Comportamento assurdo di mia mamma
Cercherò di essere più breve possibile. Mia mamma non accetta la mia indipendenza. Penso dovrebbe essere orgogliosa della mia intraprendenza, del fatto che a me piaccia viaggiare per scoprire il mondo. Non è possibile che mi faccia problemi per ogni cosa a 30 anni. Quest'anno ho fatto due viaggi (di breve durata ed in Italia) e lei mi sta facendo un sacco di problemi perché voglio organizzarne un terzo (di 1 settimana). Ho il mio stipendio ed ovviamente non vado neanche lontanamente sotto con le spese. Si lamenta, fa casino, trova argomenti diversi su cui attaccare le mie cose, ma concreti non ce ne sono. A gennaio dovrò sostenere un esame per la mia carriera professionale e per questo ha detto: "se non studi per una settimana non so come arrivi all'esame, cercando di fare leva sui miei sensi di colpa". Ok, non studio una settimana ad agosto con l'esame a gennaio? Sono davvero incredulo di tutta questo accanimento, sono un ragazzo che si è sempre impegnato ed ha costruito ogni tassello con grande sacrificio, dalla laurea, ai master ecc. Non so più cosa fare, poco fa ho urlato con lei - come non facevo da anni - dopo una discussione che dura da 2 giorni (mi chiama anche al telefono mostrando la sua delusione giustificata dal fatto che io stia organizzando il "terzo" viaggio in un anno!), poi piange, si offende. Boh, sono veramente disperato. Non posso permettermi neanche di avere questi pensieri perché sto studiando (oltre a lavorare) per ambire ad un miglioramento professionale. Fossi un ragazzo che pensa solo al divertimento... nulla di tutto questo, mattina sveglia presto, lavoro; pomeriggio secondo lavoro (ne faccio due in part-time), sera stanco vado a dormire.
Gentile utente,
quello che racconti è una situazione profondamente stressante e purtroppo più comune di quanto si pensi: spesso, anche da adulti, ci si ritrova a combattere con aspettative familiari che mal si conciliano con la propria indipendenza e maturità. La tua è una vita costruita con impegno, studio, responsabilità — due lavori, una carriera che stai coltivando con dedizione, progetti personali che porti avanti senza sottrarre nulla al tuo percorso.
Eppure, la difficoltà non sembra derivare da ciò che fai, ma dal fatto che sei diventato un adulto autonomo. Per alcuni genitori, questo passaggio è difficile da accettare, e può generare dinamiche ambivalenti: da un lato ti ammirano, dall’altro si sentono messi da parte, persi, o addirittura “non più necessari”.
L’accanimento che descrivi, così come la manipolazione emotiva (il senso di colpa, le lacrime, l'offesa), sono tentativi di controllo che spesso vengono messi in atto inconsapevolmente per ristabilire un equilibrio passato… che però oggi non esiste più.
Dal punto di vista strategico, più cerchi di spiegare razionalmente il tuo punto di vista, più si irrigidisce il suo. È come voler spegnere un incendio con la benzina.
Per uscire da questo circolo vizioso è necessario cambiare approccio comunicativo, imparando a gestire le interazioni in modo da non alimentare il conflitto, pur restando saldo nelle tue scelte.
Un percorso psicologico breve può aiutarti a:
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riconoscere le trappole comunicative che si attivano nel vostro rapporto;
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proteggere i tuoi confini emotivi senza scivolare in sensi di colpa o reazioni impulsive;
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trovare un equilibrio tra autonomia e legame familiare, che non sacrifichi la tua libertà né l'affetto per tua madre.
Hai già dimostrato forza, impegno e maturità. Ora puoi scegliere anche di liberarti da un legame che oggi non ti nutre, ma ti vincola, trasformandolo in qualcosa di nuovo, più sano per entrambi.
Resto a disposizione,
Dott. Giovanni Noè
Psicologo
Libera professione a Corigliano-Rossano (CS)
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