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Dott.ssa Chiara Cerafischi

Psicologo, Psicoterapeuta

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Il fulcro principale del mio problema è il rapporto con i miei genitori,soprattutto con mio padre,ormai logorato

Salve,sono una ragazza di 18 anni. Il fulcro principale del mio problema è il rapporto con i miei genitori,soprattutto con mio padre,ormai logorato. Fin dall'infanza ho percepito la sensazione che mio padre non fosse sufficientemente presente,nè particolarmente affettuoso. Ero una bambina molto timida e riservata e non riuscivo a rapportarmi con gli altri bambini a causa del mio carattere eccessivamente chiuso,ciò ha contribuito ad avere maggiormente bisogno dell'affetto di mio padre,che si è sempre dimostrato una persona assolutamente fredda e austera. La mia famiglia è costituita secondo un modello tipicamente patriarcale,secondo cui mio padre rappresenta la figura autoritaria massima e non ho mai avuto concezione diversa di lui. Ho avuto un'educazione molto ristretta,sono molto sensibile e le parole dure e rigide di mio padre mi feriscono ogni volta di più. Sono sempre stata una ragazza mediocre e molto tranquilla,sono piuttosto ligia al dovere e passo molto tempo a studiare. Ma mi porto una sensazione di disagio che spesso mi strazia fin dalle prime fasi dell'adolescenza,ho avuto sempre la convinzione di essere sbagliata e di compiere errori su errori. Ultimamente la situazione è degenerata tanto che non riesco più a sostenerla,con mio padre la comunicazione è andata completamente distrugendosi. Non mi vengono concesse la fiducia e quel poco di libertà che si dovrebbero dare ad una ragazza che ha varcato la soglia della maggiore età,i miei sono sempre insoddisfatti di me nonostante io non compia nessun atto che possano essere considerati irrispettosi o inaccettabili. Mi sono fidanzata per la prima volta e mio padre si è irrigidito ancora di più,me ne sono state dette di tutti i colori,mi ha rinfacciato chiaramente che per lui sono una delusione totale. Mi ha gridato contro anche insulti pesanti e non perde occasione per ribadirmi che se non mi piace vivere assieme a lui posso andarmene di casa dove voglio. Non vuole assolutamente che entri nessun ragazzo dentro casa e mi ha minacciato abbastanza pesantemente di non provarci mai,nonostante mia madre abbia visto il mio ragazzo (sebbene solo una volta) ed approvi,poichè è un bravo ragazzo e non c'è nessun motivo che porti a non accettarlo. Questa situazione è straziante,non è una semplice gelosia iniziale come si può credere poichè sono fidanzata da diversi mesi e il suo atteggiamento è decisamente eccessivamente rigido e astioso. Ogni giorno devo far conto con gli occhi freddi e disinteressati di mio padre,l'unico sentimento che è stato in grado di trasmettermi è il desiderio che io me ne vada di casa al più presto. Ormai sono convinta che mi odi,la sua politica così rigida mi ha portato ad avere bassa autostima di me stessa. Il mio futuro è incerto,i miei non vogliono assolutamente che frequenti l'università e non so cosa fare,vorrei rendermi indipendente ma non ho nessun mezzo per farlo,l'unica cosa che vogliono è che mi trovi lavoro subito dopo aver ottenuto il diploma e che mi mantenga da sola,altrimenti i miei rapporti con gli amici o con il mio ragazzo saranno ancor di più ostacolati. Mi sento rinchiusa in una gabbia,non riesco più a sostenere i commenti acidi e astiosi che mi vengono rivolti contro quotidianamente. Due mesi fa ho avuto il mio primo attacco di panico,il battito cardiaco si era accelerato e non riuscivo più ad avere il controllo di me stessa,non riuscivo più a respirare bene e ogni minima cosa infondeva in me terrore ad ansia..è stata la nottata più brutta della mia vita,successivamente ho avuto attacchi di ansia,ultimamente respiro a fatica come se mi sentissi soffocare e ho paura che da un momento all'altro mi venga un altro attacco di panico. Ne ho rischiato un altro la settimana scorsa,mi sentivo mancar l'aria tanto da farmi girare la testa e stare per svenire. Non so più a chi rivolgermi,mi sento diversa ed ho paura che prima o poi il mio ragazzo mi lasci e non riesca mai più a relazionarmi con altri individui. Ormai i miei amici mi hanno allontanato e mi sento fondamentalmente sola. Mi sento sofforente e rinchiusa forzatamente in un luogo in cui percepisco solo astio e tensione.

Gentile Francesca,

ho letto con interesse la sua lettera e penso che lei abbia già avuto la forza di costatare il suo disagio e di lanciare un grido di aiuto. La sua situazione è complessa e ricca di suggestioni che non possono ridursi ad un semplice commento.

Lei dice che non sa a chi rivolgersi, ma non ha mai pensato ad una terapia? Non ha mai pensato ad indirizzare con più precisione la sua richiesta?

Spero che trovi il coraggio, che già dimostra di avere, per fare un passo in più e lasciare che qualcuno la aiuti.

La saluto cordialmene

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