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Dott.ssa Giuseppina Cantarelli

psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista

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  • Parma
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Mia figlia pensa solo al make up e al telefono

Buongiorno. Sono una mamma di 46 anni, mia figlia grande ha 13 anni e sono disperata, (mio marito non è suo padre ma è come se lo fosse l'ha cresciuta insieme a me ha sempre avuto molto rispetto e premura, si lui è più rigido di me proprio come se fosse il suo vero padre, non gli ha mai fatto mancare niente e non fa assolutamente differenze tra lei è l'altra nostra figli di 7 anni, di cui è il vero padre. Suo padre lo sente ogni tanto per telefono e raramente si vedono ma sia lei che lui non sono legati c'è molta indifferenza tra loro. I suoi unici interessi sono il cellulare e il make up! E' sempre stata una bambina tranquilla ,anche se la scuola non gli è mai piaciuta tanto ha sempre fatto il suo dovere ed è sempre andata a scuola senza mai fare storie, in questi ultimi mesi è un disastro! Non vuole andare a scuola non fa i compiti ha dei brutti voti, e quando la sgrido e ceco di farle capire che non è quello il comportamento più corretto, lei se ne frega , mi risponde con tono arrogante oppure fa finta di niente...il suo unico pensiero e truccarsi(per lei questione di vita o di morte) e il cellulare. Non sappiamo più cosa fare i e mio marito abbiamo cercato in tutti i modi di parlare con lei ascoltarla e cercare di spiegargli che il mondo non è solo fatto di trucco e telefono, deve rendersi conto che sono altre le cose a cui deve dare valore e che la scuola l'istruzione sono molto importanti per il suo futuro.Ora gli ho tolto il cellulare e messo via tutti i trucchi ma non so se è la cosa giusta da fare.Vi chiedo un aiuto grazie! Maria Giulia una mamma disperata

Gentile Maria Giulia,

quando sopravviene un cambiamento così repentino nella vita di un figlio /a, è sempre bene escludere vi siano problematiche legate alla dimensione famigliare o sociale del/la ragazzo/a. Se le è possibile escludere problemi intrafamigliari, sarebbe bene  lei chiedesse un colloquio con gli insegnanti, per comprendere meglio la situazione. Tra tanti , in genere si trova sempre il docente più sensibile e attento che può avere percepito o compreso i motivi di una caduta di interesse da parte dell'alunno/a. E' pur vero in ogni caso, che la ragazza è entrata da qualche tempo in una fase delicata di  crescita che è la preadolescenza. Non è perciò più una bambina , nè ancora un'adolescente, nè tantomeno un'adulta. Entro una certa misura, i suoi comportamenti possono essere considerati normali e trattati con indulgenza, sentimento che peraltro deve essere più interiore che esteriore. Mi spiego meglio: Lei deve sapere che, entro un certo limite , il comportamento ribelle della sua figliola, è parte naturale dell'età che essa sta attraversando, e ciò  Maria  Giulia,  la deve rendere più serena nel rapportarsi alla sua ragazza. Nel contempo è arrivato per Lei un momento difficile, che è quello in cui devono essere stabilite alcune regole precise e fondamentali che andranno ad aiutare sua figlia a comprendere il significato del limite , di un limite che non deve essere oltrepassato e che si costituirà come strumento del consolidamento della coscienza morale e civile della ragazza e per quanto possa parerle strano, anche della sua stessa autostima e del rispetto di sè ancora in piena crescita a quest'età. Glielo dico francamente: occorre autorità, non autoritarismo, ma semplice e sana autorità, per cui deve passare il messaggio, che le regole in famiglia sono stabilite dai genitori e che devono essere rispettate fino a che i figli non si siano resi indipendenti. So che è una parte complessa e a tratti sgradevole, ma assolutamente necessaria. Una certa severità , quando non eccessiva, rende consapevoli i giovani e giovanissimi che i genitori possono essere tutori affettuosi, ma non amici e quindi se necessario anche severi. Ciò, serve a creare tra le altre cose, quella giusta distanza che servirà ai ragazzi a trovare gli strumenti necessari per affrancarsi il prima possibile dalla tutela della famiglia, svolgendo con impegno il proprio compito. Spesso mi sono resa conto che la difficoltà più grande che i genitori incontrano in questa fase, è legata al senso di colpa. Questo è un sentimento assolutamente inappropriato , in quanto è istantaneamente percepito come una debolezza e utilizzato dai figli come un'arma di ricatto. Stia quindi serena e salda. Sia affettuosa ma anche decisa. Se il problema dovesse peggiorare, qualche incontro con uno psicologo dell'età evolutiva, potrebbe veramente essere di grande aiuto a tutti voi.

Cordiali saluti

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