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Dott.ssa Vania Marsonetto

psicologo, coach

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È possibile trovare un lavoro che non faccia provare odio?

Ho 26 anni, nella mia vita ho svolto vari lavori e le mie esperienze sono sempre state perlopiù negative. Ho lavorato come pizzaiolo, barman, barista ecc. Al momento mi trovo in una fase della vita in cui essendo disoccupato da alcuni mesi mi chiedo se ne valga la pena darmi da fare per cercare un nuovo impiego che possa permettermi di realizzare alcuni desideri tipici dell'uomo (nonché di questi tempi oramai alquanto stupidi ma pur sempre esistenti) come fare figli, comperare una casa ecc. O fregarmene di tutto e campare così come sto ora, che dopotutto male non è. Con il passare degli anni nella mia testa si è fatta sentire in maniera sempre più forte una voce interiore che mi dice "ma chi te lo fa fare?". Dopotutto sono una persona semplice, non vesto firmato, non desidero auto di lusso, non sono un materialista, non sono un consumista, odio questa società convenzionale, frenetica e moderna nella quale le persone si affannano per costruire e realizzare cose inutili che vedranno andare in fumo al momento della loro dipartita terrena. In più, perlomeno per quanto riguarda i paesi civilizzati non muore più nessuno di fame. Quindi perché dovrei prestarmi all'umiliazione del lavoro e ricercare come un pazzo qualcosa che se lo cerchi fanno di tutto per non dartelo, se non lo cerchi vieni etichettato e stigmatizzato come un lebbroso (soprattutto qui in Italia), e se hai la fortuna di trovarlo al 99% è un lavoraccio sottopagato perché chi te lo dà ti sta facendo un favore e perché per averne uno decente è necessario avere sempre 20 lauree, master ecc. in modo che un comune mortale con il liceo non possa fare più nulla. Tanto siamo 8 miliardi quindi cosa gli frega? È una società ipercompetitiva e alienante.

Buongiorno Ivan, sono una Psicologa del lavoro e Le scrivo, in quanto, molto spesso  aiuto persone che si trovano nella sua stessa situazione e che spesso mi dicono "Mi sono sempre impegnato, ho dato troppo e non ho ottenuto nulla, ora basta". Probabilmente si sente affranto e impotente di fronte a ciò che sta vivendo, si è dato da fare, ma non ha ottenuto molto e soprattutto ha trovato sempre lavori che non le permettevano di fare progetti nella sua vita personale. Molto spesso pensiamo che si possa trovare la soluzione dei problemi al di fuori di noi, mentre la loro risoluzione dipende molto da come li affrontiamo, quindi, dal lavoro che riusciamo a fare su di noi.

"Quando non si può più cambiare la situazione, non resta altro da fare che cambiare noi stessi"  Viktor Frankl .   

Cosa cambiare? Potrebbe cominciare con un percorso di orientamento professionale per imparare a porsi degli obiettivi professionali, ad avere una progettualità nella ricerca del lavoro,  fondamentali per assumere un ruolo attivo e, quindi, rompere quel circolo vizioso in cui probabilmente si trova: non so cosa fare, cerco un lavoro x perchè devo lavorare. Il lavoro non può solo permetterci di avere uno stipendio, perchè abbiamo, la necessità di soddisfare, oltre che quello di sicurezza economica, anche  altri bisogni tra i quali quello di appartenenza, di stima, di autorealizzazione. Si è mai chiesto quali bisogni  vorrebbe soddisfare attraverso il lavoro? La consulenza di orientamento consiste in una valutazione di interessi, attitudini, soft e hard skills, conoscenze e capacità delle persone, e permette di acquisire la consapevolezza di se stessi, delle proprie capacità, doni e talenti. Aiuta ad imparare a porsi degli obiettivi, lavorare su di essi e sui propri pensieri e di sviluppare un ruolo attivo della persona, nel determinare i propri scopi, il proprio progetto lavorativo e di vita. E' un processo di cambiamento e di crescita per potrebbe davvero aiutarLa a ritrovare la fiducia in sè stesso.

Cordialmente.

Vania Marsonetto

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