Consulenza career coach privata: quando fissare un appuntamento e come si svolge una sessione 1 a 1
Ci sono momenti nella vita in cui ci sentiamo un po’ persi rispetto al lavoro: magari abbiamo un buon impiego ma non ci entusiasma più, oppure ci accorgiamo che dopo anni di sforzi non stiamo crescendo come vorremmo. In questi casi, cercare un career coach può essere un passo prezioso. Non si tratta di “avere un problema” in senso clinico, ma di volersi regalare un’opportunità di riflessione e di crescita personale in ambito professionale.
Da psicologo che da anni lavora nel settore, posso raccontarti come funziona davvero una consulenza privata, quando ha senso fissare un appuntamento e cosa puoi aspettarti da una sessione individuale. Ti porto anche un esempio concreto di strategia che ho utilizzato con una persona che seguivo, così da rendere meno astratto il discorso.
Quando fissare un appuntamento con un career coach
Spesso le persone arrivano in studio dopo settimane o mesi di indecisione. “Ma serve davvero?” “Non dovrei farcela da solo?” Queste domande sono normalissime. La verità è che un career coach diventa utile in diversi scenari:
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Cambio di rotta: se stai pensando di cambiare settore o ruolo e non sai da dove iniziare.
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Momento di stallo: quando lavori tanto ma senti di non crescere o di non essere valorizzato.
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Scarsa motivazione: quando la sveglia del mattino diventa un nemico e il pensiero del lunedì pesa.
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Decisioni delicate: ad esempio accettare o meno una proposta di lavoro, tornare a studiare, aprire una partita IVA.
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Sviluppo di competenze: vuoi migliorare leadership, gestione del tempo, comunicazione con colleghi e responsabili.
In sintesi: non devi essere in “crisi nera” per fissare un appuntamento. Basta sentire che stai girando in tondo o che vorresti più chiarezza sul tuo futuro lavorativo. Il career coach non prende decisioni al posto tuo, ma ti accompagna a mettere ordine, a definire priorità e ad agire con più lucidità.
In cosa consiste una consulenza di carriera 1:1
Una sessione individuale di career coaching dura solitamente 60 minuti. Non è una chiacchierata generica: ha una struttura precisa ma flessibile. Ecco come si svolge, a grandi linee:
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Accoglienza e obiettivi: la prima parte serve a chiarire cosa ti ha portato lì. Il coach ascolta, fa domande e ti aiuta a definire l’obiettivo concreto della consulenza.
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Esplorazione: insieme si analizzano il tuo percorso, le competenze, i valori e anche gli ostacoli che percepisci. Questo momento è fondamentale perché spesso non ci rendiamo conto di quante risorse abbiamo già.
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Strategia: si costruisce un piano pratico, che può includere esercizi di riflessione, strumenti per migliorare il CV, simulazioni di colloquio, esercizi di consapevolezza delle competenze trasferibili.
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Action plan: la sessione si chiude con azioni concrete da svolgere entro un tempo preciso, in modo da trasformare la riflessione in movimento.
Ogni percorso è personalizzato: non esistono schede precompilate valide per tutti. La differenza la fa l’attenzione al singolo e alla sua storia.
Una strategia pratica: il caso di Chiara
Per rendere più concreto quanto detto, ti racconto di Chiara, 32 anni, ingegnere gestionale in un’azienda internazionale. Era arrivata da me dicendo: “Il lavoro non mi entusiasma più, ma non so che altro potrei fare. Mi sento bloccata”.
La prima cosa che abbiamo fatto è stata mappare le competenze: non solo quelle tecniche, ma anche le cosiddette soft skills. Abbiamo usato una griglia pratica che permette di dare un voto da 1 a 10 a capacità come comunicazione, leadership, problem solving, gestione del tempo.
Chiara ha scoperto di avere punteggi alti nella gestione dei team e nella comunicazione con clienti esteri. Questo era passato in secondo piano perché lei si vedeva solo come “ingegnere dei processi”.
Il passo successivo è stato chiedersi: “In quali contesti queste competenze potrebbero brillare di più?” Abbiamo analizzato diversi scenari: consulenza aziendale, project management, formazione interna.
Infine, abbiamo costruito un piano d’azione in tre step:
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Aggiornare il CV mettendo in evidenza competenze gestionali.
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Contattare tre persone della sua rete che lavoravano in ruoli affini.
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Inviare candidature mirate a posizioni di project management.
Dopo tre mesi, Chiara aveva già sostenuto due colloqui importanti e la sua percezione di sé era cambiata: non più “ingegnere annoiata” ma “professionista capace di guidare progetti e persone”.
La strategia che abbiamo usato con lei era semplice: fare emergere ciò che sapeva già fare, ma che non riusciva a vedere. Questo è un aspetto centrale del career coaching: aiutare a guardarsi con occhi nuovi.
Perché funziona la consulenza privata
Il valore di una sessione 1:1 sta nella personalizzazione. Online si trovano centinaia di articoli su come scrivere un CV o prepararsi a un colloquio, ma il career coach ti restituisce uno sguardo su misura: “per te, oggi, questo è il passo giusto”.
C’è anche un altro elemento, spesso sottovalutato: la motivazione. Sapere che c’è un appuntamento fissato, qualcuno che ti chiede conto delle azioni concordate, ti aiuta a non procrastinare. In un’epoca in cui siamo bombardati da stimoli, avere una guida che mantiene il filo è un supporto enorme.
Come prepararsi alla prima sessione
Se decidi di fissare un appuntamento, ecco qualche consiglio utile:
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Porta con te il CV aggiornato, anche se non perfetto.
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Rifletti su tre momenti della tua carriera che ti hanno dato soddisfazione.
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Pensa a cosa non vuoi più nel tuo lavoro attuale: chiarire cosa evitare è già un passo avanti.
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Tieni la mente aperta: a volte le soluzioni non sono quelle che immagini subito.
Non serve arrivare con un “piano pronto”: è proprio il percorso di coaching a costruirlo insieme.
Conclusione
Il career coaching non è una bacchetta magica, ma un’occasione per fermarsi, osservare con onestà la propria storia professionale e scegliere con più consapevolezza i passi futuri. Fissare un appuntamento è utile non solo nei momenti di crisi, ma anche quando si desidera crescere, cambiare direzione o valorizzare meglio ciò che già si possiede.
La consulenza privata 1:1 è uno spazio protetto dove le domande trovano ascolto e le idee si trasformano in azioni concrete. E, come nel caso di Chiara, spesso ciò che serve è già dentro di noi: basta qualcuno che ci aiuti a metterlo in luce.
Dott.Nicola Nacca
Psicologo - Caserta
- Stress e disturbo post-traumatico
- Ansia
- Comunicazione assertiva
- Colloqui di sostegno psicologico (per problematiche legate a stress, autostima)
- Psicologia del lavoro e delle organizzazioni
- Sostegno per traumi psicologici