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Dott.ssa Maria Greco

Psicologa, Psicoterapeuta

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Dott.ssa Maria Greco

Psicologa, Psicoterapeuta

  • Lecce

Sono troppo abituato a stare da solo ma mi manca la compagnia

Ciao a tutti! Sono un ragazzo di 23 anni. Ultimamente mi sento sotto pressione per essere troppo diverso dagli altri (non mi piacciono le feste dove c'è troppa gente e preferisco stare da solo e praticare attività come suonare qualche strumento). Allo stesso momento però vorrei avere una vita sociale, dato che non ho nessuna amico/a e ne sento la mancanza, soprattutto quando sento gli altri parlare delle loro esperienze con le ragazze. Mi sono sempre trovato a disagio ad uscire con altre persone perchè io sono un tipo ansioso e vorrei pianificare bene le attività prima di farle, mentre gli altri sembra che facciano tutto a cuor leggero senza pensare alle conseguenze (a volte sbagliando). Quindi io mi sento sempre "una persona in più" che non aggiunge nulla alla conversazione, infatti resto sempre li in silenzio ad ascoltare perchè non ho una vita attiva come quella degli altri e non ho nulla di interessante da raccontare. E in più devo assecondare gli altri e diventa pesante seguire tutto quello che fanno senza pensare. Infatti le poche volte che esco già dopo un paio di ore non vedo l'ora di tornare a casa perchè mi sento stanchissimo, però cerco di resistere ma alla fine la sensazione è quella di essere obbligato ad uscire. Il problema è che non riesco ad incastrare queste cose: da un lato vorrei tanto uscire, conoscere qualche ragazza, ma dall'altro sento di avere una vita noiosa e di non avere nulla da offrire ad un'eventuale ragazza (mentre altri ragazzi sono più spensierati, vanno alle feste, parlano tanto, e non pensano sempre alle possibili conseguenze come faccio io). Questo fatto di pensare bene alle cose prima di farle mi ha aiutato molto a scuola e mi aiuta nel lavoro, perchè tutti sanno che faccio qualcosa solo se sono sicuro del risultato e sono molto rispettoso degli altri, non mi permetterei mai di offendere qualcuno perchè purtroppo so cosa si prova, essendo stato vittima di bullismo a scuola (io non mi ribellavo perchè non è mia natura fare del male o offendere agli altri anche se loro lo fanno).
Un ultima cosa: penso che questo problema sia un po' legato alla genetica: mamma ansiosa e papà asociale...mi sembra di essere la fusione dei due, ma ci sarà pure una via di scampo, almeno lo spero!
Ho cercato aiuto su internet perchè ultimamente sento che lo stress si sta accumulando e ho avuto due attacchi di panico, cose che non avevo mai avuto in passato. Inoltre mi sento sempre molto agitato nelle situazioni sociali con persone che non conosco.
Vi ringrazio e spero che possiate rispondere ai miei quesiti, il vostro aiuto mi può essere davvero utile!

Ciao Luca,

nella tua lettera esprimi bene i tuoi bisogni.

Il tuo problema, lo dici tu stesso, nasce dal fatto di essere fortemente preoccupato dall’ entrare in relazione con gli altri. Colleghi la tua forte chiusura sia a esperienze passate di bullismo sia ad un ambiente familiare che ti ha fatto conoscere bene i comportamenti d’ansia verso il mondo esterno, piuttosto che quelli di una visione critica e costruttiva nel rapporto con l’ambiente esterno.

È chiaro, quindi, che la modalità di evitamento o di fuga dal contatto con le altre persone non può andare bene, se non in situazioni circoscritte. Fuggire da situazioni di pericolo reali è un conto, ma scappare da tutto il mondo perché lo si immagina minaccioso o cattivo non può che far sviluppare disagi a livello psicologico, sociale ed anche fisico (gli attacchi di panico ne sono un evidente segnale).

Allora quello che puoi fare è intraprendere un percorso di psicoterapia da affiancare ad esperienze di apertura con il mondo esterno.

Quando eri un ragazzino non avevi gli strumenti adatti per far fronte ai prepotenti, adesso hai l’età per poterlo fare. Ma l’età in sé, da sola, non è sufficiente: occorre che tu costruisca modi più maturi per rapportarti con l’esterno con impegno e coraggio.

I segnali di disagio sono a te stesso chiari. Per cui rivolgiti o presso uno psicologo psicoterapeuta del servizio pubblico oppure presso un privato.

E più in là, se avrai piacere, aggiornaci.

Cari saluti

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Dott.ssaMaria Greco

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