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Dott. Giovanni Noè

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Figlio 18 enne, cambiamento drastico

Ho un figlio che ha compiuto 18 anni, deve cominciare la quinta superiore e negli ultimi mesi ha avuto un'evoluzione negativa nel comportamento in famiglia e anche con gli amici. E' diventato sempre più svogliato (a casa e scuola), taciturno, indifferente e insofferente alle esternazioni di disagio e preoccupazione di noi genitori di fronte a questa sua indolenza che sfocia talvolta in aggressività verbale nei nostri confronti (in cui ribalta la realtà dei fatti, accusando noi di "stargli addosso" e di essere ossessivi e ripetitivi). Contemporaneamente ha una nuova ragazza e a volte accantona le amicizie stando solo con lei. E' passato dall'essere affettuoso, empatico e responsabile (compatibilmente con l'età) al manifestare disagio rispetto alle regole familiari, diventando refrattario al dialogo e alla collaborazione richiesta. E poi sorride pochissimo, ci guarda con espressione da strafottente con l'attenzione costantemente rapita dal cellulare. Lo abbiamo cresciuto con amore e attenzione, trasmettendogli valori morali e umani, ma mi ora mi crolla il modo addosso, non capisco cosa gli sta succedendo. Non è un po' "grande" per questo tipo di atteggiamenti? Sarebbe utile la psicoterapia?

Gentile Manuela,

grazie per aver condiviso con tanta lucidità e partecipazione emotiva la situazione di suo figlio. Le sue parole raccontano bene non solo i cambiamenti che osserva, ma anche la fatica – e talvolta il senso di smarrimento – che si prova nel veder improvvisamente mutare un figlio da affettuoso e collaborativo a distante, insofferente e chiuso nel proprio mondo.

Molti genitori si chiedono se a 18 anni certi comportamenti non siano ormai “fuori tempo”. In realtà, la tarda adolescenza è ancora una fase di ristrutturazione profonda dell’identità, in cui può essere fisiologico attraversare momenti di rottura, opposizione o distacco anche marcati. Spesso non è tanto un “non voler più ascoltare”, quanto un tentativo (goffo o provocatorio) di affermare sé stessi… anche a costo di rompere gli equilibri familiari.

Tuttavia, quando questi cambiamenti diventano troppo intensi o sembrano disconnettere il ragazzo dalla sua quotidianità, dai legami significativi e da sé stesso, può essere importante intervenire.

L’approccio breve strategico è orientato proprio a intervenire in tempi rapidi e con modalità concrete, senza dover per forza “rivangare” il passato, ma lavorando su ciò che alimenta il problema oggi. Anche nei casi in cui il figlio non sia pronto ad accettare un percorso, può essere molto utile lavorare inizialmente con i genitori, per aiutarli a comunicare in modo più strategico e a disinnescare le dinamiche che – anche in buona fede – rischiano di irrigidire il rapporto.

Se sente il bisogno di essere supportata, anche solo per un primo confronto, resto a disposizione, sia a Corigliano-Rossano (CS) che online.

Un caro saluto,


Giovanni Noè
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