Dott.ssa Eva Lucchesi Tagliabue

Dott.ssa Eva Lucchesi Tagliabue

psicoterapeuta, consulente tecnico di parte, consulente stalking, mediatore

Ho 66 anni e da 2 mesi ho perso mia moglie

Buonasera, come prima cosa grazie dell'opportunità che mi date. Ho 66 anni e da 2 mesi ho perso mia moglie. Non avrei mai immaginato di provare un dolore così profondo. La vita che mi si prospetta non ha più valore. Cerco durante la giornata di fare lunghe passeggiate ma il mio pensiero va sempre a lei. Cerco di evitare di incontrare persone perché, come d'altronde ora,non posso trattenere lacrime. Ogni giorno non posso fare a meno di recarmi al cimitero. Non riesco a sistemare o eliminare cose o vestiti appartenuti a lei. Ho tanta paura di non riuscire a superare questa fase di dolore: mi sembra impossibile che lei non sia più vicino a me a condividere momenti spensierati come pure di problemi. Non so se questo mio scritto lo faccio per uno sfogo o per avere un consiglio sul come affrontare il periodo più triste della mia vita. Terminò qui perché credo abbiate compreso il mio stato d'animo. Ringrazio sentitamente.

Gentile Gianmario,

innanzitutto, cerchi di non sentirsi in colpa o inadeguato se si sente triste, solo e disperato per la perdita di sua moglie. Dire che il tempo “guarisce” il vuoto e il dolore lasciato da una persona cara quando se ne va, sembra ovvio e banale, ma realmente accade. E’ un processo lento e molto personale, soprattutto per le persone che non temono di vivere e di esprimere i loro sentimenti. E’ fisiologico, normale piangere la morte di una moglie, quando si è condivisa con lei una parte importante della propria vita. Non si vergogni a piangere, condivida il suo dolore con parenti e amici. Parlare non può che aiutarla a rielaborare il lutto a assopire, piano piano, il dolore e a fare emergere e risplendere i ricordi della vita vissuta insieme. Ricordi che l’accompagneranno per tutta la vita ma con valenze e tonalità diverse. Neanche la morte fisica di sua moglie può portarglieli via, sono parte integrante del suo essere, ora e finché avrà vita. Non si preoccupi se sente la necessità di andare tutti i giorni al cimitero, probabilmente è il suo modo per accomiatarsi da sua moglie. Si accorgerà da solo quando non sarà più necessaria la sua visita quotidiana. Non si preoccupi se non riesce a “sistemare o eliminare cose o vestiti appartenuti a lei”, è il suo modo per convivere e poi accettare una mancanza, una perdita per lei così profonda. Quando il processo si concluderà, farà ciò che è necessario per la sua attuale condizione. Gentile Gianmario, si dia tempo e quando prova paura, insicurezza, vuoto, dolore, inutilità, si rammenti che quanto sta vivendo è perfettamente normale. Sono momenti che gradualmente diventano sempre meno pressanti fino a affievolirsi e infine sparire.

Cordiali saluti.