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Dott.ssa Laura Garau

psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista

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Mio figlio si blocca davanti alla prospettiva di partecipare a giochi di gruppo

buon giorno,ho un unico figlio di 3 anni e mezzo ,sano ben cresciuto e molto intelligente, solo che spesso si blocca davanti alla prospettiva di partecipare a giochi di gruppo con i compagni , addirittura non monta sugli scivoli e preferisce isolarsi ad osservare...tale atteggiamento e' stato segnalato anche la scorsa stagione dalle educatrici del nido che frequentava , classificandolo come ,atteggiamento caratteriale. A casa gioca,corre e salta esigendo pero' il padre ,la madre o la nonna come compagno di giochi. disegna figure incomprensibili e si scoccia subito , in particolare se non c'e' un adulto al suo servizio. E' un po' capriccioso e viziatello a causa forse delle troppe attenzioni da figlio unico , ma quello che mi preoccupa e' quell'atteggiamento timido ed introverso davanti alla prospettiva di giocare con i coetanei , o semplicemente di giocare in loro presenza , preferendo di rifuiarsi in un angoletto con il gioco portato da casa che non molla neanche di notte.Eppure sono certo che lui vorrebbe ad ogni costo giocare e saltare con gli altri , ma secondeo me si blocca per timidezza o ansia della prestazione , questo e' confermato dal fatto che se al parco giochi non c'e' nessuno , lui scatta come una molla e si arrampica ovunque poi quando arrivano altri diventa impassibile , pigro e si isola . Abbiamo provato a spronarlo in vari modi ,anche con le maniere dure , ottenendo poco o niente . Addiritura e' nato un conflitto tra me e la madre , la quale sostiene di metterlo in punizione in una stanza al buio , con qualche sculaccione ogni qual volta che il bambino fa capricci , disobbidisce o si rifiuta di andare alle feste di compleanno dei compagni di asilo. Io all'opposto sono troppo permissivo,nutro un'amore smisurato e morboso nei confronti del bimbo ,concedendogli un po' troppo,assecondandolo nei giochi e non essendo abbastanza duro nei rimproveri . chiedo a voi del settore quele possa essere il giusto modo di affrontare le presunte insicurezze e i capricci del bambino , senza rischiare di peggiorare ulteriormente la situazione . grazie

Gentile Max,

descrive un bambino di tre anni e mezzo che ha difficoltà a entrare in relazione con i bambini della sua età, credo che come genitori siate turbati dal non avvertirlo gioioso e spensierato, capace di godere delle possibilità offerte dallo stare con gli altri bambini.

E’ figlio unico e quindi ha attorno molte figure di adulti dei quali è sicuramente il centro dell’attenzione, anche in un modo che sembra venire percepito da voi genitori come un po’ dispotico, o perlomeno poco tollerante delle frustrazioni, mentre nel gruppo dei coetanei è lui a dover trovare il modo di interagire facendosi accettare. Forse è solo un po’ indietro nello sviluppo delle attitudini sociali che richiedono pazienza, capacità di percepire lo stato emotivo degli altri in modo da adattarsi, fiducia in sé tanto da sentire di potersi esporre, capacità di sopportare l’eventuale frustrazione di un rifiuto. Naturalmente tutto questo non è facile da acquisire, è un processo maturativo che anche in molti adulti non è pienamente conquistato. 

Dice anche che si è creato un disaccordo tra lei e la mamma, e lascia intuire un’ansia di voi genitori rispetto ad alcuni aspetti del carattere del piccolo che il bambino sicuramente avverte e non è la cosa migliore per aiutarlo a sviluppare la fiducia in se stesso. Di sicuro le maniere forti in certe circostanze, come costringerlo ad andare alle feste di compleanno dei compagni, quasi la pretesa che il bambino risponda come noi vorremmo per rassicurarci, non può che sortire degli effetti controproducenti, il bambino non si sente capito, sente di non essere come dovrebbe per piacere ai genitori; per contro, anche la mancanza di limiti chiari non aiuta il bambino a mettersi alla prova e a scoprire le proprie potenzialità sentendo di essere contenuto e sostenuto dall’attenzione fiduciosa dei genitori. E’ importante, poi, sottolineare che l’accordo tra i genitori nel condividere regole chiare e costanti è molto rassicurante per il bambino.

Non so se queste poche e sicuramente superficiali considerazioni possano esservi utili, se avvertite che le difficoltà del bambino persistono e la vostra ansia non si placa, varrà sicuramente la pena di cercare di comprendere meglio con l’aiuto di un osservatore esterno, l’ansia eccessiva, infatti, non aiuta i genitori a vedere com’è davvero il loro bambino e soprattutto cosa può davvero aiutarlo a crescere. 

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