E un bel giorno conosci la tua nuova ragazza, si chiama ANSIA
Salve,
tralasciando momentaneamente il titolo a sfondo ironico che ho voluto adottare, voglio mettermi a "nudo" raccontandovi quello che mi sta capitando da più di un mese nel mio cervello (e sopratutto alla mia persona); soffro di attacchi di ansia (penso sia ancora a livelli bassi, non paragonabili al panico) correllati a dei pensieri che MAI (e sottolineo MAI) avevo fatto prima d'ora, ovvero, paura di perdere completamente il controllo di me stesso e analogamente poter fare del male a qualcuno (le peggio scene di un film dell'orrore di colpo proiettate nel mio incoscio), paura di poter compiere un sucidio, paura degli oggetti appuntiti (sentirmi attratto dai coltelli, forbici e compagnia bella), il tutto condito con domande esistenziali del tipo "chi sono?". "cosa ci faccio a questo mondo?", eccetera, eccetera.
Non ho ancora consultato nessuno specialista in merito, perché so principalmente che il cambiamento dovrà avvenire in primis dal sottoscritto, ma a volte mi sembra impossibile riuscire a liberarmi da questi pensieri maligni, come se fossero dei rami che mi tengono stretto e pian piano si nutrono della mia linfa vitale, fino a rendermi un automa; ho paura che li poterò con me fino alla fine dei miei giorni.
Chiedo umilmente aiuto a questo mio problema, perché da solo non sto riuscendo a trovare la cosiddetta luce in fondo al tunnel e forse non riuscirò mai a trovarla.
Grazie a chiunque avrà la gentilezza di prendere in esame la mia richiesta d'aiuto.
Buongiorno Andrea,
lei descrive dei pensieri che sottintendono l'attuale disagio esistenziale che la sta attraversando.
I suoi pensieri rivelano una certa carica di frustrazione e aggressività verso se stesso e verso gli altri di cui sembra - in una qualche forma - esserne consapevole, ma che da solo e senza l'aiuto di un esperto non ne può cogliere il significato profondo.
Intraprendere una psicoterapia di tipo psicodinamico l'aiuterebbe a leggere quel movimento che la agita, che preme e che chiede di essere ascoltato.
Il rapporto dialogico con un esperto del mondo della psiche (che attualmente esclude di averlo direttamente preferendo ricercarlo in una email) può invece esserle utile e arricchente per lei.
È solo in una relazione terapeutica reale,cioè in uno spazio fisico e temporale in cui può esserci un effettivo scambio, che può avvenire la possibilità di fare chiarezza sul mondo prezioso delle sue emozioni, dei suoi desideri e bisogni e darne una direzione costruttiva e gratificante. Questa costruzione ha bisogno di ascolto, coinvolgimento e desiderio.
Ci rifletta.
Le auguro di trovare nelle risposte che riceverà qualche piccola indicazione utile per lei.
Dott.ssaMaria Greco
Psicologa, Psicoterapeuta - Lecce
- Consulenza Psicologica e Psicoterapia
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