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Dott.ssa Maria Rosa Febbi

Psicologa, Psicoterapeuta

Dott.ssa Maria Rosa Febbi

Dott.ssa Maria Rosa Febbi

Psicologa, Psicoterapeuta

  • Viterbo
  • Soriano nel Cimino
  • consulenza online

Sono soggetto a razzismo, sto malissimo.

Buongiorno/sera.
Sono un ragazzo nato in Italia a Varese, quando avevo un anno insieme alla mia famiglia sono emigrato in Svizzera italiana.
Ho fatto tutte le scuole in Svizzera, ottenuto i documenti, e vissuto la totalmente la mia vita. Eccetti alcune volte che tornavo in Italia del nord da alcuni parenti che lentamente si sono comunque staccati dai miei genitori. Quindi posso dire di non avere contatti nemmeno di tipo famigliare con l’Italia.
Purtroppo in Svizzera le cose non vanno bene quando i miei coetanei scoprono che io sono nato a Varese. È triste da dire, cambiano atteggiamento e nel giro di pochi giorni spariscono tutti. L’esempio è infelice ma è simile ad essere un ebreo tra i nazisti.
Non ricevo violenza, semplicemente le persone si staccano da me perché per loro sono l’italiano.
Purtroppo io sono italiano solo di nascita, ho anche il passaporto italiano essendo di origine italiana ma non ci ho mai vissuto.
Ho intenzione di rinunciare alla mia cittadinanza italiana ma temo che non sarà per un pezzo di carta che io smetterò di essere l’italiano per tutti.
Purtroppo sono nato a Varese e sinceramente non so come fare a nasconderlo. Inizialmente per me non era un problema. Lo è diventato quando ho visto che se lo dicevo alle ragazze con le quali flertavo si volatilizzavano, oppure quando lo dicevo ai miei amici partiva la battuta sulla pizza o sulla mafia scimmiottando il dialetto napoletano. Io ingenuamente lo dicevo quando mi veniva chiesto ora pongono discorsi in modo che non mi venga mai chiesto. Molti miei cari amici non lo sanno e spesso quando parlano male degli italiani io ascolto e mi spavento che un giorno scoprano che sono nato A Varese.
Nello stesso momento penso che non sia l’origine di una persona a dettare la persona che è e che non bisogna generalizzare. Uno può essere nato a Varese come in Congo che siamo tutti potenzialmente uguali.
Quello che mi attanaglia è invece un’altra cosa: mi attanaglia essere classificato l’italiano senza che io realmente lo sia, parliamoci chiaro io sono solo nato la, non mi rende italiano, questa cosa non ha senso, cioè se io fossi nato in Indonesia perché mia mamma stava farcendo una ipotetica vacanza lo sarei classificato come l’indonesiano? È qualcosa di folle.
Un solo dannato giorno ho passato nell’ospedale di Varese e questo mi rende per tutti l’italiano, il terone, colui che mangia la pizza e gesticola con le mani, mi trattano come uno che butta le cartacce per terra e che parla in dialetto del sud. Rendetevi conto.

Salve Joshua, nel momento che stai vivendo colgo molta rabbia. Non devi e non puoi abbatterti, anzi e' il momento di affrontare questa discriminazione con più convinzione e consapevolezza. Per fare ciò hai necessità di rafforzare la tua persona, il tuo modo di essere e di sentire. Un lavoro sulle emozioni ti aiuterebbe molto a gestire la rabbia, il senso di insicurezza e di estraneità. Riuscire ad elaborare il giudizio esterno, rafforzerà la tua autostima e l'autonomia. Un saluto.

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Dott.ssaMaria Rosa Febbi

Psicologa, Psicoterapeuta - Viterbo

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