Mia sorella maggiore mi sorprese a masturbarmi e per me fu uno shock

ernesto

Salve sono un uomo di 39 anni.all'eta'di 11anni ho iniziato come tutti gli adolescenti a masturbarmi. Un pomeriggio come sempre mi nascosi in bagno dimenticandomi di chiudere a chiave tante'che mi sorprese mia sorella maggiore a masturbarmi. Fu uno schoc per me.premetto che vengo da una famiglia numerosa: 4 maschi -4 femmine. Sta di fatto che un giorno a cena lo racconto' a tutti senza mezze misure. IL MIO imbarazzo fu cosi forte che diventai Rossissimo e tutti risero.Da quel maledetto giorno la mia vita cambio' totalmente. Per 28 anni e ne soffro ancora nn mi sedetti piu' a tavola a mangiare con loro perche' bastava una banale domanda o uno sguardo che diventavo rosso. Aspettavo che finissero loro di mangiare e molto piu' tardi andavo in cucina a mangiare si fa per dire. Mi sono nutrito Di caffe'e latte per anni. Purtroppo questo mio disagio si manifestava con gli amici con le ragazze. Per evitare questo Mio disagio rinunciavo a tutto. La serata in pizzeria ecc.ecc Poi nel 2008 un'esplosione emotiva, un fortissimo attacco di Panico in un ristorante poi subentro' la depressione ecc. Dimenticavo in tutti quegli anni cercavo di aggirare il problema facendomi le lampade abbronzanti in inverno e in estate sole sole.era l'unico modo per nn rinunciare ad una vita normale che mi e' stata tolta. Da quel episodio ad oggi nn ho piu'rapporti con mia sorella anzi provo odio. Grazie per avermi dato l'occasione di raccontare la mia esperienza Distinti saluti

14 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno e benvenuto. 

Dalle sue righe emerge quanto disagio e sofferenza ha provato dal momento di quell'episodio, che per lei ha costituito una sorta di "punto di rottura" dalla vita che conduceva sino a quel momento. Ci sono dei momenti così intimi della nostra vita, che se qualcuno ci sorprende, ci osserva accidentamente ci sentiamo violati nel profondo. Soprattutto perchè la situazione da lei descritta riguarda un periodo della vita molto delicato, la pubertà e l'adolescenza, in cui ci scopriamo e cerchiamo di conoscerci da tutti i punti di vista.  E' dunque totalmente comprensibile la sua reazione e il suo dolore, anche tenuto conto del fatto che sua sorella l'ha verbalizzato davanti a tutta la famiglia, dando maggior rilievo all'accaduto. Tant'è che queato disagio si è ripresentato poi per gli anni successivi ed anche fuori casa. Lei ha cercato e cerca come può di aggirare questo disagio. Ciò che posso aggiungere è che questo peso che si porta dentro, forse vale la pena di aleggerirlo un pò. Provi a contattare uno psicoterapeuta e fare qualche seduta per capire quale percorso si può fare insieme. Rimango a sua disposizione. Cordiali Saluti. 

Buongiorno egr. Ernesto, dal suo racconto si possono desumere due problematiche ben distinte: la prima, legata al racconto che sua sorella fece, che probabilmente ha stimolato un diturbo post-traumatico ovvero le ha generato un trauma significativo che deve essere trattato.la seconda invece mi pare legata alla sua eritrofobia, la paura di arrossire, per la quale negli anni ha messo in atto molti evitamenti (no ristoranti, lampade ecc...) che di fatto hanno mantenuto il problema; anche in questo caso sarebbe opportuno cercare di esporsi sistematicamente agli stimoli temuti per facilitare un naturale adattamento dell'organismo agli stimoli stessi riducendo quindi il rossore. Distinti saluti

