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Dott.ssa Giuseppina Cantarelli

psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista

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  • Parma
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Sono nata sbagliata?

Buonasera, vi contatto perché vorrei trovare una risposta ad una domanda che mi faccio da tanti anni a questa parte: sono nata sbagliata?
E' da tanto che mi sento così, sin da quando ero piccola perché mi sentivo evitata dai miei genitori per via di un piccolo disturbo dell'attenzione che avevo fino ai 12 anni; poi al liceo le cose sono peggiorate anche a causa del bullismo subito e ad un tentativo di suicidio mai realizzatosi fortunatamente per la quale, anche se avevo il loro supporto, mi sentivo sola.

Ora vi scrivo, dopo l'ennesima lite fatta con i miei genitori a causa del mio comportamento, a loro dire "sbagliato", nonostante io cerchi di cambiarlo, affinché possa avere una buona relazione con i miei.. Penso sempre di non essere abbastanza per loro e soprattutto non riesco a guardarli in faccia, forse per timore di un loro giudizio, non so.

So solo che così non posso andare avanti e ho bisogno del vostro aiuto per capire se c'è qualcosa di sbagliato in me o se è solo un'altalena che non ha voglia di fermarsi.

Vi ringrazio

Cara Erika,

dal suo messaggio emerge una grande angoscia, e una sicura tendenza a vivere la relazione coi suoi genitori come fosse ancora una bambina. Un disturbo d'apprendimento dovuto a qualsivoglia fattore, dovrebbe preoccupare i genitori, ma sicuramente non allontanarli nè renderli troppo critici, poichè ciò potrebbe minare le basi della fiducia nella vita dei propri figli. Lei quindi è cresciuta in un ambiente che le ha garantito solo una forma d'amore " condizionato", ossia, condizionato dai suoi successi , e, da una richiesta di perfezione che avrebbe permesso a mamma e papà, attraverso le loro proiezioni narcisistiche su di Lei cioè, attraverso la certezza di avere prodotto qualcosa di eccellente e non difettoso di sentirsi adeguati e soddisfatti, mentre i Suoi piccoli problemi. hanno ostacolato questo egoistico progetto. Ma lei non è " difettosa", semmai semplicemente un essere umano che in momenti delicati della crescita ha probabilmente espresso il suo disagio attraverso piccoli sintomi, che non sono stati presi in dovuta considerazione, nè dagli insegnanti , nè tantomeno dai suoi genitori e se non riesce a guardarli in faccia , forse non è solo a causa della paura del loro giudizio, ma anche in risposta alla loro costante mancanza di uno sguardo tenero e buono verso di lei. A 24 anni , se le cose non vanno in famiglia, è bene cominciare a pensare di costruirsi una vita propria il più distante possibile da ricordi e situazioni attuali troppo negative e pesanti da sostenere emotivamente. Se non si è in grado di farlo, occorrerà farsi aiutare da chi possa concorrere a sostenere una fragile autostima , a costruire una propria volontà, nonchè una maggiore sicurezza interiore e ad uscire quindi gradualmente dalla dipendenza dalle figure parentali e da timori ancora troppo infantili .

Cordiali e cari saluti

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