Non riesco a non pensare ai miei difetti, ai miei limiti. Sono confusa mentalmente.

Viviana

Salve, a chiunque mi stia leggendo. Mi chiamo Viviana, ho 21 anni. Vi scrivo perché mi ritrovo in un periodo molto confuso, e sostanzialmente non so che fare. Due anni fa, dopo la rottura traumatica di una relazione, sono caduta in depressione e ho accusato alcuni problemi comportamentali, tra cui un atteggiamento evitante che ha causato il mio ritiro dal liceo, dalle relazioni sociali, da tutto: vivevo reclusa in casa perché non avevo il coraggio di affrontare la vita. Ho consultato due psichiatri, entrambi mi hanno detto che sono affetta da un disturbo bipolare e da un disturbo della personalità di cluster b non specificato. Il terzo che ho consultato invece mi ha detto che non avevo nulla di così grave. Ho abbandonato le terapie prima che il quadro mi fosse più chiaro. Ho cominciato a frequentare gruppi di meditazione, filosofia orientale e cose simili, e per molto tempo le cose, dal mio punto di vista, stavano migliorando. Ad oggi però, in un periodo dell'anno che per me è sempre stato tragico (l'arrivo della primavera) mi sento come pervasa dalla sensazione che ci sono cose che dovevo risolvere, come se non tutti i miei problemi fossero stati considerati, perché effettivamente sto ancora male, c'è ancora qualcosa di strano che mi disturba. Il campanello d'allarme è stato il mio rapporto con alcuni amici: in più occasioni hanno dimostrato poca empatia nei miei confronti, e per questo ho cominciato ad odiarli, nonostante volessi loro molto bene. Non dimostrandosi quello che credevo, ho cominciato ad elaborare, nuovamente, inclinazioni evitanti e rabbiose. Inoltre, ho cominciato a notare il riaffiorare di alcuni comportamenti che credevo di aver risolto, come la manipolazione e la presunzione di avere il dominio sulla vita degli altri. Un'altra amica, più vicina alle mie problematiche, mi ha fatto capire quanto questo fosse un comportamento insano. Da qui, una valanga di rielaborazioni e ricordi: non sono mai stata bene. Anche quando credevo di esserlo. Soprattutto, durante l'autunno, ho capito che mi comportavo in modo strano, sia con me stessa che con gli altri. Avevo strane ossessioni. Mi sono informata su internet, e ho scoperto che si trattavano di episodi psicotici. Per me le psicosi sin son sempre limitate al 'sento le voci', 'vedo cose che non esistono'... Dalla pagina che ho trovato in questo sito, posso dire con certezza di aver sofferto, di: Confusione delle funzioni mentali, Convinzioni false (per un periodo molto lungo ero convinta di essere perseguitata e controllata dagli alieni, per esempio), Cambiamenti emotivi e comportamentali. Questa scoperta mi ha profondamente turbata. E' un turbamento in più che si è aggiunto alla mia quotidianità: non riesco a non pensare ai miei difetti, ai miei limiti. Sto psicosomatizzando tutto, e ormai ho un mal di stomaco 'emotivo' che va avanti da settimane (ho sempre sofferto di psicosomatizzazione, da quando avevo 12 anni). Vi scrivo per sfogarmi, e ovviamente chiedere aiuto. Secondo voi, cosa dovrei fare? Sono economicamente dipendente dai miei genitori, e non voglio chiedere loro altri finanziamenti per possibili terapie. Li ho già fatti soffrire abbastanza, e li avevo rassicurati che si sarebbe risolto tutto, che stavo finalmente bene. Ormai, sia per problemi psicologici che fisici, nessuno ci fa più caso. Sono così abituati ai miei dolori, che quando si aggiunge qualcosa di nuovo, l'impazienza dilaga, escono frasi tipo "Ma non stai mai bene?", e gli amici se ne dimenticano... Mi sento sola ad affrontare queste mie continue ricadute: se all'inizio erano tutti amorevoli, preoccupati e disponibili, adesso per loro sono un peso. Non riesco a farmi una vita, a trovare un lavoro, a diventare indipendente; mi sento costretta in questa gabbia che è la mia mente, che mi tira sempre tranelli e mi tiene legata. Alle volte vorrei solo scappare via, cercando una libertà, di quelle che si vedono nei film. Ma internamente so che è solo l'esigenza disperata della mia anima che vuole liberarsi da questi problemi. Ci sto provando, ma non riesco in nulla.