Caro Ernesto, quello che racconti è stato per te un evento particolarmente traumatico, visto che ha condizionato tutta la tua vita fino a questo momento. Quello che non capisco è perchè nessuno si è mai preoccupato di fare qualcosa per te, visto il disagio forte che da allora ti ha colpito e che ti ha portato e ritirarti anche in famiglia. Nessuno mai dei tuoi familiari, genitori o altri fratelli, è mai venuto a chiederti cosa stesse accadendo? Il fatto stesso di poterne parlare ti aiuterebbe ad affrontare questo problema. Per questo ti consiglio di rivolgerti ad uno psicologo della tua zona in modo da avere un sostegno valido per provare una volta per tutte a superare il problema. Anche se adesso ti sembra insormontabile ti assicuro che la cosa sarà risolvibile, anche perchè, come tu stesso riferisci, la pratica della masturbazione è del tutto normale e chiunque la mette in atto, non c'è niente di male nè di sbagliato nel fatto di poter finalmente vivere la cosa con maggiore libertà. Spero di esserti stata d'aiuto.

Dott.ssa Gloria Baisini

Dott.ssa Gloria Baisini

Brescia

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Cara Ernesto, la sua difficoltà probabilmente e' riconducibile ai suoi vissuti, alle relazioni con i suoi genitori o le figure di accudimento, il suo IO al momento non e' stabile, e' oppresso da vincoli e "chiusure" imposte dal suo contesto. Il trauma di quel giorno potrebbe non essere mai stato superato. Sarebbe molto importante inoltre poter esplorare i suoi lutti e come ha vissuto l'infanzia. Comunque ritengo abbia tutte le risorse e possibilità per risolvere la sua difficoltà. Se vuole fare un primo colloquio gratuito nel mio studio a Bergamo non esiti a contattarmi,

Caro signor Ernesto, é evidente che il suo fastidio e il suo imbarazzo sono stati davvero laceranti e hanno determinato la sua vita. VUola un consiglio sincero? Si faccia aiutare da un buon psicoterapeuta.

Saluti,

Salve Ernesto

la ringrazio della condivisione ma forse dovrebbe dare più spazio alla sua sofferenza ed al suo disagio. Ha provato un contesto protetto quale quello di una psicoterapia? Sono trascorsi molti anni probabilmenti questo episodio in lei è simbolo anche di altro! Ci pensi

Gentile utente,

lei ha subito presumibilmente un forte trauma, una violazione della propria intimità da cui sono scaturite pesantissime conseguenze a quanto riferisce.

Stupisce che non abbia in precedenza consultato uno psicoterapeuta; dai traumi si guarisce ad anche piuttosto in fretta. Si affidi perciò ad uno psicologo psicoterapeuta di sua fiducia che sappia rassicurarla sull'efficacia al riguardo della psicoterapia.

Cordiali saluti

Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

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buonasera ernesto, innanzitutto la stimo per il coraggio di parlare di questo suo problema

per un adolescente di 11 anni masturbarsi è un fatto assolutamente normale, purtroppo nel suo caso a questa pratica sessuale si è associata una violenta emozione di vergogna; la vergogna si sente quando si fa qualcosa di sbagliato ai propri occhi ed agli occhi degli altri. La modalità con cui sua sorella ha condiviso la cosa ha peggiorato drammaticamente la situazione. Sembra che in qualche modo la sua vita si sia fermata lì come anche la possibilità di sperimentare le emozioni e di vivere serenamente le relazioni con gli altri. Ad un certo punto le sue strategie di evitamento al problema non hanno più retto e lei è stata assalito dal panico vivendo poi la depressione. Comprendo il suo odio per sua sorella. Penso che parlare di questo problema, della sua vergogna e di quello che ha significato per lei in tutta la sua vita sia un passo importante; condividere un problema o come nel suo caso un fatto traumatico è l'unico modo che abbiamo per staccarcene, per liberare quelle emozioni che lì si sono trattenute. Quando poi la vergogna si lega alla sessualità (che di per sè crea imbarazzo e turbamento) è chiaro che si viene a creare un conflitto ancora più profondo. Mi chiedo però se sia colpa solo di sua sorella; mi chiedo che parte abbiano avuto gli altri suoi familiari in quella situazione e soprattutto i suoi genitori cosa abbiano detto al riguardo. Sono sicuro che nessuno di loro avrebbe voluto che quello che è successo la ferisse e segnasse così profondamente. Dopo tanto tempo, forse, c'è spazio per rielaborare la cosa e per mettersela finalmente alle spalle.

