Figlio 18 enne, cambiamento drastico
Ho un figlio che ha compiuto 18 anni, deve cominciare la quinta superiore e negli ultimi mesi ha avuto un'evoluzione negativa nel comportamento in famiglia e anche con gli amici. E' diventato sempre più svogliato (a casa e scuola), taciturno, indifferente e insofferente alle esternazioni di disagio e preoccupazione di noi genitori di fronte a questa sua indolenza che sfocia talvolta in aggressività verbale nei nostri confronti (in cui ribalta la realtà dei fatti, accusando noi di "stargli addosso" e di essere ossessivi e ripetitivi). Contemporaneamente ha una nuova ragazza e a volte accantona le amicizie stando solo con lei. E' passato dall'essere affettuoso, empatico e responsabile (compatibilmente con l'età) al manifestare disagio rispetto alle regole familiari, diventando refrattario al dialogo e alla collaborazione richiesta. E poi sorride pochissimo, ci guarda con espressione da strafottente con l'attenzione costantemente rapita dal cellulare. Lo abbiamo cresciuto con amore e attenzione, trasmettendogli valori morali e umani, ma mi ora mi crolla il modo addosso, non capisco cosa gli sta succedendo. Non è un po' "grande" per questo tipo di atteggiamenti? Sarebbe utile la psicoterapia?
Gentile Manuela,
Grazie per aver condiviso con tanta sincerità il momento difficile che sta vivendo come madre. È evidente quanto lei e suo marito vi siate dedicati con cura, amore e valori solidi alla crescita di vostro figlio, e quanto ora vi sentiate smarriti di fronte a questo suo cambiamento improvviso e spiazzante.
Ciò che descrive è, purtroppo, un fenomeno abbastanza comune negli adolescenti e nei giovani adulti, soprattutto in una fase delicata come quella che attraversa suo figlio: ultimo anno di scuola, ingresso ufficiale nell’età adulta, prime relazioni sentimentali più serie e aspettative sociali sul futuro. Tutti questi aspetti, anche se non sempre visibili dall’esterno, possono generare un senso di pressione o disorientamento che si traduce proprio nei comportamenti che sta osservando. Questo non significa ignorare la difficoltà della situazione, né tantomeno minimizzare la sofferenza che lei prova nel vedere un figlio cambiare così radicalmente. Il suo dolore è comprensibile, perché come madre sente di non riconoscerlo più e si trova, quindi, a confrontarsi con reazioni che sembrano ingiuste, sproporzionate, a tratti persino crudeli. Proprio perché esiste questo legame profondo, la psicoterapia può essere uno strumento molto utile. Infatti, un percorso psicologico per suo figlio potrebbe aiutarlo a dare voce a un malessere che forse nemmeno lui riesce ancora a comprendere o a esprimere in modo costruttivo. Talvolta, dietro la rabbia e il rifiuto, c’è proprio un bisogno, spesso inconscio, di essere visti e accolti nella propria fragilità. Nonostante possa capitare che lui rifiuti inizialmente l’idea di un supporto, l'intraprendenza di un percorso potrebbe rivelarsi altrettanto utile per voi genitori, in modo da comprendere meglio come comunicare con lui in questa fase, come porre confini chiari ma accoglienti e come evitare di perdere il contatto affettivo, anche nei momenti in cui il dialogo sembra impossibile.
Lui non è “troppo grande” per vivere difficoltà emotive: si trova in una fase in cui sta cercando, forse in modo caotico, di affermare sé stesso e, proprio per questo, ha ancora bisogno (più di quanto sembri) di una guida che lo aiuti a trasformare la crisi in crescita.
Se desidera approfondire o intraprendere un primo confronto in questo senso, resto a disposizione qui, al modulo di contatto.
Le porgo i miei più cordiali saluti,
Dott.ssa Alessandra Toni
Dott.ssaAlessandra Anna Maria Toni
Psicologa - Milano
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