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Dott.ssa Marinella Magnani

psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale

Dott.ssa Marinella Magnani

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  • Torino
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Pensieri intrusivi verso cari

Egregi Dottori, Vi scrivo per avere se possibile un consiglio. Soffro di ansia e attacchi di panico con tachicardia, questi attacchi aumentano quando ho dei pensieri intrusivi, anche verso gli affetti.

Mi spiego meglio: ho perso il mio cagnolino due anni fa, un giorno pensando a lui, mi è venuto questo pensiero che mi ha scioccata: "Che bello che non ci sei più". Ho amato il mio cagnolino più della mia vita e non mi do' pace tuttora.

Praticamente se penso che può succedere qualcosa, la testa mi dice: "E chissenefrega, oppure magari". E penso sempre nella mente insulti anche verso amici o conoscenti, pur standoci bene insieme.

Sono seriamente preoccupata. Il medico mi ha detto che il mio cervello è in autodifesa, non so cosa voglia dire. Mi ha prescritto Calmirex e Ignatia Heel con diazepamina al bisogno, ma mi sento peggio.

Grazie per il vostro aiuto!

Jessica

Buongiorno Jessica,

quelli che descrive sembrano in realtà essere pensieri intrusivi caratteristici del DOC (Disturbo Ossessivo-Compulsivo), che nel suo caso hanno come contenuto l'idea di avere sentimenti o intenzioni aggressivi/negativi/di rifiuto verso gli altri, specialmente verso gli affetti più stretti. Il DOC può esordire in risposta ad eventi stressanti (come può essere accaduto con la morte del suo cagnolino) e tipicamente si "nutre" del senso di responsabilità della persona, che finisce per sentirsi in colpa ed autogiudicarsi negativamente per aver avuto certi pensieri o teme di tradurli in realtà, magari anche con gesti aggressivi e simili; il DOC fa stare in allarme ed alimenta continuamente il dubbio anche nelle relazioni positive che viviamo. Per approfondire questo aspetto (ma certamente anche per gestire meglio la componente ansiosa e gli attacchi di panico) ed acquisire delle strategie che le permettano di fronteggiare questi pensieri e queste emozioni spiacevoli, le consiglio senz'altro di affiancare alla terapia farmacologica un percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentale.

Le faccio i miei migliori auguri,

Dott.ssa Marinella Magnani

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