Gentile Utente,

percepisco il Suo disagio ma vorrei capire meglio:

Lei scrive: " Per evitare questo Mio disagio rinunciavo a tutto. La serata in pizzeria ecc.ecc Poi nel 2008 un'esplosione emotiva, un fortissimo attacco di Panico in un ristorante poi subentro' la depressione ecc." e mi chiedo come è stato il passaggio dalla rinuncia a frequentare luoghi pubblici per "vergogna"  fino ad arrivare ad avere un attacco di panico in pizzeria: con chi era? ha avuto altre episodi del genere?

Spesso in famiglie numerose c'è una sorta di "invischiamento" dei ruoli e delle posizioni: mi piacerebbe sapere cosa ne pensano i Suoi genitori. E' probabile che una madre si preoccupi di un figlio che si nutre di "Di caffe'e latte per anni", e la Sua?

Mi scriva pure, Le risponderò volentieri,

Gentile Ernesto,

l'episodio che racconta è carico di sentimenti di vergogna,

di imbarazzo, di rabbia..comprensibili..soprattutto perchè a 11 anni la scoperta del poprio corpo è un evento normale. 

Il fatto che lei abbia deciso di condividerlo credo sia un passo per affrontarlo e allegerirlo.

Evitare, non confrontarsi, aggirare il problema sono modi per ingigantire più che per curare le ferite e le esperienze traumatiche. Dargli parola, contattare le emozioni che per lungo tempo sono rimaste lì in cerca di espressione, di un testimone, ritengo sia la strada per superarle e vivere più liberamente la sua vita.

Uno spazio caldo e non giudicante come la stanza di terapia credo possa essere un prezioso alleato.

Un caro saluto

Dott.ssa Daniela Carletti

Dott.ssa Daniela Carletti

Bergamo

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Gentile Ernesto, sono colpita dalla sua lettera. Immagino che tanta parte di lei, troppa, sia ancora ferma a quel giorno a quel piacere rubato per sempre e trasformato in vergogna e derisione. 28 lunghi e faticosi anni…ma oggi scrive qui e, frettolosamente e con silenzio, chiede aiuto, forse arrossendo ancora. Sono certa che, con lo stesso coraggio con cui scrive, possa chiedere concretamente l’aiuto per andare avanti. Nonostante quanto vissuto. Sono a sua disposizione se crede.

Buongiorno, 

leggendo la sua lettera ho pensato che forse le piacerebbe poter raccontare a voce la sua storia, sicuramente le farebbe bene.

 

Dott.ssa Monica Mazzini

Dott.ssa Monica Mazzini

Brescia

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Caro Ernesto, questo evento, del tutto comprensibile all'interno dello sviluppo di una persona, è diventato per lei un trauma che tutt'oggi le condiziona la vita. Le situazioni traumatiche possono essere curate ed integrarsi nella nostra storia senza costituire per noi un ostacolo. Se vuole può contattarmi per un colloquio conoscitivo nel quale valutare un possibile percorso d'aiuto. Ritornare a vivere si può, coraggio!

Quante paure e quanta sofferenza ha dovuto sentire e vivere per tutti questi anni. Mi chiedo se ha mai provato a portarla fuori, se ha mai provato a parlarne con qualcuno della sua famiglia. Sicuramente è imbarazzante essere scoperti ma è anche vero che lei stava facendo una cosa più che normale per quell' età. Sicuramente quell' evento per lei è stato cosi traumatico da non riuscire più a nutrirsi come prima e da odiare sua sorella, ma è anche vero che sua sorella è stata poco delicata ma forse il poterci ridere su era un modo altro per tutti perché non sapevano come gestire un' immagine seppure naturale ma anche delicata e imbarazzante per tutta la famiglia. Penso che i suoi sintomi le stanno comunicando il suo disagio, provi a portarlo fuori e a rivolgersi ad uno psicoterapeuta. Grazie

Dott.ssa Marisa Tuccillo

Dott.ssa Marisa Tuccillo

Cremona

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