Panico per musica alta nelle piazze , fiere, feste

Buongiorno nostro figlio ha 10 anni e da quasi 2 anni non possiamo più visitare posti dove c'è una musica alta (fiere, feste, musica dal vivo). Sembra una cosa sciocca ma non lo è in quanto se stiamo passeggiando e non sapevamo di una festa di paese o altro lui va in panico, il comportamento che utilizza è camminare aventi e indietro senza una meta precisa, chiede insistentemente di andare via, non si rende conto se intorno ci sono altre persone. Da quando è capitato più di un paio di volte noi evitiamo di andare in posti con questo tipo di confusione anche perché vediamo che ha un disagio molto evidente, ma quando capita cerchiamo di tranquillizzarlo, lo abbracciamo, mio marito lo porta un po' più distante dalla musica per farlo calmare. Non sappiamo cosa fare, se pensare che poi crescendo passerà oppure è da valutare bene con una ricerca più approfondita. Cosa ci consigliate, grazie per la vostra attenzione.

Salve,

nei bambini, grazie al loro pensiero concreto e ad un livello inferiore di sovrastrutture mentali, può essere relativamente facile sbloccare questo tipo di fobie, purchè sia visto da uno specialista psicologo dell'età infantile e dello sviluppo che possa anche escludere quadri di disagio psicoemotivo più gravi.

In linea generale il sintomo non va considerato come un problema ma come una preziosa porta di accesso alla sua esperienza emotiva. Sarebbe importante un incontro con uno psicologo per risalire all'origine del problema, in quali circostanze si è verificato la prima volta, analizzare meglio la storia del bambino e la sua quotidianità per capire se ci sono altri elementi che, in quel periodo o in generale, potrebbero avere favorito il manifestarsi di sue paure e insicurezze. Dargli quindi l'occasione per parlare del suo mondo emotivo, dare un nome alle sensazioni e rappresentarle con disegni e storie. Potrebbe trattarsi di una paura transitoria in un dato momento di sviluppo, ma potrebbe anche essere un modo con cui lui manifesta un senso di fragilità e di tensioni interne che sta accumulando e a cui non riesce a dare un nome. In qualsiasi caso, un piccolo percorso con uno psicologo non è da stigmatizzare; non va letto da voi come un fallimento genitoriale. Può essere per lui una piacevole esperienza e per voi genitori un'occasione per conoscere meglio il mondo emotivo di vostro figlio. 

Buona fortuna

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Dott.ssaLetizia Sala

Psicologo, Psicoterapeuta - Monza e della Brianza

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