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Dott. Giovanni Noè

Psicologo

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  • Corigliano-Rossano
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Mio marito lavora fuori

Buongiorno, sto con mio marito da 26 anni, niente figli e un rapporto stupendo. Viaggiamo molto andiamo d'accordo su tutto tanto che 13 anni fa abbiamo aperto un'attività commerciale insieme. Per me era un sogno che diventava realtà. Si stava insieme 24 ore al giorno. Nel lavoro diventavamo colleghi, fuori più innamorati che mai. Poi un amico gli propone di fare un concorso per l'insegnamento per avere una seconda entrata e lui, sicuro di non vincere, lo fa e lo vince. Risultato, viene chiamato a 1500 km di distanza da me continuando a lavorare a distanza per la nostra attività e tornando a casa quasi ogni fine settimana. Contemporaneamente muore mio padre a cui ero legatissima e mia suocera. Mi sono appoggiata a casa di mia madre che abita molto vicino alla sede del mio lavoro, ma con cui non ho praticamente rapporti. E anche con mio suocero siamo molto diversi caratterialmente. Mangio sempre sola e l'anno scorso ho perso 12 kg in un fisico già magro. La scuola sta per iniziare e io non faccio altro che piangere di nascosto perché tra poco lui andrà via. Esco anche con amiche, ma mi manca lui. Durante lo scorso inverno, restavo a lavoro anche durante la pausa pranzo e quando tornavo la sera, mia madre aveva già cenato e non mi salutava quasi mai. Anche mio marito vorrebbe tornare, ma sarebbe un peccato abbandonare tutto. Non siamo più tanto giovani e vorrei godermi le mie giornate con lui anziché sola. Il mio lavoro con il pubblico è solo una grandissima ipocrisia con tutti. Nessuno sa quello che ho dentro e alcune volte faccio pensieri brutti. Sono troppo stanca e sola. Due persone mi amavano e mi hanno abbandonato.

Buongiorno,

dalle sue parole traspare con grande chiarezza tutta la stanchezza, la solitudine e la sofferenza che sta vivendo. Capisco bene quanto sia doloroso ritrovarsi improvvisamente senza più i punti fermi che davano equilibrio alla sua vita: la vicinanza costante di suo marito, la perdita di persone care, e un ambiente familiare che non riesce a darle sostegno.

Il legame con suo marito resta forte e autentico, ma la distanza e i cambiamenti degli ultimi anni hanno creato un vuoto che non è semplice colmare, e che inevitabilmente la porta a sentirsi sola anche nei momenti quotidiani. È naturale che questo la faccia sentire stanca, scoraggiata e arrabbiata.

Proprio per questo è importante che lei non resti da sola con questi pensieri. Quando la sofferenza diventa così pesante, e arrivano idee che la spaventano, è un segnale che merita attenzione immediata. Non significa che “non ci sia più speranza”, ma che ha bisogno di un sostegno concreto per affrontare questa fase.

Le suggerisco di:

  • parlarne direttamente con un professionista (psicologo o medico di fiducia), così da avere uno spazio sicuro dove poter alleggerire questo peso
  • può anche chiamare Telefono Amico (02 2327 2327) o il numero verde gratuito 1522, attivi tutti i giorni, per avere un supporto immediato e anonimo.

Un percorso terapeutico può aiutarla a gestire la solitudine, a trovare strategie nuove per affrontare il distacco e a recuperare energia per sé stessa, senza perdere ciò che di importante ha costruito con suo marito. Se lo desidera, possiamo parlarne insieme, online o in studio a Corigliano-Rossano.

Non affronti tutto questo da sola: chiedere aiuto è un passo fondamentale per stare meglio.

Un caro saluto,

Giovanni Noè – Psicologo

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