10 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Viviana, dalla sua lettera si capisce che il suo disagio emotivo è molto forte, ma tutte queste etichette di natura psichiatrica che lei utilizza e colleziona consultando esperti o leggendo articoli non sembrano esserle molto di aiuto. Le consiglierei infatti di cambiare strada, abbandonare questa attività "diagnostica", ed andare alla ricerca di altri significati più personali, interiori ed emotivi. Per far ciò dovrebbe secondo me mettersi in contatto con una/o psicoterapeuta con la quale esplorare meglio i suoi vissuti. Chiaramente non può affrontare tutto ciò da sola, senza l'aiuto economico dei suoi, a meno che non si rivolga ad un consultorio della sua zona o ad una ASL (dove però raramente si può trovare uno spazio adeguato, visto la difficoltà in cui la sanità oggi si trova, purtroppo...Ma tentar non nuoce!) Le consiglierei di parlare con i suoi genitori, dunque, dir loro che sente di dover affrontare i suoi problemi in maniera diversa da quanto fatto finora, visto che non le sembra che siano spariti. Se vuole posso darle il mio recapito, e nel caso decidesse mi può contattare per una consultazione o un ciclo di incontri
Cara Viviana,senza dilungarmi troppo, da quello che hai raccontato è evidente che le tue difficoltà non vanno via se non intraprendi un percorso psicoterapico accompagnato da una terapia farmacologica. L'una o l'altra da sole non bastano. Trova in te la giusta motivazione per "liberare la tua anima" da queste difficoltà. La primavera porta risveglio e rinascita... Riaffiorano problemi non risolti? Ok, lasciali riaffiorare così che si possano affrontare e risolverli. Ti invito a contattare uno psichiatra e un terapeuta della tua zona. Auguri.
Per alcuni anni ho lavorato in un centro di salute mentale (CSM) presso una ASL della mia città, e devo dire che lì c'erano molte risorse a disposizione (psichiatri, psicologi, assistenti sociali ecc.) che operavano in modo sinergico e affrontavano i problemi che si presentavano da più punti di vista. Ora, non penso che le serva a molto capire che "etichetta/diagnosi" le danno se vuole trovare vie d'uscita, quanto piuttosto nuove letture, diversi punti di vista, imparare a raccontarsi in modo diverso (l'aiuto che ha cercato di dalle la sua amica mostrando le come la vedeva lei lo trovo molto importante). Tutto questo per me lo può trovare in un gruppo terapeutico, che dia meno spazio a questo pensiero magico che trova soluzioni miracolose e più a le storie e le relazioni in cui i partecipanti sono immersi. Partendo da un impegno serio e concreto dei partecipanti a mettere in discussione le proprie storie, a confrontarsi con la complessità. Di solito nel servizio pubblico sono attivi questi servizi, basta pagare solo il ticket. Ma anche nel privato la partecipazione ai gruppi non ha costi elevati (20 -30 euro a seduta). Mi spiace che non abitiamo nella stessa città altrimenti avrei potuto esserle di maggiore aiuto. Un saluto e in bocca al lupo
Credo che la soluzione migliore per lei sia quella di rivolgersi nuovamente ad uno psichiatra, e possibilmente accompagnare un lavoro terapeutico a quello psichiatrico. Per non gravare troppo sulle finanze familiari, si può rivolgere ai servizi psichiatrici dell'azienda ospedaliera della sua zona. Si deve rivolgere al suo medico di base per l'impegnativa, e poi pagherebbe solo il ticket relativo alla visita psichiatrica. Cordialmente
Cara Viviana, ritengo che le diagnosi ipotizzate dai primi due psichiatri che hai consultato possano essere esatte.I gruppi di meditazione, di yoga o incontri di gruppi religiosi possono aiutare, in alcuni casi e periodi, ma sicuramente non curano certi disturbi e patologie, sia fisici che mentali. Ti faccio un esempio: se si frattura una gamba, la meditazione può aiutare a superare il disagio ed il dolore ma, se l’arto non viene ingessato o trattato con terapie adeguate non guarirà mai e può rischiare il peggio!!. Capisco le difficoltà economiche che tu hai e, non essere indipendente può accentuare le tue problematiche, ma devi superare questo limite e parlare seriamente con i tuoi genitori per chiedere il loro indispensabile aiuto, sono sicura che saranno contenti di esserti di sostegno. Quando avrai risolto i tuoi problemi e lavorerai, potrai restituirgli il denaro ed il tuo sorriso!! Inoltre ti informo che per una terapia - farmacologia e psicologica - puoi rivolgerti anche ai Centri di Diagnosi e Cura dislocati sul territorio ASL di tua appartenenza, prova a chiedere al tuo medico curante. Spero di esserti stata di aiuto, a disposizione per ogni eventuale chiarimento, ti faccio i miei migliori auguri e ti saluto cordialmente.
Ciao Viviana, la soluzione al tuo malessere è farsi seguire in psicoterapia in maniera costante e duratura nel tempo, poiché ciò che devi imparare è a relazionarti prima con te stessa e con i tuoi limiti e insofferenze...per imparare a gestirle, poi riuscirai anche con gli altri. Niente farmaci, non credo ti siano utili, ti serve un modello valido di riferimento. Per i costi, ormai pubblico e privato si equivalgono, con la differenza di liste di attesa interminabili. rinuncia a qualcosa, pizza vestiti etc e investi sulla tua salute, è in gioco il benessere e la tua vita. Mamma e papà saranno disposti ad aiutarti se vedono dei risultati. In bocca al lupo!
Gentile Viviana, da ciò che lei scrive, è palese che il suo disagio si manifesta al termine della relazione sentimentale di due anni fa. La fine di questa relazione, infatti, ha prodotto su di lei un effetto piuttosto forte che con il tempo si è cronicizzato assumendo forme diverse (depressione, ossessioni, false convinzioni, somatizzazioni…). È come se lei fosse stata destabilizzata a tal punto da questo evento che, da quel momento in poi, avesse guardato alla sua vita in modo completamente diverso. Il punto essenziale da cui partire è, a mio parere, cominciare a comprendere qual è l’effetto che la separazione ha prodotto e in che modo lei si è riposizionata emotivamente rispetto a ciò. Badi bene: quando parlo di effetto emotivo, questo non deve essere confuso con la depressione, le ossessioni… queste sono solo conseguenze del modo in cui lei si è sentita. Infatti, il motivo per cui, nonostante tre terapie, non è riuscita a risolvere il suo problema, è che l’approccio psichiatrico è un tipo di approccio che inquadra la persona in base ai sintomi che questa porta in terapia (disturbo bipolare, disturbo di personalità…). Il punto, tuttavia, è che se la persona è inquadrata in base ai sintomi, allora anche la terapia si baserà sull’eliminazione di questi senza mai riuscire ad arrivare al cuore del problema. Per capirci, di casi di disturbo bipolare o di disturbo di personalità c’è ne sono a centinaia, ma Viviana è unica, perché unica è la sua storia e la sua sofferenza. Tutti si sono concentrati sul cercare di dirle cosa ha o non ha e nessuno ha cercato di capire lei “chi è”. Capisco le sue remore nel chiedere di nuovo denaro ai sui genitori per una terapia, ma ritengo che sia necessario e non tanto per la gravità dei sintomi, ma per la sua giovanissima età. Penso che abbia già sofferto abbastanza e che sia arrivato il momento di riprendersi la sua vita e darle la direzione che lei vorrà scegliere. Questa volta, però, consulti uno psicologo psicoterapeuta, non ho nulla contro i colleghi psichiatri naturalmente ma ritengo che per lei sia più utile una psicoterapia cha l’aiuti a comprendere ciò che le sta accadendo. Resto a sua disposizione e la saluto cordialmente.
Dott. Giovanni Romito

