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Dott. Raffaele La Tosa

Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo

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Proprio non capisco

Buona sera, mi chiamo Daniele 58 anni e da tre anni frequento una donna che amo molto di sei anni più giovane di me con la quale abbiamo vissuto un rapporto speciale fatto anche di normali discussioni a mio avviso di crescita dove anche per delle stupidate ci siamo spesso scontrati. Ma non è mai successo nulla di grave. Premetto che ho capito che lei è di stile di attaccamento evitante se questo può servire è una persona che tendenzialmente basta a se stessa e che nel suo motto Di Vita dice sempre che vuole vivere serena e tranquilla, come darle torto! Dopo due anni e mezzo il suo ex, pur sapendo che lei era felice guardando spiando i nostri profili social ha deciso di contattarla da lì ne è nata una relazione durata due mesi dopodiché lei è tornata da me, dicendomi che aveva sbagliato chiedeva perdono e che aveva nell’anima me e che aveva fatto un clamoroso errore forse di rabbia nei confronti del suo ex che quattro anni prima l’aveva lasciata. Io nelle settimane successive ho chiesto di capire cose che a mio avviso mi sembrano normali doverle chiedere, ma lei non ne vuole parlare e mi ha chiesto di voltare pagina, io a questa cosa non ero assolutamente d’accordo. Ho manifestato il mio disappunto perché penso che parlare in modo costruttivo possa anche far capire a me perché sono successe certe cose. Concludo dicendo che lei tre settimane fa mi ha voluto telefonicamente neanche di persona telefonicamente dirmi che si fermava e che preferiva rimanere da sola. Cosa devo pensare dopo che due mesi prima mi ha detto che ero l’uomo della sua vita e che nell’anima aveva me perché ha deciso di comportarsi in questo modo. Se riuscite a darmi una risposta, vi ringrazio molto. PS dall’ultima volta che ci siamo sentiti sono passati quasi due mesi escludo categoricamente perché ho verificato che lei non sia tornata col suo ex Per come lo ha lasciato penso che non si vedranno mai più o perlomeno lo spero.

Buongiorno Daniele.

Quello che racconti riflette un’esperienza emotiva intensa, fatta non solo di dolore ma anche di domande legittime su quanto accaduto. Da quanto descrivi, la persona che hai amato mostra tratti di un "attaccamento evitante" : tende a gestire le relazioni tentando di mantenere una zona di comfort e autonomia, rifuggendo momenti che, in termini emotivi, vengono percepiti come troppo “densi” o potenzialmente conflittuali. Non è raro, in questi casi, che cercare spiegazioni o un confronto possa attivare nell’altro la necessità di allontanarsi ancora di più: per chi vive un attaccamento evitante, anche il dialogo su ciò che fa soffrire può far scattare la reazione di chiusura. La tua richiesta di chiarezza e di parola è comprensibile, anzi, umanissima. Porsi domande e cercare un senso è anche un modo di prendersi cura della propria parte ferita e di dare valore a ciò che avete condiviso. Tuttavia, mettersi in ascolto degli stili e dei limiti dell’altro talvolta significa accettare che alcune risposte forse non arriveranno mai dall’esterno, ma potranno emergere solo dentro di te attraverso un percorso di rielaborazione personale.Da prospettiva fenomenologica, può essere utile domandarsi: quali sono, oggi, i tuoi bisogni più autentici nei confronti di questa relazione e, più in profondità, nei confronti di te stesso? Quali parole, azioni, distanze o presenze ti aiutano realmente a stare bene? L’invito sarebbe quello di lasciar sedimentare il dolore e di ascoltare cosa emerge, senza fretta di trovare subito un perché definitivo. La scelta dell’altra persona di “fermarsi” probabilmente dice più di ciò che lei riesce (o non riesce) ad affrontare rispetto all’intimità di coppia, che non di un giudizio sul tuo valore personale o sulla relazione stessa. In una situazione simile, può essere importante restare presenti a se stessi: coltivare la propria quotidianità, nutrire relazioni e interessi, dando spazio alla possibilità che ciò che è accaduto venga integrato nella propria storia senza doverlo forzatamente risolvere o capire fino in fondo. A volte, infatti, il senso più profondo di alcune esperienze può arrivare col tempo, quando la ferita inizia a cicatrizzarsi. Se senti che il peso emotivo della situazione diventa troppo faticoso da portare da solo, può essere altrettanto prezioso pensare a uno spazio di ascolto psicoterapeutico in cui poter raccontare i tuoi vissuti senza giudizio, esplorandoli con rispetto per ciò che per te è stato e continua ad essere importante.

Un caro saluto

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Dott.Raffaele La Tosa

Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo - Milano

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