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Dott. Francesco Damiano Logiudice

Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

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Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

  • Roma (Aurelio quartiere)
  • consulenza online

Eterno indeciso, come mi devo comportare?

Buonasera! Sono un ragazzo gay di 32 anni e sto vivendo una situazione esasperante da tre mesi e mezzo ormai. Un collega di lavoro (insegnante) coetaneo mi scrive a fine Marzo, con una scusa, per iniziare una conversazione che, tre giorni dopo, sfocia con la domanda " a te piacciono i ragazzi o le ragazze?". Io rispondo e da quel momento abbiamo vissuto un periodo di tre settimane circa fatto di messaggi importanti e chiamate, del tipo (da parte sua) "sei la mia priorità" " vado a lavoro perché ci sei tu" " mi vesto bene per te" " mi sento un 15enne con te, e la cosa un po' mi dà fastidio" " non riesco a guardarti in faccia". Ma anche fatti di " non ti voglio bene dai, non posso dirlo ora. Io do molto peso alle parole". Mi fece un cuore di carta che trovai nel mio armadietto. Dico fatto di messaggi e chiamate perché lui non ha mai voluto che ci vedessimo fuori dal lavoro, perché doveva restare concentrato e non voleva distrazioni. In pratica a lavoro non ci si parlava. Mi ha rivelato che mi odiava perché non lo salutavo né gli parlavo e che a Dicembre 2022 ha iniziato a chiedersi " il perché " di questo odio nei miei confronti, che non ritrovava in altri colleghi che non lo salutavano. Era curioso di conoscermi e così mi ha scritto. Io mi sono aperto con lui e mi sono confidato (dicendogli delle mie quasi zero esperienze con i ragazzi, di come sono fuori dal " mondo gay" non perché lo rifiuto ma perché non c'ho mai messo il naso). I giorni che seguirono sono stati belli, fatti di messaggi e chiamate. Gli piaccio fisicamente e mi ha detto più volte che sono bello. Ma improvvisamente attorno al 25 Aprile è cambiato tutto. Ha cambiato modo di scrivermi e ha deciso di interrompere la " conoscenza" perché << non poteva conoscere il suo stato d'animo e non vuole illudere le persone >>, ed è come se niente fosse mai successo. << Son stato preso dalla voglia di....>>. Così ha detto. Poi dopo qualche settimana è tornato a scrivermi (evitando sempre il mio sguardo) qualche messaggio e ci sono stati messaggi ambigui e oggettivamente provocatori, immagino per vedere come avrei risposto. Poi poco prima della fine della scuola mi chiama dicendo che secondo lui stiamo bene così che << non ha senso che ci parliamo e vediamo dopo la fine della scuola visto che non ci siamo mai parlati per tutto l'anno >>; ci sono state pause durante la chiamata, e io ho detto " ok va bene". Ci rivediamo l'ultimo giorno di scuola, non m stacca gli occhi di dosso. Facciamo aperitivo con tutti i colleghi ed è come se ci fossimo stati solo io e lui, parliamo come se ci fossimo sempre parlati e addirittura mi dice " se trovo casa ti do il mio appartamento in affitto visto che stai cercando ". Arrivo a casa e mi scrive " mi mandi sempre in confusione, mannaggia a te. Stavo pensando di provare a uscire con te, ma lasciamici riflettere su". Sembra che qualcosa si muova ma dopo un po' torna tutto come prima, con qualche occasionale momento di ritorno. Non so dove sbattere la testa, io sono molto preso. Ora la situazione è zero da parte sua. Lui è schivo di natura, molto selettivo, sa di essere intelligente e di avere un sex appeal, vuole sempre arrivare in alto ed è abituato ad essere lui il dominante, è un po' particolare nel modo di fare e di pensare (molto maturo e ha un'ottima dialettica). Io sto molto male per questa situazione. L'ultima frase sua? << Io scelgo molto bene le persone con cui contornarmi>> Cosa devo fare? Non mi merito tutto questo.

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.

Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.

Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.

Resto a disposizione, anche online.

Cordialmente, dott FDL

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