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Dott.ssa Alessia Federiconi

Psicologa

Dott.ssa Alessia Federiconi

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  • Milano (San Siro)
  • consulenza online

Problema sociale per mia figlia di anni 13

Buongiorno, mia figlia di quasi 14 anni, dalla prima media, ha un'amica con la quale è molto legata; fanno sempre tutto assieme. La sua amica, dalla fine dell'anno scolastico scorso, ha avuto qualche problema legato alla sua sessualità che le ha portato diverse problematiche. È andata in terapia e sembrava che le crisi le fossero passate, tanto che uscivano spesso, quasi due o tre volte la settimana. Ad un certo punto, le crisi sono riapparse ed ora questa sua amica sta sempre da sola, non vuole uscire e si è chiusa in se stessa; mia figlia quindi è da sola anche lei. Ha fatto amicizia con le altre ragazze della classe, ma dato che fino ad ora assieme a loro non era mai uscita, adesso non se la sente di entrare in gruppi e dinamiche di cui non ha mai fatto parte e quindi, di rimando, non esce più. Come posso aiutarla? Grazie.

Buongiorno,
la situazione che descrive è delicata ma, purtroppo, piuttosto comune in questa fascia d’età, in cui le amicizie assumono un ruolo centrale nell’identità e nell’equilibrio emotivo dei ragazzi. Sua figlia si è trovata coinvolta in una relazione molto stretta e simbiotica, che ora – a causa delle difficoltà dell’amica – ha lasciato un vuoto difficile da colmare.

Quando un’amicizia esclusiva si interrompe o cambia forma, può provocare un senso di disorientamento sociale e affettivo. Sua figlia si ritrova senza il suo punto di riferimento e, al contempo, fatica ad inserirsi in nuovi gruppi perché percepisce di essere “in ritardo” nelle dinamiche già formate. Questo è un vissuto molto frequente negli adolescenti, che temono il giudizio e si sentono facilmente inadeguati.

Per aiutarla, può:

  1. Ascoltarla senza pressioni, validando i suoi sentimenti: farle sentire che è normale provare disagio e spaesamento.

  2. Favorire contesti relazionali nuovi ma informali (attività extrascolastiche, sport, gruppi tematici) dove possa interagire senza l’ansia di “entrare in un gruppo già formato”.

  3. Valutare un breve supporto psicologico, anche solo per alcuni incontri, che possa aiutarla a elaborare questo passaggio e a rafforzare le sue competenze relazionali.

Infine, attenzione a non medicalizzare la difficoltà: ciò che sta vivendo è parte di un percorso evolutivo, e può diventare un’occasione preziosa per sviluppare maggiore autonomia affettiva e sociale, se sostenuta con sensibilità e strumenti adeguati.

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