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Dott.ssa Maria Greco

Psicologa, Psicoterapeuta

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Dott.ssa Maria Greco

Psicologa, Psicoterapeuta

  • Lecce

Disturbo borderline e diagnosi

Buongiorno,
sono una ragazza di 26 anni che ha iniziato una terapia da circa un anno per problemi di ansia e depressione. Con la dottoressa che mi ha preso in cura si era instaurata una buona alleanza terapeutica e dopo le sedute mi sentivo più sollevata, anche se non avevo riscontrato miglioramenti, dato che i periodi critici hanno continuato a verificarsi.
Non ricordo bene come, ma sono incappata online in un sito che descriveva il disturbo borderline di personalità e mi sono riconosciuta immediatamente. Come se tutta la mia vita potesse ad un tratto essere spiegata: la sensazione di tradimento e di abbandono che provo nei confronti del mio partner, i repentini cambi di umore, l'impulsività, la dissocciazione, le abbuffate, la sensazione di essere in controllo e poi di perderlo completamente, la tendenza ad assolutizzare tutto, la profonda sensazione che tutti mi abbiano fatto qualcosa di brutto anche se so che non è così, i pianti, i pensieri di suicidio e soprattutto una grande rabbia, aggressiva che si scatena e non mi so spiegare.
Ho detto alla mia psicologa che ritenevo di poter avere questa sindrome, e lei, visibilmente spiazzata, dopo molti giri di parole mi ha detto che non ce l'ho, magari ho qualche tratto.
Mi sono sentita molto male perchè pensavo di aver trovato una spiegazione.
A questo punto mi chiedo cosa sia meglio fare, perchè anche se la dottoressa avesse ragione ho paura che la terapia potrebbe risentire del fatto che io sono convinta di una cosa diversa da quella che lei ritiene. Mi chiedo se sentire un diverso parere potrebbe essere sensato. Mi chiedo anche se magari riferirsi a tratti del disturbo invece che al disturbo sia un modo per evitare di incastrarmi in una diagnosi netta. So che può sembrare inutile soffermarsi sulle parole, ma io avevo provato grande sollievo nel riconoscermi in questa sindrome, come se il mio essere irrazionale e incontrollata e eccessivamente emotiva non fosse colpa mia (non nel senso che la diagnosi mi permetterebbe di sentirmi deresponsabilizzata delle mie azioni, ma mi aiuterebbe a giustificarne le cause).
Grazie a tutti dell'attenzione

Buongiorno Francesca,

da quello che scrivi sembra che il trovare le cause dei tuoi comportamenti ti farebbe sentire sollevata dalle situazioni che vivi. Ora, però, c'è da dire che le spiegazioni di per sé non migliorano lo stato di salute di una persona. La diagnosi, infatti, non è la cura.

Quello che deve essere chiaro a te è che la persona che ha un sintomo (qualsiasi stato psico-emotivo  che lo faccia  stare male) ne è sempre responsabile. In che senso? Noi siamo sempre responsabili di quello che decidiamo di fare di cio' che gli altri ci hanno fatto. La persona che ha subito un evento traumatico che gli ha prodotto una ferita non è certo responsabile della ferita che ha subito, ma è responsabile di quello che farà di ciò che ha subito. Questo è un aspetto assolutamente importante da tenere presente ed è un principio irriducibile da cui non ci si può sottrarre.

La psicoterapia, dunque, serve proprio a questo. Ad aiutare la persona non solo a leggere gli eventi che ha subito e a metabolizzarli, ma aiuta anche la persona a riprendersi la capacità naturale di rispondere (questo è il significato della parola responsabilità di cui ti parlo) al suo ambiente e a se' stesso. 

Francesca, alla luce di quanto scritto, ti suggerisco dunque di riflettere da sola e anche con l'aiuto della tua psicoterapeuta. Riflettere sul lavoro che finora hai fatto su di te rispetto al principio di responsabilità di cui ti ho parlato, ti permetterà di comprendere se e come tu stai affrontando le situazioni che ti creano disagio. Tale comprensione ti permetterà anche di ri-direzionare diversamente la tua vita, se ti dovessi accorgere che essa si discosta molto dai tuoi desideri più profondi. La terapia ti sarà utile dunque per esplorarli e per realizzarli attraverso azioni coerenti con essi. Ok?

Ti auguro un gioioso proseguo del tuo lavoro. Saluti 

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Dott.ssaMaria Greco

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