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Dott.ssa Carla Maria Brunialti

Psicoterapeuta, Sessuologa clinica Albo F.I.S.S, Psicologa europea

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Mia madre è sempre stata molto oppressiva con me e mio fratello

Salve,scrivo perchè ho bisogno di un consiglio su come comportarmi con mia madre:è sempre stata molto oppressiva con me e mio fratello(26 anni),ha sempre cercato di comandarci in tutto,di controllare le nostre vite.Io credo però che tutto questo nasca dal troppo amore riversato su di noi,anche perchè nonostante tutto questo è sempre stata molto affettuosa e ci ha sempre dimostrato il suo amore.Ha vissuto sempre e solo per noi,non ha mai coltivato un suo interesse ed ora che entrambi siamo partiti per studiare,credo sia impazzita.Non è mai stata una persona calma,anzi,ha sempre cercato di imporci le cose con le urla,sin da bambini(ma anche adesso)ad ogni sbaglio corrispondeva un urlo!Quindi,immaginate come siamo potuti diventare noi!Ora che siamo cresciuti,in realtà da un bel po' di anni,ci rivolgiamo a lei nello stesso modo in cui lei si è sempre rivolta a noi e questo ovviamente a lei non va bene.Sin qua sembra quasi tutto normale,il vero problema è sorto da poco tempo,più o meno da un anno,quando anche io sono andata a vivere fuori.Ha iniziato a non accettare più niente,critiche costruttive e non,consigli,aiuto,niente.Vede tutto come un attacco ee a questo reagisce in modo veramente spropositato.Io studio psicologia da un anno,ma non ci vuole questo per capire che le sue reazioni non sono normali e che ha bisogno di aiuto e il fatto di non riuscire a darglielo nonostante stia studiando proprio per aiutare chi ha problemi di questo genere,mi sta distruggendo.Voglio aggiungere che io e mio fratello non siamo dei santi,anzi,siamo molto nervosi di carattere e impulsivi e con lei tutto questo viene fuori più che con chiunque altro.In più lei ha passato davvero tante difficoltà sin da quando era bambina a causa di una madre ipocondriaca ed egoista.Inoltre ha molte difficoltà a perdonare i "torti" subiti e piazza musi per giorni,a volte solo perchè le è stato detto che ha sbagliato in qualcosa.Io credo non riesca più a distinguere il giusto dal sbagliato e il vero dal falso,anche perchè dopo le discussioni nega di aver urlato o sbattuto qualche cassetto o sportello.Ho provato anche a dirle con calma che l'avrei aiutata a cercare qualcuno che l'aiutasse,ma non lo accetta,anche se dice di rendersi conto che non accetta più niente da nessuno.In realtà attribuisce questo agli altri,dicendo che non accetta più niente perchè io e mio fratello la attacchiamo sempre ormai da anni.Un'ultima cosa importante è che ce l'ha a morte con mio padre perchè non è stato severo con noi e non le sta vicino nel modo in cui lei vorrebbe in questo momento.Quindi in ogni discussione lui viene tirato in ballo come colpevole del nostro mancato rispetto nei suoi confronti.La situazione è diventata insostenibile,vorrei sapere da voi cosa possiamo fare per convincerla a farsi aiutare e come possiamo aiutarla noi per primi.Grazie dell'attenzione.
Non è possibile aiutare chi non vuol farsi aiutare, purtroppo..., ogni giorno nella mia attività di psicoterapeuta lo riscontro! E questo lo riferisco sia a Voi figli che ad un eventuale sostegno psicologico. Da quanto la Sua dettagliata mail descrive, la situazione per la Vostra famiglia non è nuova, si è però acutizzata con la "sindrome del nido vuoto", dove con l'uscita dei figli l'attenzione torna ad essere prevalentemente sulla coppia, come ai tempi dell'innamoramento; con la differenza - da allora - che la coppia non è più innamorata, s'è sfilacciata, non ha più niente da dirsi. Quando i figli sono stati l'unico motivo di vita, la loro fuoruscita riempie la madre di angoscia, di risentimento, mette in crisi profonda l’organizzazione della sua vita e la sua stessa identità... Ovviamente non a ragione, anzi a torto; "i figli non sono vostri, sono frecce che dall'arco scoccano (Gibran)", se l'arco funziona le frecce vanno lontano, è il segno della positiva riuscita del compito educativo. Lei chiede: Come comportarmi con mia madre? Innanzi tutto rinunciando all'illusione di poterla aiutare: è proprio Lei una delle cause del suo malessere (ma di questo Lei non ha nessuna colpa, alcuna responsabilità, e non deve farsi colpevolizzare o ricattare affettivamente). Torni a casa con una frequenza ragionevole (non automaticamente tutti i sabati), fate qlc insieme (una passeggiata, il cambio stagione degli armadi..), limiti gli scambi verbali perchè fonte di infinite discussioni: quando la relazione è disturbata le parole fanno danni. Sua madre soffre per un passaggio evolutivo che i genitori devono affrontare, ma i figli non possono aiutarli, se non con una presenza molto discreta e al contempo con la determinazione di rendere sempre più sottile il cordone ombelicale interiore, fino a rescinderlo (oggi dopo i 30 anni...!). E' una fase sofferta, ma fa crescere. Se ne ha la possibilità, sia Lei a farsi seguire, per aiutarsi a “leggere” con più lucidità la situazione e per elaborarla, anche il considerazione della Sua futura professione. Con affetto
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