Uso di droga e alcol
Sono molto preoccupata per mia sorella minore, 19 anni, estremamente intelligente e “talentuosa”, ma purtroppo decidita ad ad alcool e droghe. Ha iniziato verso i 14 anni fumando cannabis con regolarità, ma ultimamente beve spesso e so che fa uso occasionale di cocaina. Lei dice che si tratta di episodi isolati, legati al “fare serata” con gli amici, e nega di avere problemi, ma io sono molto preoccupata perché non vuole assolutamente nessun aiuto esterno
Cara Silvia,
la tua preoccupazione è più che comprensibile. Vedere una persona che amiamo – tanto più una sorella più piccola – imboccare un sentiero che può portare alla distruzione personale è una sofferenza enorme. Ed è anche un’impotenza difficile da tollerare, perché non basta vedere il pericolo per convincere chi lo sta correndo a fermarsi.
Il comportamento di tua sorella ha alcuni segnali d’allarme importanti:
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Uso precoce e regolare di cannabis (iniziare a 14 anni è un fattore di rischio noto per disturbi psichici e dipendenze future),
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Comportamenti attuali a rischio (abuso di alcol e uso di cocaina, anche se lei li minimizza),
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Negazione del problema e rifiuto di aiuto, che spesso sono tipici di chi si trova in una fase di "normalizzazione" del rischio: crede di avere il controllo, ma non vede il quadro più ampio.
Anche se è “solo nei weekend”, anche se “lo fanno tutti”, ciò non toglie che la frequenza e la funzione che queste sostanze hanno nella sua vita siano segnali importanti. Più che gli episodi in sé, è l’atteggiamento a essere allarmante: l’assenza di riflessione critica, la minimizzazione, la chiusura a ogni confronto profondo.
Cosa puoi fare tu:
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Mantieni il legame: Non fare della “lotta contro le droghe” il centro del vostro rapporto. Continua a esserle vicina anche nei momenti in cui non parliate del problema. Chiudere il dialogo rende più forte la difesa.
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Parla dei tuoi sentimenti, non dei suoi comportamenti: Usa frasi come “Quando ti vedo così, mi spavento e mi sento impotente”, invece di dire “Stai sbagliando, stai rovinando tutto”. È più difficile negare le emozioni altrui che le critiche.
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Sii una presenza stabile e non giudicante, ma ferma: non assecondare o coprire comportamenti rischiosi, ma non diventare nemmeno un inquisitore. Il tuo ruolo può essere quello di “specchio amorevole”: qualcuno che vede, che non scappa, ma che non forza.
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Cerca alleati: un adulto di riferimento (genitore, insegnante, medico) che possa gradualmente agganciare tua sorella, anche indirettamente. A volte è una figura esterna a “bucare” la difesa.
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Considera un consulto per te stessa con uno psicologo specializzato in dipendenze o problematiche familiari: per capire come muoverti, proteggere te stessa e reggere questo peso nel tempo.
Silvia, tu stai facendo qualcosa di importante: non stai girando la testa dall’altra parte. Anche se lei non è pronta ad ascoltare, la tua voce conta. E, in fondo, sapere che qualcuno crede ancora in lei – anche quando lei stessa sembra non farlo – può essere un seme che germoglierà più avanti.
Con empatia e rispetto,
Dott. Alessio Gennaro Miele – Psicologo
Dott.Alessio Gennaro Miele
Psicologo clinico - Napoli
- Colloqui di sostegno psicologico (per problematiche legate a stress, autostima)
- Affettivita', difficoltà relazionali e familiari
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