Come aiutare mio figlio a socializzare con i coetanei

Buongiorno, ho un meraviglioso bambino di 6 anni, dolce, sensibile ed intelligente. È sempre stato un bambino razionalmente molto precoce, ma in difficoltà a relazionarsi ad altri bambini, soprattutto maschi coetanei. Ha iniziato di recente la scuola elementare e, nonostante siano presenti alcuni vecchi compagni della materna, lui fa fatica a fare amicizia e mi sembra solo.

Quando vado a prenderlo lo osservo da fuori e lo vedo spesso solo, appoggiato ad un albero, oppure che gironzola guardando per aria. Dice che gli altri bambini non vogliono giocare con lui. È figlio unico e noi genitori abbiamo sempre giocato molto con lui, ma ultimamente mi sto chiedendo se questa modalità non abbia avuto l'effetto di allontanarlo dagli altri bambini.

Se vede bambini della sua età o più grandi si allontana, mentre cerca di relazionarsi con i bambini più piccoli. Le uniche amicizie che ha stretto un po' sono sempre state con femmine (un po' maschiaccio) o bambini un po' emarginati, l'ultimo arrivato oppure il bambino isolato: un periodo della materna aveva legato molto con un bimbo straniero molto in difficoltà, che non parlava neanche bene l'italiano. Dopo circa un anno quel bimbo si è finalmente inserito, ha iniziato a giocare con gli altri e mio figlio non è più stato suo amico! Come a dire: se non sei emarginato non fai per me!

La cosa in generale mi preoccupa, non vorrei trascurare una difficoltà che potrà peggiorare con l'età, ma neppure esagerare drammatizzando la situazione più del necessario. Ultimamente lui si è accorto che sono interessata a questo aspetto: appena parla con un bambino mi racconta subito di aver fatto amicizia ma se gli chiedo come si chiama, cosa hanno fatto insieme ecc., non sa rispondermi!

Vi ringrazio infinitamente per la risposta

Le suggerisco di rivolgersi ad uno psicoterapeuta. È necessario approfondire la sua descrizione con aspetti relativi agli eventi legati alla sua nascita, al concepimento, agli eventi legati alla nascita di voi genitori. Per le problematiche legate all infanzia si ricercano aspetti trigenerazionali che possano essere stati determinanti un blocco emotivo. Potrebbe anche da sola fare una autoanalisi su dei parametri generali, purtroppo senza la validazione esterna di uno psicologo rischierebbe solo di confermarsi idee che ha già e che fino ad ora non le sono stati sufficientemente utili per aiutare suo figlio. Le suggerisco banalmente di non sottoporlo allo stress della pressione che da parte di un genitore viene spontanea ... quindi di eliminare frasi come “perché non fai amicizia? ... “ ecc 

se il bimbo sapesse cosa lo pone in difficoltà relazionale lo direbbe, quindi potrebbe essere inutile e controproducente, lo metterebbe nella convinzione negativa di essere diverso e sbagliato. 

Spero di essere stata chiara... non ho il tempo di rileggere quindi mi scuso per eventuali errori commessi per velocità