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Dott.ssa Carla Fineschi

Psicologo, Psicoterapeuta

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  • Siena
  • consulenza online

Figlio 19enne solitario

Ho un figlio di 19 anni compiuti da pochi giorni. Sempre stato bravo a scuola ed arrivato alla maturità con un buon voto di uscita. Ha però problemi relazionali che mi fanno preoccupare, anzi già da anni c'è qualcosa che non va ma che non abbiamo mai approfondito.
Fin dalle elementari e scuole medie tendeva a isolarsi. Mi ricordo come fosse ora quando l'insegnante di educazione fisica delle medie mi disse che si metteva spesso per i fatti suoi, ma mi chiese se extra-scuola avesse una vita sociale.... era scarsa ma l'aveva.
Colpa probabilmente anche nostra come genitori che evitavamo eventuali feste di compleanno dei bambini, non ha mai voluto fare sport di squadra perché ogni volta che ha iniziato qualcosa si è sempre tirato indietro quando le cose diventavano competitive. Ha resistito per un tempo maggiore a nuoto, forse proprio perché disciplina individuale.
Quindi non è mai riuscito a crearsi un gruppo di amici... diciamo che si appoggiava a un compagno di scuola vicino di casa ma le uscite erano sempre un po' "forzate" da noi invitandolo a uscire...
Ha poi trovato nel tempo gruppetti di ragazzi da cui però è sempre stato messo da parte in modi più o meno garbato e di questo ci ha sofferto... arrivando quasi a supplicare di essere tenuto dentro.
Loro giustificavano questa decisione (parlo dell'ultimo in ordine di tempo) in quanto lui anche se con loro era una presenza "assente" ... era indifferente che lui ci fosse o meno... dicevano che nessuno sentisse o meno la sua presenza e non si era creato "Gruppo".
Allora ha iniziato a frequentare un ragazzo come lui, accantonato dalla stessa compagnia per gli stessi motivi... ma è una frequentazione poco assidua... poche uscite... se non si vedono nemmeno si sentono.... non hanno interessi e ambizioni...
Lo vedo spento anche in casa, passivo... disinteressato ma in costante ricerca di conferme sul fatto che gli voglio bene e di contatto fisico... mi fa piacere se mi chiede un abbraccio e si stende con me nel letto a vedere la Tv ma ritengo che alla sua età dovrebbe avere altri interessi e voglia di vivere.
Non ha mai avuto una ragazzina... lo vedo debole.
Adesso sta cercando lavoro dopo il diploma ma si dovrebbe "caricare" un po' per presentarsi in un certo modo ad un eventuale prestazione lavorativa, si sa che il mondo attuale lascia indietro chi non sta al passo.
Ho cercato di dirgli che se sente la necessità di avere un aiuto che non sono in grado di dare io ne può parlare con uno psicologo... qualcuno che riesca a sbloccare la sua testa.
Ha bisogno di un interruttore che si accenda in lui che gli faccia capire che è il momento adesso di iniziare a vivere da adulto e invece mi sembra che il mondo vada avanti e lui resta sempre lì impassibile, taciturno, insicuro e senza stima di se stesso.
Se chiedo cosa c'è che non va non mi dà risposte...
Non so come fare... se lo assilliamo troppo temo di avere effetto contrario, ma se lo lasciamo stare ho paura che resti in questo stato di "niente"....
Come prenderlo?

Spesso questo comportamento è dovuto alla paura del giudizio quindi ha un atteggiamento evitante per difendersi dall'ansia procurata dalla vicinanza dei coetanei. Potreste provare a proporgli vacanze con gruppi sconosciuti. Ci sono agenzie tipo we road che organizzano viaggi di questo tipo, stare insieme a sconosciuti è talvolta meno ansiogeno ed è un inizio. Sicuramente dovete anche proporgli di parlare con qualche specialista motivandolo con la possibilità di parlare con un estraneo competente può facilitare la propria autocomprensione

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