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Dott. Giuseppe Zucaro

Psicologo

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Mi sono fidanzato, ma non riesco più a farmi amici

Ho 21 anni e mi sono fidanzato per la prima volta nella mia vita 2 anni fa. E' una relazione abbastanza leggera che non mi provoca alcuno stress, anche se all'inizio ci fu un brutto periodo molto stressante per chiunque fosse nella mia cerchia di amici, poiché la mia attuale ragazza era la ex ragazza del mio migliore amico 2 anni fa, che poi lei ha lasciato appena io e lei ci siamo resi conto dei sentimenti che avevamo l'un per l'altro. Parlavo veramente ogni giorno con il mio migliore amico, ero depresso e soffro anche di una disabilità fisica che mi ha portato a isolarmi per tanto tempo, ma lui ogni giorno il suo di tempo voleva spenderlo con me a parlare o fare altro. A un certo punto dai suoi racconti sentivo di poter vivere la sua vita, perché per me c'era solo quello, l'immedesimazione, ovvero il mio unico modo di uscire dal mio isolamento senza veramente uscirne. Mi sentivo spesso spento quando ero senza di lui, e quando era disponibile era come se finalmente tutte le mie energie tornassero, poi ho incontrato la sua ragazza che ormai conoscevo già fin troppo bene (dai racconti del mio amico), e, malgrado la mia timidezza, iniziammo a parlare, di passioni, sentimenti, persone e opinioni. Ci eravamo innamorati, e abbiamo tenuto la nostra relazione nascosta, per paura di ferirlo e di confrontarlo a riguardo dopo che lei lo ha lasciato. 2 mesi dopo l'ha scoperto e non mi parla più da allora. So benissimo di averlo ferito e di non essere stato onesto, ma anche se è passato tutto questo tempo e ho avuto le esperienze migliori della mia vita continuo a sentire questo buco in pancia ogni volta che penso a lui; cosa che capita ogni volta che sento di poter fare amicizia con qualcuno, e allora mi fermo, e mi distacco evitando per settimane a qualcuno con cui potrebbe nascere una amicizia vera. Non so se ho "paura" di rimpiazzarlo con qualcun altro, e non rimpiango le mie scelte, sento di essere uscito da quell'isolamento che mi ero creato grazie ad esse, ma vorrei egoisticamente che il mio ex amico mi perdonasse e che tornasse a essere quello che era per me. Mi scuso per il mio modo di scrivere, sono conscio di essere molto ripetitivo con le parole.

Dalle tue parole emerge quanto questa amicizia sia stata per te un punto di riferimento fondamentale, quasi un’ancora che ti ha permesso di uscire dall’isolamento e di sentirti vivo. È comprensibile che la rottura con il tuo amico ti lasci ancora oggi un “vuoto nello stomaco” e che questo influenzi la tua capacità di aprirti a nuove relazioni.
Il dolore che provi nasce dal conflitto tra due bisogni: da un lato la gioia di aver trovato una relazione che ti ha dato nuove energie e ti ha permesso di crescere, dall’altro il rimpianto per aver perso un legame che per te era vitale. Non si tratta di scegliere se “rimpiazzare” o meno il tuo amico, ma di riconoscere che ogni relazione ha un suo valore unico e non sostituibile.
Quello che descrivi – il fermarti quando senti che una nuova amicizia potrebbe nascere – è una forma di protezione: temi di rivivere la perdita o di tradire il ricordo di quel legame. Ma questa stessa protezione rischia di impedirti di costruire nuove connessioni autentiche. Lavorare su questo significa imparare a distinguere tra il passato, che non può essere cambiato, e il presente, che può offrirti nuove possibilità.
Un percorso psicologico può aiutarti a trasformare questo “buco” in una spinta verso relazioni più equilibrate, dove tu possa sentirti libero di vivere senza il timore costante di ferire o di perdere. Non si tratta di cancellare il ricordo del tuo amico, ma di integrare quella esperienza nella tua storia personale, così da non bloccare il futuro.
Se lo desideri, possiamo fissare un appuntamento per esplorare insieme queste dinamiche e individuare strategie pratiche che ti permettano di aprirti di nuovo alle amicizie senza paura.

Ti saluto

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