Dott. Giovanni Romito

Benevento

Il Dott. Giovanni Romito offre supporto psicologico anche online

Cara Viviana, ho letto con attenzione la tua richiesta di aiuto ed in merito a questa voglio dirti alcune cose: mi sorprende anzitutto la tua voglia di etichettare il tuo disagio con una diagnosi; credo che se questo da una parte possa essere rassicurante dall'altra non ha una valenza risolutiva della situazione poichè nella migliore delle ipotesi c'è un farmaco che ti allevia i sintomi e che per un pò di tempo funziona pure (fino a quando il tuo organismo non si "abitua" e come in un tragico gioco dell'oca ti ritrovi punto e a capo). E'come se prendessi l'aulin per il mal di testa senza andare a mettere l'attenzione su quello che ha causato il tuo mal di testa. La seconda cosa che voglio dirti è che quello che mi sembra traspaia dalla tua lettera è che mi sembra che la tua attenzione sia focalizzata sempre verso l'esterno, sempre su quello che gli altri fanno ma poco spesso su QUELLO CHE VUOI TU e su QUANTO TU abbia la possibilità di cambiare le cose che non ti piacciono...è come se avessi perso il contatto con la tua energia vitale, con le tue risorse e la tua fisiologica, naturale spinta ad essere la protagonista della tua vita. Non voglio dilungarmi oltre. Un abbraccio.
Cara Viviana, innanzitutto voglio dirti che avere dei comportamenti nevrotici o psicotici non vuol per forza dire esserlo, una cosa è l'atteggiamento una cosa è la personalità, dire ad una persona" ti sei comportato da stupito", non vuol dire che io penso che lui sia stupido, ma che in quella situazione possa aver avuto un atteggiamento infantile. Aggiungo poi che leggere le diagnosi su internet non è una cosa buona per nessuno, noi non siamo tutti uguali e per questo non possono esiste spiegazioni uguali per tutti, oltre il fatto che io non amo incasellare le persone, tu, prima di tutto sei Viviana, con i tuoi pregi ed i tuoi difetti. In ultimo voglio dirti, che se i tuoi genitori fossero a conoscenza delle difficoltà in cui ti trovi sarebbero ben felici di aiutarti, e comunque lascia decidere a loro se vogliono o non vogliono farlo, non decidere tu per loro nascondendo il tuo disagio
Cara Viviana, la depressione o altri fenomeni simili sono sempre legati ad un cattivo rapporto fra energie e canali, "traffico e strade" diciamo, o "elettricità e circuito". Peraltro, immagino quel che dici dei gruppi spirituali, perché mi intendo molto di esoterismo e tradizioni meditative, e so che c'è molto oro e molto fango, lì come in ogni contesto. ;) Non temere, e a presto.