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Dott.ssa Maria Greco

Psicologa, Psicoterapeuta

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Dott.ssa Maria Greco

Psicologa, Psicoterapeuta

  • Lecce

Comunicazione difficile

Salve a tutti!
Sono un ragazzo di 25 anni che sta avendo non poche difficoltà comunicative con i propri genitori.
Il problema principale è la dinamica disfunzionale che si instaura quando dobbiamo affrontare temi come: lavoro, formazione e denaro.
I miei genitori (mia madre soprattutto) tendono ad essere molto insistenti, frettolosi e invadenti, quando dobbiamo affrontare certi discorsi, senza contare che spesso scelgono il momento della giornata meno adatto in assoluto per parlare di certe cose.
Quando discutiamo io mi sento soffocare e sommergere dai sensi di colpa, perché oltre all’invadenza tendono ad essere anche molto critici su di me e sulle mie scelte.
Ho seguito per anni una terapia cognitivo-comportamentale, ma nonostante i molti tentativi fatti non siamo riusciti a risolvere il problema della cattiva comunicazioni fra me e i miei genitori.
Con altre persone riesco tranquillamente a parlare di certe cose, ma con i miei proprio non funziona, perché la loro invadenza e prepotenza mi tolgono letteralmente il fiato.
È un po’ come se avessi davanti due maestri particolarmente severi ed incalzanti che hanno sempre da ridire su tutto e che mettono becco su ogni cosa con fare concitato ed opprimente.
Cosa mi consigliate di fare?

Buongiorno Tony,

da come espone il problema mi sembra che il suo non sia un problema di comunicazione inefficace tra lei e i suoi genitori, quanto un conflitto tra aspettative diverse. I suoi genitori infatti vorrebbero che lei soddisfacesse le loro attese riguardo al suo progetto di vita, mentre lei sulla sua vita ha altri desideri.

Il punto del suo lavoro in psicoterapia, quindi, non è quello di trovare "la giusta comunicazione" per convincere i suoi genitori della "bonta'" delle sue intenzioni e dei suoi progetti, quanto fare le scelte che lei reputa giuste per se' sganciandosi dal bisogno di ottenere il loro consenso. 

Finché lei, per fare o per vivere bene le sue scelte, sentirà come necessaria la loro approvazione, allora lei incorrerà nella medesima frustrazione di adesso. Mi rendo conto che questo le possa sembrare difficile. In un certo senso lo è, ma è questo il vero lavoro che lei dovrebbe fare. Per vivere e affrontare la sua vita. Per come lei ritiene meglio per se' stesso. A costo anche di vedere che le sue scelte possano non essere condivise o appoggiate dalle persone che ama.

Le suggerisco, quindi, di cambiare il punto di osservazione del lavoro da fare su di sè con la psicoterapia. Un lavoro più faticoso, ma sicuramente più proficuo.

Cordiali saluti

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