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Dott.ssa Paola Poeta

Psicologa, Psicoterapeuta

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  • Roma (EUR)
  • consulenza online

Separarsi o continuare a credere nella famiglia come valore di vita?

Salve, sono originaria romana ma vivo all’estero da più di 15 anni. Il mio compagno italiano doc vive con me dal 2001. Abbiamo insieme una bellissima bimba di 8 anni nata all’estero. Ormai da diversi anni il mio compagno mi chiede di andare via dal paese dove viviamo. In tutte le salse la sua richiesta si traduce in una richiesta di aiuto a portarlo via ma senza aver mai capito dove si sentisse felice andare. Abbiamo fatto delle sessione di coppia per comunicare meglio, soprattutto post covid visto che ne abbiamo risentito anche noi come tanti. Ma dalle sessione ne é emerso sempre di più la sua difficoltà a continuare a vivere dove viviamo attualmente. Ho provato milioni di volte a chiedergli di fare team per poter capire come ricollocarci altrove con un piano intelligente ma lui non ha mai voluto affrontare il problema concretamente. Continua a dire portami mia. Con una figlia e attualmente senza lavoro non credo che trasferirsi si fattibile, sul piano finanziario, lavorativo e familiare. Gli ho proposto mille volte di fare le sue scelte e di allontanarsi ma le sue risposte sono state di impossibilità dovuta alla bimba e al lavoro. Sono in difficoltà perché non si lascia aiutare né da me né da nessun altro. Ma io sto andando a fondo con lui e la nostra bimba ne ha già subito le conseguenze con le sue difficoltà emotive. Ho proposto la separazione ma anche questa soluzione non la condivide. Non credo che lui abbia più amore per me e io non lo so più se ne nutro ancora. Mi sento che lottò per mantenere il valore di una famiglia ma la mia non è la famiglia del Mulino Bianco e faccio così fatica a pensare di mandare il mio sogno in frantumi. Sento che la mia vulnerabilità nell’ aprimi a lui non viene corrisposta e lui é sempre più chiuso nel suo mondo. Non ho il controllo su di lui ma ho il diritto di guardare alla mia salute mentale. E mi sento imprigionata aspettando che lui prenda la sua decisione reale. E io in attesa del verdetto. Sono convinta che un po’ di separazione fisica ci farebbe bene per schiarirci le idee ad entrambe con la speranza poi di metterci a tavolino e affrontare il bue per le corna. Ma mi sento che mi faccio da sola tanti film e nessuno con cui condividerli.

Gentile utente

il quadro descritto sinceramente mi sembra non chiaro. Bisognerebbe conoscere molti piu' aspetti della situazione, di voi come persone, età, del luogo, della realta' lavorativa, sociale o meno. Quello però che mi colpisce e' una sorta di grido d'allarme che si può percepire quando, lei dice, suo marito reitera di "essere portato via da li'". Ci sono state circostanze esterne particolari, tali da motivare suo marito a voler andar via? L'assenza di una visione alternativa lascia pensare ad un complesso di motivi e vissuti molto importanti, magari non chiari nemmeno a suo marito stesso. Per cui il tentativo di affrontare, comprensibilmente, la questione logisticamente, può non portare risultati, in quanto  il bisogno potrebbe non risiedere in una insoddisfazione di cose concrete. Non credo si tratti di mancanza d'amore, al contrario di trovare un canale per far luce nella vicenda. Probabilmente qualche incontro psicologico individuale di ognuno dei due potrebbe aiutare ad individuare quegli elementi che al momento non appaiono. Il senso di una famiglia sembra andare in crisi se si aprono delle difficoltà individuali, ma in fondo l'accettazione di queste è il presupposto per ripartire..

Cordialmente 

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Dott.ssaPaola Poeta

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