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Dott. Alessio Gennaro Miele

Psicologo clinico

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Uso di droga e alcol

Sono molto preoccupata per mia sorella minore, 19 anni, estremamente intelligente e “talentuosa”, ma purtroppo decidita ad ad alcool e droghe. Ha iniziato verso i 14 anni fumando cannabis con regolarità, ma ultimamente beve spesso e so che fa uso occasionale di cocaina. Lei dice che si tratta di episodi isolati, legati al “fare serata” con gli amici, e nega di avere problemi, ma io sono molto preoccupata perché non vuole assolutamente nessun aiuto esterno

Cara Silvia,

la tua preoccupazione è più che comprensibile. Vedere una persona che amiamo – tanto più una sorella più piccola – imboccare un sentiero che può portare alla distruzione personale è una sofferenza enorme. Ed è anche un’impotenza difficile da tollerare, perché non basta vedere il pericolo per convincere chi lo sta correndo a fermarsi.

Il comportamento di tua sorella ha alcuni segnali d’allarme importanti:

  • Uso precoce e regolare di cannabis (iniziare a 14 anni è un fattore di rischio noto per disturbi psichici e dipendenze future),

  • Comportamenti attuali a rischio (abuso di alcol e uso di cocaina, anche se lei li minimizza),

  • Negazione del problema e rifiuto di aiuto, che spesso sono tipici di chi si trova in una fase di "normalizzazione" del rischio: crede di avere il controllo, ma non vede il quadro più ampio.

Anche se è “solo nei weekend”, anche se “lo fanno tutti”, ciò non toglie che la frequenza e la funzione che queste sostanze hanno nella sua vita siano segnali importanti. Più che gli episodi in sé, è l’atteggiamento a essere allarmante: l’assenza di riflessione critica, la minimizzazione, la chiusura a ogni confronto profondo.

Cosa puoi fare tu:

  1. Mantieni il legame: Non fare della “lotta contro le droghe” il centro del vostro rapporto. Continua a esserle vicina anche nei momenti in cui non parliate del problema. Chiudere il dialogo rende più forte la difesa.

  2. Parla dei tuoi sentimenti, non dei suoi comportamenti: Usa frasi come “Quando ti vedo così, mi spavento e mi sento impotente”, invece di dire “Stai sbagliando, stai rovinando tutto”. È più difficile negare le emozioni altrui che le critiche.

  3. Sii una presenza stabile e non giudicante, ma ferma: non assecondare o coprire comportamenti rischiosi, ma non diventare nemmeno un inquisitore. Il tuo ruolo può essere quello di “specchio amorevole”: qualcuno che vede, che non scappa, ma che non forza.

  4. Cerca alleati: un adulto di riferimento (genitore, insegnante, medico) che possa gradualmente agganciare tua sorella, anche indirettamente. A volte è una figura esterna a “bucare” la difesa.

  5. Considera un consulto per te stessa con uno psicologo specializzato in dipendenze o problematiche familiari: per capire come muoverti, proteggere te stessa e reggere questo peso nel tempo.

Silvia, tu stai facendo qualcosa di importante: non stai girando la testa dall’altra parte. Anche se lei non è pronta ad ascoltare, la tua voce conta. E, in fondo, sapere che qualcuno crede ancora in lei – anche quando lei stessa sembra non farlo – può essere un seme che germoglierà più avanti.

Con empatia e rispetto,
Dott. Alessio Gennaro Miele – Psicologo

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