Problema sociale per mia figlia di anni 13
Buongiorno, mia figlia di quasi 14 anni, dalla prima media, ha un'amica con la quale è molto legata; fanno sempre tutto assieme. La sua amica, dalla fine dell'anno scolastico scorso, ha avuto qualche problema legato alla sua sessualità che le ha portato diverse problematiche. È andata in terapia e sembrava che le crisi le fossero passate, tanto che uscivano spesso, quasi due o tre volte la settimana. Ad un certo punto, le crisi sono riapparse ed ora questa sua amica sta sempre da sola, non vuole uscire e si è chiusa in se stessa; mia figlia quindi è da sola anche lei. Ha fatto amicizia con le altre ragazze della classe, ma dato che fino ad ora assieme a loro non era mai uscita, adesso non se la sente di entrare in gruppi e dinamiche di cui non ha mai fatto parte e quindi, di rimando, non esce più. Come posso aiutarla? Grazie.
Buongiorno,
la situazione che descrive è delicata ma, purtroppo, piuttosto comune in questa fascia d’età, in cui le amicizie assumono un ruolo centrale nell’identità e nell’equilibrio emotivo dei ragazzi. Sua figlia si è trovata coinvolta in una relazione molto stretta e simbiotica, che ora – a causa delle difficoltà dell’amica – ha lasciato un vuoto difficile da colmare.
Quando un’amicizia esclusiva si interrompe o cambia forma, può provocare un senso di disorientamento sociale e affettivo. Sua figlia si ritrova senza il suo punto di riferimento e, al contempo, fatica ad inserirsi in nuovi gruppi perché percepisce di essere “in ritardo” nelle dinamiche già formate. Questo è un vissuto molto frequente negli adolescenti, che temono il giudizio e si sentono facilmente inadeguati.
Per aiutarla, può:
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Ascoltarla senza pressioni, validando i suoi sentimenti: farle sentire che è normale provare disagio e spaesamento.
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Favorire contesti relazionali nuovi ma informali (attività extrascolastiche, sport, gruppi tematici) dove possa interagire senza l’ansia di “entrare in un gruppo già formato”.
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Valutare un breve supporto psicologico, anche solo per alcuni incontri, che possa aiutarla a elaborare questo passaggio e a rafforzare le sue competenze relazionali.
Infine, attenzione a non medicalizzare la difficoltà: ciò che sta vivendo è parte di un percorso evolutivo, e può diventare un’occasione preziosa per sviluppare maggiore autonomia affettiva e sociale, se sostenuta con sensibilità e strumenti adeguati.
Dott.ssaAlessia Federiconi
Psicologa - Milano
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