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Dott.ssa Martina Patruno

psicologo, psicoterapeuta, analista transazionale

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Figlia adolescente introversa

Da qualche tempo sono molto preoccupata, mia figlia quasi 14 anni non ne vuole sapere di relazionarsi con coetanei che non facciano parte della sua ristrettissima cerchia di amicizie. D'estate al mare, quindi lontana dal suo gruppetto, passa le giornate a leggere libri, stesa sul letto immersa nelle chat del proprio telefono... se qualche ragazzino/a coetaneo si avvicina e la saluta a stento accenna un saluto e a domande risponde si, no ah ah, mmmm.... insomma interazione zero. uscire non se ne parla, se ha sete e le dico vai pure al bar a prendere qualcosa, si rifiuta, piuttosto muore disidratata.
tutto ciò è motivo di discussione che termina in urla e pianti isterici senza che riesca a tirare fuori una motivazione, cosa realmente le faccia paura o la limiti.
adesso ha iniziato da 2 gg la scuola, 1 liceo, nuovi compagni. mi racconta che in classe con lei c'à un ragazzo che frequentava l'oratorio estivo che ricordandosi di lei le ha chiesto : "ciao XXX ti ricordi di me ?"
lei: si!
lui: "ti stavo antipatico all'oratorio, vero?
lei: mah mi sta antipatico tutto il mondo!
ovviamente si è dileguato, conversazione troncata.... questo accade sempre. le dico spesso che non bisogna essere buoni amici di tutti ma che intrattenere conversazioni non è un male, ci arricchisce, ci permette di conoscere altro, allargare i nostri orizzonti... risposta si si ok.
mi preoccupa, mi preoccupa questa suo autoescludersi, la paura di andare al bar a chiedere un the freddo di interagire con il mondo circostante. a scuola è sempre stata brava e in classe partecipe delle discussioni e lezioni, non so come aiutarla....

Gentile Rossella,

l'adolescenza è un'età molto delicata ed è un periodo di transizione tra l'infanzia e l'età adulta, durante il quale si verificano notevoli cambiamenti fisici e psicologici e ogni ragazzo reagisce a suo modo a questi cambiamenti. Quello che consiglio sempre ad ogni genitore è di rispettare e rispecchiare i vissuti dei figli, comunicando loro comprensione, accettazione e sostegno. Se per sua figlia non è un problema relazionarsi solo con la sua "cerchia" di amicizie ristretta, è importante trasmetterle il suo supporto, che va bene così.

Qualora la situazione invece dovesse complicarsi e sua figlia iniziasse a percepire disagio o ad esplicitare un malessere, sarebbe opportuno rivolgersi ad un professionista, che possa aiutarla a comprendere cosa sta accadendo in lei e trovare dei modi alternativi di gestione della problematica.

Cordiali saluti

Dott.ssa Martina Patruno

Psicologa Clinica e dell'etàevolutiva, Psicoterapeuta, Analista Transazionale Certificato, Esperta in Psicologia Investigativa, Psicologia Forense e Psicodiagnostica applicata in ambito civile e penale, Tutor

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