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Dott. Giovanni Noè

Psicologo

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  • Corigliano-Rossano
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Bimbo immaturo

Michele ha 9 anni e da sempre predilige giochini gommosi o robottini con cui immagina di fare lotte, simulando anche i rumori. Lo fa spesso anche quando qualcuno gli parla. Qualche anno fa lo trovavo tenero, ma oggi mi sento preoccupata nel vedere che, a 9 anni, continua a giocare in maniera immatura. Ricerca sempre un giochino o un pupazzetto da tenere con sé.

Inoltre utilizza la voce di un bambino piccolo, come se fingesse di avere meno anni. Gli ho anche chiesto perché lo faccia, ma risponde dicendo che gli piace così.

Fa fatica a scuola con la matematica; infatti abbiamo avviato le pratiche con l’ASL per un iter di valutazione, con una prima visita neuropsichiatrica che deve ancora iniziare.

Ha difficoltà a rispettare le regole e fa molti capricci quando deve fare qualcosa o venire a tavola a mangiare, anche se queste regole sono state già ribadite in precedenza. È il secondogenito: ha un fratello di 11 anni che non lo aiuta più di tanto; anzi, insieme fanno i monelli e si comportano male anche fuori, dimostrando difficoltà ad ascoltare l’adulto.

Può essere un disturbo d’ansia? Premesso che sono divorziata da 8 anni e il padre non è una figura presente nella loro vita. Li vede molto poco: sono stati cresciuti da me, da mio padre e, da qualche anno, anche dal mio compagno, che tra l’altro è educatore.

Buongiorno,

la ringrazio per aver condiviso con tanta chiarezza la situazione di Michele. È comprensibile la sua preoccupazione: da ciò che descrive emergono comportamenti che possono sembrare immaturi per l’età, come il gioco ripetitivo con pupazzetti e la voce infantile, insieme a difficoltà nella gestione delle regole e nell’apprendimento della matematica.

Va detto che ogni bambino cresce con tempi e modalità diverse: ciò che in alcuni casi è una semplice modalità di espressione e di rassicurazione, in altri può diventare un segnale che merita attenzione. Il fatto che abbiate già avviato un iter di valutazione presso la neuropsichiatria infantile è un passo molto importante: solo attraverso una valutazione multidisciplinare sarà possibile chiarire se si tratta di un tratto caratteriale, di un bisogno di rassicurazione legato al vissuto emotivo, o di difficoltà di apprendimento/ansia che richiedono un supporto mirato.

In attesa della valutazione, può essere utile:

  • mantenere regole chiare e coerenti, evitando di ripeterle infinite volte o di cedere ai capricci;
  • offrire spazi di gioco condiviso con regole precise (es. giochi di società, attività sportive), così che il gioco non sia solo ripetitivo o solitario;
  • valorizzare i momenti in cui Michele mostra comportamenti più adeguati alla sua età, rinforzando positivamente ciò che funziona;
  • non colpevolizzarlo o rimproverarlo per la “voce da piccolo”, ma proporgli gradualmente modalità alternative di esprimersi.

La storia familiare (assenza del padre, contesto affettivo complesso) può aver inciso sulla ricerca di comportamenti regressivi, che per Michele funzionano come una forma di rassicurazione. Non si tratta necessariamente di un “disturbo”, ma sicuramente è un segnale che va compreso meglio.

Se desidera, possiamo parlarne insieme in un colloquio di consulenza: può essere utile per lei avere da subito strategie pratiche di gestione quotidiana, in attesa della valutazione dell’ASL. Ricevo sia online che in studio a Corigliano-Rossano.

 

Un cordiale saluto,

Giovanni Noè – Psicologo

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