Le figlie della mia compagna non accettano la nostra relazione
Salve, mi chiamo Fabio e da 4 mesi ho una relazione con una mia collega, ci conosciamo da 20 anni. Abbiamo sempre avuto un ottimo feeling, rispetto e amicizia. Il problema è il muro che hanno creato le figlie nei miei confronti nonostante abbiano capito che sono una bella persona e un buon padre. Le figlie della mia compagna hanno rispettivamente 19 e 16 anni. La prima si è schierata a favore del padre ma vive con lei e non se ne vuole andare, la seconda è molto gelosa. Premetto che l'anno scorso la signora si è separata in modo burrascoso dal matrimonio dopo 27 anni tra fidanzamento e matrimonio. Idem io dopo 30 anni, vivo in questo momento con mia figlia. Abbiamo passato del breve tempo insieme alle figlie, le ragazze vanno anche d'accordo. La signora purtroppo vive ancora gli strascichi della vecchia unione, le ragazze hanno ripreso i contatti con il padre e la maltrattano psicologicamente con offese e parolaccie. Cosa dobbiamo fare per cercare di non rovinare il nostro rapporto? E' possibile che le figlie accettino la nuova convivenza del padre nonostante sia stato lui la causa della fine del rapporto di coppia per maltrattamenti psico fisici verso la mia compagna e non accettino la nostra relazione. Grazie.
Buonasera, la ringrazio per la fiducia con cui ha raccontato una situazione tanto delicata quanto complessa. Le dinamiche che descrive toccano non solo il piano della relazione di coppia, ma anche quello familiare e generazionale, dove entrano in gioco emozioni forti come la lealtà, la rabbia, il dolore e la paura di perdere riferimenti importanti. Lei e la sua compagna avete ritrovato l’uno nell’altra una forma di affetto maturo e sincero, dopo esperienze lunghe e difficili. È comprensibile, quindi, che desideriate proteggere questa nuova relazione, che sembra nata su basi solide di rispetto, conoscenza reciproca e comunanza di valori. Tuttavia, quando ci sono figli adolescenti o giovani adulti, la costruzione di una nuova vita affettiva richiede tempi lenti, delicatezza e (talvolta) molta pazienza.
Le figlie della sua compagna si trovano, probabilmente, in una posizione emotivamente confusa. Da un lato, hanno vissuto (e forse anche interiorizzato) un clima familiare problematico, segnato da tensioni e maltrattamenti. Dall’altro, ora che il padre è “uscito” dal legame coniugale, si riapre per loro una possibilità di riavvicinamento, magari illusoria, ma comunque potente sul piano emotivo. In questi casi, i figli possono anche inconsciamente “difendere” la vecchia struttura familiare, anche quando era disfunzionale, perché rappresentava comunque un equilibrio conosciuto. L’ingresso di una nuova figura affettiva nella vita della madre può essere vissuto allora come una minaccia al loro senso di appartenenza, oppure come un ulteriore “abbandono”. È importante, quindi, non prendere sul piano personale la loro chiusura o ostilità. Lei scrive che loro “sanno che sono una brava persona”: questo è già un seme piantato. Ma occorre tempo perché questo seme diventi un legame di fiducia. Forse, per ora, la cosa migliore che può fare è esserci con discrezione, senza forzare relazioni, offrendo continuità e rispetto anche nei silenzi o nelle distanze. Per quanto riguarda la sua compagna, è importante che lei possa lavorare sul proprio senso di colpa, sul bisogno di essere accettata a tutti i costi dalle figlie, e sul diritto di ricostruire una vita affettiva senza sentirsi “sotto processo”. Questo richiede forza, ma anche un sostegno: talvolta può essere utile una consulenza psicologica o familiare, anche solo per trovare insieme strategie comunicative più efficaci e non distruttive. La vostra relazione potrà reggere se diventa un luogo stabile e sicuro anche di fronte a ciò che non si può controllare. La protezione reciproca, il rispetto dei tempi di tutti (vostri e delle ragazze), la coerenza nei gesti, possono aiutare a non scivolare in un clima di tensione o “guerra laterale”. Le figlie, col tempo, potranno anche cambiare posizione. Ma non è garantito, e non può essere questo l’obiettivo principale. L’obiettivo oggi è proteggere un amore adulto, maturo, e affrontare insieme (senza negarle) le difficoltà che ogni ricostruzione inevitabilmente comporta.
Vi auguro di continuare a prendervi cura di questo legame con la stessa sensibilità che emerge dalle sue parole. Un caro saluto.
Dott.ssaChiara Arapi
Psicologa - Pescara - Teramo
- Consulenza e sostegno psicologico