle di aiuto. Le suggerisco, quindi, di approfondire con lui le domande che ha posto a noi.  

Riguardo agli aspetti che di sè stessa non le piacciono, e di cui parla a noi, essi sicuramente sono temi del lavoro terapeutico che sta compiendo con lo psicologo che la segue.

... ... ...

Stefania, comprendo che lei desidererebbe ottenere dei cambiamenti i più rapidi possibili, ma è anche vero che il cambiamento avviene quando, di fatto, “si mollano” i modi di fare disfunzionali (al proprio benessere).

Comprendere gli aspetti del suo modo di fare che non funzionano - e che non sono nemmeno più graditi a lei - è un punto di partenza del suo lavoro personale. Il punto d'arrivo, invece, dipenderà da quanto lei sarà disposta a lavorare su sé stessa per sostituirli con azioni più creative e più funzionali al suo benessere globale.

La durata e la riuscita della psicoterapia, di fatto, dipenderanno da quanto lei farà in modo che il cambiamento - immaginato e desiderato - accada. 

 

Sperando di averle chiarito qualche idea, le porgo cordiali saluti

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Dott.ssaMaria Greco

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