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Dott. Giovanni Noè

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Problemi con Bambino di 3anni e mezzo.

Salve. Sono il papà di Carlo un bambino di 3anni e mezzo. Scrivo perché vorrei qualche consiglio su come gestirlo ed eventualmente essere indirizzato per qualche visita o consulto. Spiego il nostro problema: Carlo è un bambino molto vivace e molto intelligente. Mia moglie lavora su turni quindi si assenta anche di notte. Carlo quando è con sua madre la esaspera non gli dà tregua e respiro persino in bagno è incollato a lei. È un bambino molto testardo se non ottiene ciò che vuole grida piange anche per mezz'ora fino a che noi esausti non gli concediamo ciò che chiede (sbagliando credo). Se gli viene detto:"non fare questo che puoi farti male" la sua risposta è "mi devo fare male". Oppure se gli dici "non picchiare il nonno che può farsi male" lui ti risponde " si deve fare male" e potrei continuare ancora... lui fa sempre così... il contrario di ciò che gli si chiede. Cerchiamo di giocarci insieme, di fargli coccole ed essere dolci e comprensivi ma non c'è la facciamo più a gestirlo. Scrivo perché vedo mia moglie emotivamente e mentalmente molto provata. Abbiamo anche un altro bambino di 10 anni però con lui non abbiamo mai avuto problemi. Spero che abbiate capito un pò la situazione e che possiate aiutarmi anche a capire come comportarci ed eventualmente a chi rivolgerci se ci fosse necessità.... grazie

Gentile papà,

ti ringrazio per la tua chiarezza e per la premura che dimostri sia verso tuo figlio che verso tua moglie. Quello che descrivi è molto comune in bambini piccoli ma, allo stesso tempo, può diventare molto logorante a livello familiare, soprattutto quando si ha l’impressione di “averle provate tutte”.

Carlo è nel pieno di una fase in cui testa i limiti, esplora il potere della sua volontà, cerca attenzione e rassicurazione… ma lo fa in modo molto intenso. Quello che racconti — risposte provocatorie (“mi devo fare male”), scoppi di rabbia prolungati, attaccamento esasperato alla figura materna — ci dice che probabilmente non si sente ancora sicuro e contenuto emotivamente.

Questo non significa che stiate sbagliando. Anzi: spesso, è proprio quando i genitori cercano di essere dolci, attenti e accoglienti, che i bambini più sensibili alzano il tiro, per verificare quanto possono spingersi prima di trovare un confine.

👉 Nell’approccio breve strategico, si lavora con i genitori per:

  • interrompere i meccanismi disfunzionali involontari, come il cedere alle richieste dopo un’esplosione di pianto (anche se comprensibile, questo rafforza la strategia del “urlo per ottenere”);

  • insegnare al bambino che ci sono regole ferme ma affettuose, che non vanno spiegate mille volte ma agite in modo coerente;

  • ricostruire l’equilibrio familiare, evitando che uno dei due genitori — in questo caso tua moglie — venga sopraffatto da un carico che dovrebbe essere condiviso.

💡 A volte bastano pochi incontri per ottenere già un grande miglioramento, senza etichettare il bambino, ma lavorando con voi genitori per agire sulle dinamiche che si sono cristallizzate.

Se lo desideri, posso offrirvi un primo colloquio di consulenza, anche online, per valutare insieme il quadro e impostare un percorso breve, efficace, rispettoso dei vostri valori e delle vostre energie.

Un caro saluto,
Dott. Giovanni Noè
Psicologo 
Ricevo in presenza a Corigliano-Rossano (CS) e online

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