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Dott.ssa Maria Greco

Psicologa, Psicoterapeuta

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Dott.ssa Maria Greco

Psicologa, Psicoterapeuta

  • Lecce

FIGLIO COMPLETAMENTE ISOLATO, A CHI RIVOLGERSI?

Buonasera,
​sono la mamma di un ragazzo di 13 anni ed ho urgente bisogno di trovare una soluzione per tornare a vivere.
Mio figlio ha, da sempre, difficoltà nel rapporto con gli altri, dai tempi della scuola dell'infanzia è stato isolato, preso in giro, diventato capo espiatorio dei gruppi dei coetanei, sia in ambito scolastico che nei gruppi sportivi frequentati.

E' sempre stato il mio cruccio, ho cercato in tutti i modi di trovare una soluzione, ho iniziato anni fa un lento e speranzoso girovagare tra psicologi, educatori, centri; siamo stati in terapia come famiglia, lui da solo, io da sola (sperando che il problema fosse il mio, che vedessi difficoltà inesistenti) ma niente, la situazione non è cambiata. Ho cercato anche tecniche "alternative", life skills, approccio socio - emotivo .... non mi sono rivolta ai santoni solo perché ho troppa fede nella scienza per rivolgermi a ciarlatani di vario tipo, ma il grado di disperazione è tale che potrebbe portarmi anche a questo.


Capisco che ad occhi estranei il problema possa sembrare minimo, ininfluente, le amiche negli anni mi hanno detto "che vuoi che sia, con l'età passa", ma io mi chiedo e se non dovesse passare? Se dovesse diventare un adulto con problemi nei rapporti interpersonali (anche senza arrivare a casi gravi ma la qualità dei  rapporti con gli altri cambia la vita alle persone) COME POTREI PERDNARMI DI NON ESSERE INTERVENUTA!


Negli anni si sono modificati i modi, gli atteggiamenti, si è diversificata, con la crescita, la modalità di esclusione, ma il risultato non cambia, è sempre escluso! Abbiamo provato a cambiare ambiente, scuola, amici frequentati ma lui rimane solo. Mio figlio non ha il "classico" (classico intendo per l'immaginario dei non specialisti) atteggiamento del ragazzo escluso, preso in giro, ha una modalità attiva nel rapporto con gli altri, ha la vitalità che gli scorre nelle vene, è sempre, almeno apparentemente, contento, sembra quasi non accorgersi (forse è un meccanismo di difesa) dell'atteggiamento ostile dei coetanei. Non ha un amico, nessuno vuole passare del tempo con lui.

Chiedo, cortesemente, se possiate indicarmi a chi rivolgermi, a chi si occupa di queste difficoltà. Lui, secondo me, mette in atto meccanismi che lo portano ad essere allontanato, sembra che abbia una percezione "sbagliata" dei messaggi di feed back" inviati dagli altri. Spesso mi chiedo come sia possibile che una mamma / famiglia DISPERATA non sia in alcun modo aiutata ad affrontare questa complessa situazione, non pretendo, ovviamente che sia l'asl a farsene carico, ma almeno che qualcuno ci indichi uno straccio di percorso.

Stendo un velo pietoso sulla comprensione del problema da parte della scuola, in quanto la maggior parte non SI ACCORGE, la piccola percentuale che si rende conto in genere consigli di lasciare perdere perché "é nato così", io, ovviamente, non ho nessuna intenzione di arrendermi, io ho la certezza che lui sia un ragazzo come tutti gli altri, con aspetti positivi e negativi, ma che deve essere trovata la "chiave" giusta per dargli la possibilità di avere buone relazioni con i coetanei.

Grazie e scusate per lo sfogo.

Buongiorno Elisa Anna,

sicuramente nella sua lettera emerge una sua elevata angoscia riguardo alle difficoltà che lei riferisce su suo figlio. Anche se lei scrive molto di lui e di quello che avete fatto per cercare di aiutarlo, purtroppo mancano molte informazioni utili per poterle dare qui adeguate indicazioni in merito alla richiesta che lei pone. Per questo le suggerisco di richiedere un consulto diretto (insieme al padre del ragazzo) con uno psicoterapeuta della sua città. In questo modo potrete ricevere l'adeguato ascolto del problema che a lei sembra affliggere ("ho bisogno di trovare una soluzione per tornare a vivere").

Lo contatti presto. 

Cordiali saluti

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