Dott.ssa Amalia Petrone

Dott.ssa Amalia Petrone

psicologa, psicoterapeuta, sessuologa clinica

Sono bloccata dalla morte di mio padre

Gentili dottori, buonasera. Mi trovo a scrivere qui a causa di un dolore dilaniate dovuto alla morte del mio amato papà. Non so da dove iniziare. Sono passati quasi sei mesi, ma non riesco a trovare aria per respirare. Il mio papà aveva 68 anni, io ne ho 35. Se ne andato una mattina di caldo estivo, dopo sette mesi di atroci sofferenze. Avevo giurato a lui e a me che ce l'avrebbe fatta, ci credevo veramente, sento di aver fallito. Ho paura e non posso credere che non ci sia più. Mi sembra di impazzire ma la mia mente lo immagina a casa. Poi improvvisamente mi sveglio dal torpore e ho fisso nella mente il suo ultimo respiro. Ha sofferto tanto ma io ero sicura che ce l'avremmo fatta. Ho passato i primi mesi sotto shock, nelle prime settimane avvertivo solo un peso allo stomaco che mi bloccava il respiro e un forte dolore alle braccia. Non sono riuscita a piangere, me ne vergogno. Non voglio dare fastidio con il mio dolore, non voglio essere inopportuna per i miei figli e il mio compagno. Mi sembra di essere un peso allora lo tengo nel mio cuore. Vorrei sentire la sua voce, il suo profumo. Non so più chi sono. Mi manca la sua dolcezza, il suo farmi sentire speciale e unica sempre. Vorrei poter cancellare tutta la sua sofferenza. È stato un padre incredibile, una brava persona, forse anche troppo. Vorrei restituirgli tutto quello che questa vita ingiusta gli ha tolto. Vorrei mettere in pratica il suo coraggio, la sua forza, liberarmi di tutte quelle persone che non hanno provato un briciolo di empatia per la sua sofferenza e per il mio dolore. Non riesco ad immaginare il resto della mia vita senza di lui, avevamo ancora tanto da vivere insieme. Ho sempre cercato di proteggerlo ma sento di aver fallito. Perdonatemi per lo sfogo, ma sta diventando ingestibile il senso di ansia e panico. Grazie a quanti sapranno consigliarmi.

Cara giovane donna, figlia e poi compagna e madre. Il dolore della perdita del padre, il primo uomo, il primo amore, nella vita di una donna, è un vissuto intenso e spesso, come accade a te, dilaniante. Muore quello che può essere stato il capisaldo, il punto fermo, il porto sicuro, dove tornare dopo le onde della vita. Ma in realtà tutto questo non è perso se permetti a te stessa di farlo tuo, di diventare tu stessa attracco sicuro dei tuoi tempi di tempesta. L'idea di salvare qualcuno, ancor di più la vita dei propri cari è purtroppo un'idea onnipotente e illusoria. Nessuno salva nessuno se non se stesso. Si può solo amare qualcuno e tu mi sembra che lo abbia fatto con tutta te stessa. Non siamo noi a scegliere i tempi della vita, ma possiamo prendere queste esperienze così debilitanti come opportunità di trasformazione per noi stessi e di conseguenza per chi ci è accanto. Se puoi, lasciati accompagnare da un ascolto condiviso in questi tempi per continuare ad onorare in te e fuori di te, il dono della vita che tuo padre ti ha dato.

Dott.ssa Petrone 

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Dott.ssaAmalia Petrone

psicologa, psicoterapeuta, sessuologa clinica - Napoli

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